Descrizione

Cittadina di montagna di antichissime origini, sorretta principalmente dall'industria, dal commercio e dal terziario dei servizi. La maggior parte dei montesarchiari, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, si concentra nel capoluogo comunale, il cui nucleo più antico è posto su un cocuzzolo e dominato da un castello quattrocentesco; il resto della comunità, oltre a risiedere in quartieri più nuovi, estesi nella piana sottostante il centro storico, si distribuisce in un certo numero di case sparse sui fondi, nell'aggregato urbano elementare di Monaca e nelle località di Cirignano e Tufara. Il territorio comunale è caratterizzato da un profilo geometrico molto vario: stretto tra i massicci calcarei del Taburno e del Partenio, occupa una consistente porzione della fertile e pianeggiante Valle Caudina, solcata dai rami superiori del fiume Isclero. Il resto dell'agro montesarchiaro è occupato prevalentemente da colli rivestiti di boschi e segnati dalle geometrie dei vigneti e dei frutteti.

Cittadina di montagna di antichissime origini, sorretta principalmente dall'industria, dal commercio e dal terziario dei servizi. La maggior parte dei montesarchiari, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, si concentra nel capoluogo comunale, il cui nucleo più antico è posto su un cocuzzolo e dominato da un castello quattrocentesco; il resto della comunità, oltre a risiedere in quartieri più nuovi, estesi nella piana sottostante il centro storico, si distribuisce in un certo numero di case sparse sui fondi, nell'aggregato urbano elementare di Monaca e nelle località di Cirignano e Tufara. Il territorio comunale è caratterizzato da un profilo geometrico molto vario: stretto tra i massicci calcarei del Taburno e del Partenio, occupa una consistente porzione della fertile e pianeggiante Valle Caudina, solcata dai rami superiori del fiume Isclero. Il resto dell'agro montesarchiaro è occupato prevalentemente da colli rivestiti di boschi e segnati dalle geometrie dei vigneti e dei frutteti.

Storia

Abitata sin dal neolitico, ospitò antichi insediamenti già nel VII secolo a.C.; vi sorse inoltre la città sannitica di CAUDIUM, la cui precisa posizione all'interno dell'agro comunale non è però ancora stata definita. Menzionata per la prima volta in un documento datato 1073, fu assegnata a Umfredo nel corso del XII secolo, quando i territori beneventani furono divisi tra i conquistatori normanni. Nel 1127 fu ceduta al conte Rainulfo I, il cui cognato Ruggero, già conte di Sicilia e poi duca di Puglia e re delle due Sicilie, se ne impossessò con la forza qualche anno più tardi. Fu donata successivamente da Carlo d'Angiò a Giovanni della Leonessa, la cui famiglia, legata agli Aragonesi, fu espropriata dei propri possedimenti; fu perciò concessa ai Caracciolo ma Alfonso d'Aragona, dopo aver sconfitto in una famosa battaglia il rivale Renato d'Angiò, riuscì nuovamente a impossessarsene. Nel 1453 divenne territorio del demanio regio, passando nel 1480 a Carlo Carafa. Nel corso delle guerre tra Ferdinando il Cattolico e Luigi XII prima, e tra Carlo V e Francesco I poi, il Carafa parteggiò per i francesi e fu per questo spogliato di tutti i suoi possedimenti; il feudo, per volere di Carlo V, fu donato ad Alfonso D'Avalos D'Aquino, sotto la cui dinastia rimase fino al 1861, quando fu aggregato alla provincia di Benevento. Il toponimo va probabilmente interpretato come un composto di “monte” e del termine latino SARCULUM, ‘sarchio', strumento agricolo simile ad una zappa che ricorda, in tutta probabilità, la morfologia del monte su cui sorge l'abitato. Tra le costruzioni più antiche spicca una torre di avvistamento, eretta dai romani, rimaneggiata dai longobardi e successivamente restaurata dagli Aragonesi; era collegata, mediante un passaggio sotterraneo, a un castello medievale (VIII secolo), della cui struttura originaria, dopo la sovrapposizione di un grosso edificio nel XIX secolo, restano tracce nel basamento e nell'ingresso. L'agro comunale ospita inoltre edifici sacri di grande pregio, tra cui figurano l'abbazia medievale di San Nicola, la chiesa e convento di Santa Maria delle Grazie, edificata nel XIII secolo, la chiesa seicentesca della Santissima Trinità e quella settecentesca, con annesso convento, di San Francesco.

