Descrizione

Centro di origine medioevale, dal profilo in parte pianeggiante ed in parte collinare, con veduta del Valdarno inferiore. L'attuale assetto economico, incentrato nella produzione manifatturiera delle calzature, ha relegato l'attività agricola ad un ruolo secondario. L'operosa comunità dei montopolesi, caratterizzata da un indice di vecchiaia poco al di sopra dei valori medi, si ripartisce in numerose località, fra cui: Angelica, Capanne, Castel del Bosco, Marti e San Romano. Sullo stemma comunale, a sfondo azzurro, sono raffigurati tre diversi elementi: un monte a sei colline, cimato da una croce latina (a bracci diseguali) d'argento, con ai lati due topi in atto di salire verso l'alto. Il primo elemento si riferisce alla natura collinosa del territorio, la croce è chiaro simbolo religioso, mentre i topi alludono al nome della località.  

Centro di origine medioevale, dal profilo in parte pianeggiante ed in parte collinare, con veduta del Valdarno inferiore. L'attuale assetto economico, incentrato nella produzione manifatturiera delle calzature, ha relegato l'attività agricola ad un ruolo secondario. L'operosa comunità dei montopolesi, caratterizzata da un indice di vecchiaia poco al di sopra dei valori medi, si ripartisce in numerose località, fra cui: Angelica, Capanne, Castel del Bosco, Marti e San Romano. Sullo stemma comunale, a sfondo azzurro, sono raffigurati tre diversi elementi: un monte a sei colline, cimato da una croce latina (a bracci diseguali) d'argento, con ai lati due topi in atto di salire verso l'alto. Il primo elemento si riferisce alla natura collinosa del territorio, la croce è chiaro simbolo religioso, mentre i topi alludono al nome della località.  

Storia

La sua storia si intreccia, in epoca altomedioevale, con quella della pieve di San Piero a Musciano, di cui si hanno notizie fin dal 746. Intorno al Mille risulta sotto la giurisdizione del vescovo di Lucca, ma nel sec. XII fu oggetto di ripetute contese tra pisani e lucchesi finché, nel 1325, si sottomise a Firenze. Divenne comune autonomo, come tanti altri centri del contado pisano, in epoca leopoldina, ed aggiunse la denominazione "in Valdarno" nel 1863. Nel 1927 ha poi avuto le frazioni di Marti e Castel del Bosco dal comune di Palaia, al quale ha ceduto una porzione del suo territorio. Se la rocca medioevale non si è conservata fino ai giorni nostri a causa della distruzione del 1944 ad opera dei tedeschi, il centro storico contiene ancora larghi tratti della cinta muraria con archi e torri, tra cui quella di San Matteo del sec. XIV; la pieve di Santo Stefano, ristrutturata, conserva invece un antico crocefisso ligneo del sec. XIII. Altri monumenti di un certo interesse sono: la chiesa della Madonna del Soccorso, il Conservatorio di Santa Marta del 1592, la chiesetta di San Sebastiano del sec. XV e, a Marti, la chiesa di Santa Maria Novella del 1332. Attualmente l'antica vocazione rurale si è evoluta in modo piuttosto significativo verso una forma economica e socio-culturale di tipo industriale.  

La sua storia si intreccia, in epoca altomedioevale, con quella della pieve di San Piero a Musciano, di cui si hanno notizie fin dal 746. Intorno al Mille risulta sotto la giurisdizione del vescovo di Lucca, ma nel sec. XII fu oggetto di ripetute contese tra pisani e lucchesi finché, nel 1325, si sottomise a Firenze. Divenne comune autonomo, come tanti altri centri del contado pisano, in epoca leopoldina, ed aggiunse la denominazione "in Valdarno" nel 1863. Nel 1927 ha poi avuto le frazioni di Marti e Castel del Bosco dal comune di Palaia, al quale ha ceduto una porzione del suo territorio. Se la rocca medioevale non si è conservata fino ai giorni nostri a causa della distruzione del 1944 ad opera dei tedeschi, il centro storico contiene ancora larghi tratti della cinta muraria con archi e torri, tra cui quella di San Matteo del sec. XIV; la pieve di Santo Stefano, ristrutturata, conserva invece un antico crocefisso ligneo del sec. XIII. Altri monumenti di un certo interesse sono: la chiesa della Madonna del Soccorso, il Conservatorio di Santa Marta del 1592, la chiesetta di San Sebastiano del sec. XV e, a Marti, la chiesa di Santa Maria Novella del 1332. Attualmente l'antica vocazione rurale si è evoluta in modo piuttosto significativo verso una forma economica e socio-culturale di tipo industriale.  

Economia

Un'intensa laboriosità si riflette in un discreto andamento globale dell'economia. La principale fonte di reddito deriva dalla piccola industria, imperniata nella produzione di abbigliamento in pelle e calzature; ci sono difatti molti tomaifici, suolifici e tacchifici. Un'industria di imbottigliamento dell'acqua minerale, inoltre, sfrutta una sorgente situata sul suo territorio. L'attività primaria, in netto calo, continua ad essere praticata con le coltivazioni di viti, olivi e cereali e con l'allevamento dei bovini. Il sistema dei servizi locali nel complesso risulta poco articolato; accanto alle scuole dell'obbligo si trova un istituto magistrale; le strutture alberghiere e gli esercizi di ristoro sono in numero limitato e assolutamente carenti le attrezzature per lo sport ed il tempo libero. Il sistema socio-sanitario è presente con un distretto sanitario e un centro diurno.  

Un'intensa laboriosità si riflette in un discreto andamento globale dell'economia. La principale fonte di reddito deriva dalla piccola industria, imperniata nella produzione di abbigliamento in pelle e calzature; ci sono difatti molti tomaifici, suolifici e tacchifici. Un'industria di imbottigliamento dell'acqua minerale, inoltre, sfrutta una sorgente situata sul suo territorio. L'attività primaria, in netto calo, continua ad essere praticata con le coltivazioni di viti, olivi e cereali e con l'allevamento dei bovini. Il sistema dei servizi locali nel complesso risulta poco articolato; accanto alle scuole dell'obbligo si trova un istituto magistrale; le strutture alberghiere e gli esercizi di ristoro sono in numero limitato e assolutamente carenti le attrezzature per lo sport ed il tempo libero. Il sistema socio-sanitario è presente con un distretto sanitario e un centro diurno.  

Relazioni

Potendo contare su facili comunicazioni, anche se l'attività turistica non è particolarmente sviluppata nelle strutture, il paese vede ogni estate un certo numero di visitatori che vanno a riempire le case lasciate vuote l'inverno. Le attrazioni maggiori sono rappresentate dal patrimonio boschivo, soprattutto per gli amanti della caccia, e da alcune manifestazioni folcloristiche come la fiera degli uccelli (ultima domenica di settembre) ed una sagra storica in costume con gara di arcieri dei rioni (seconda e terza domenica di settembre). La festa del Patrono, Santo Stefano, si celebra il 26 dicembre.

Potendo contare su facili comunicazioni, anche se l'attività turistica non è particolarmente sviluppata nelle strutture, il paese vede ogni estate un certo numero di visitatori che vanno a riempire le case lasciate vuote l'inverno. Le attrazioni maggiori sono rappresentate dal patrimonio boschivo, soprattutto per gli amanti della caccia, e da alcune manifestazioni folcloristiche come la fiera degli uccelli (ultima domenica di settembre) ed una sagra storica in costume con gara di arcieri dei rioni (seconda e terza domenica di settembre). La festa del Patrono, Santo Stefano, si celebra il 26 dicembre.

Località

Casina, Castel del Bosco, Gasparrino, Marti, Masoria, Mazzana, Muscianello, Musciano, San Lorenzo, San Romano, Sant'Andrea alle Fornaci, Varramista

Casina, Castel del Bosco, Gasparrino, Marti, Masoria, Mazzana, Muscianello, Musciano, San Lorenzo, San Romano, Sant'Andrea alle Fornaci, Varramista

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Montopoli in Val d'Arno rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.