Abitata sin dal neolitico, ospitò antichi insediamenti già nel VII secolo a.C.; vi sorse inoltre la città <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=SANNITICA'>sannitica</a> di CAUDIUM, la cui precisa posizione all'interno dell'agro comunale non è però ancora stata definita. Menzionata per la prima volta in un documento datato 1073, fu assegnata a Umfredo nel corso del XII secolo, quando i territori beneventani furono divisi tra i conquistatori <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=NORMANNI'>normanni</a>. Nel 1127 fu ceduta al conte Rainulfo I, il cui cognato Ruggero, già conte di Sicilia e poi duca di Puglia e re delle due Sicilie, se ne impossessò con la forza qualche anno più tardi. Fu donata successivamente da Carlo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=DANGIO'>d'Angiò</a> a Giovanni della Leonessa, la cui famiglia, legata agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=ARAGONESI'>Aragonesi</a>, fu espropriata dei propri possedimenti; fu perciò concessa ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARACCIOLO'>Caracciolo</a> ma Alfonso <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=DARAGONA'>d'Aragona</a>, dopo aver sconfitto in una famosa battaglia il rivale Renato <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=DANGIO'>d'Angiò</a>, riuscì nuovamente a impossessarsene. Nel 1453 divenne territorio del demanio regio, passando nel 1480 a Carlo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARAFA'>Carafa</a>. Nel corso delle guerre tra Ferdinando il Cattolico e Luigi XII prima, e tra Carlo V e Francesco I poi, il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARAFA'>Carafa</a> parteggiò per i francesi e fu per questo spogliato di tutti i suoi possedimenti; il feudo, per volere di Carlo V, fu donato ad <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=ALFONSODAVALOSDAQUINO'>Alfonso D'Avalos D'Aquino</a>, sotto la cui dinastia rimase fino al 1861, quando fu aggregato alla provincia di Benevento. Il toponimo va probabilmente interpretato come un composto di “monte” e del termine latino SARCULUM, ‘sarchio', strumento agricolo simile ad una zappa che ricorda, in tutta probabilità, la morfologia del monte su cui sorge l'abitato. Tra le costruzioni più antiche spicca una torre di avvistamento, eretta dai romani, rimaneggiata dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a> e successivamente restaurata dagli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=ARAGONESI'>Aragonesi</a>; era collegata, mediante un passaggio sotterraneo, a un castello medievale (VIII secolo), della cui struttura originaria, dopo la sovrapposizione di un grosso edificio nel XIX secolo, restano tracce nel basamento e nell'ingresso. L'agro comunale ospita inoltre edifici sacri di grande pregio, tra cui figurano l'abbazia medievale di San Nicola, la chiesa e convento di Santa Maria delle Grazie, edificata nel XIII secolo, la chiesa seicentesca della Santissima Trinità e quella settecentesca, con annesso convento, di San Francesco.

Economia

Il quadro economico locale è trainato essenzialmente dal commercio e dall'industria, attiva nei comparti alimentare, metallurgico, dei materiali da costruzione e dell'energia elettrica. L'agricoltura è alla base dell'esportazione di prodotti ortofrutticoli e di una fiorente industria vinicola, legata soprattutto alla produzione del vino Doc Aglianico del Taburno. All'interno del terziario spicca il comparto dei servizi privati, che comprende quelli maggiormente qualificati, come quello bancario. Sede di una sezione di pretura e degli uffici della guardia di finanza, dispone di alcuni istituti d'istruzione secondaria di secondo grado; le strutture culturali sono rappresentate dal Museo lapidario comunale; articolati sono inoltre l'apparato ricettivo e l'assistenza sanitaria: quest'ultima annovera un presidio distrettuale, un poliambulatorio, un consultorio familiare, la guardia medica, un centro di salute mentale e il Sert (Servizio Tossicodipendenze).

Il quadro economico locale è trainato essenzialmente dal commercio e dall'industria, attiva nei comparti alimentare, metallurgico, dei materiali da costruzione e dell'energia elettrica. L'agricoltura è alla base dell'esportazione di prodotti ortofrutticoli e di una fiorente industria vinicola, legata soprattutto alla produzione del vino Doc Aglianico del Taburno. All'interno del terziario spicca il comparto dei servizi privati, che comprende quelli maggiormente qualificati, come quello bancario. Sede di una sezione di pretura e degli uffici della guardia di finanza, dispone di alcuni istituti d'istruzione secondaria di secondo grado; le strutture culturali sono rappresentate dal Museo lapidario comunale; articolati sono inoltre l'apparato ricettivo e l'assistenza sanitaria: quest'ultima annovera un presidio distrettuale, un poliambulatorio, un consultorio familiare, la guardia medica, un centro di salute mentale e il Sert (Servizio Tossicodipendenze).

Relazioni

Base ideale per escursioni nel cuore di due dei parchi naturali più importanti della regione, quello del Taburno-Camposauro e quello del Partenio, è provvista di boschi di macchia mediterranea e di laghetti collinari; richiama inoltre abbondanti flussi turistici con il vivo interesse suscitato dalle sagre gastronomiche della melanzana (14-16 agosto) e del peperone (27-30 settembre). La festa del Patrono, San Nicola, di Bari si celebra il 6 dicembre. È gemellata con la città francese di La Garde.

Base ideale per escursioni nel cuore di due dei parchi naturali più importanti della regione, quello del Taburno-Camposauro e quello del Partenio, è provvista di boschi di macchia mediterranea e di laghetti collinari; richiama inoltre abbondanti flussi turistici con il vivo interesse suscitato dalle sagre gastronomiche della melanzana (14-16 agosto) e del peperone (27-30 settembre). La festa del Patrono, San Nicola, di Bari si celebra il 6 dicembre. È gemellata con la città francese di La Garde.

Località

Arielle, Arriello, Cappuccini, Cirignano, Izzi, Izzi-Cerretielli, Monaca, Tufara, Varoni

Arielle, Arriello, Cappuccini, Cirignano, Izzi, Izzi-Cerretielli, Monaca, Tufara, Varoni

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Montesarchio rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.