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Descrizione

Comune collinare, fondato nel Medioevo in un territorio popolato fin dall’antichità; la sua economia è sostenuta principalmente dall’agricoltura e dall’allevamento di bestiame. La maggior parte dei mompeani, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, è distribuita nel capoluogo comunale, arroccato sul crinale di una dorsale collinare, e in numerose case sparse; il resto della comunità risiede nei piccoli aggregati urbani di Lavandara e Madonna del Mattone. Il territorio comunale, caratterizzato da un profilo geometrico vario ma non particolarmente aspro, abbraccia un groviglio di verdi colline, che si staccano dai contrafforti boscosi dei monti Sabini. L’ambiente naturale originario si è discretamente conservato, così come la fauna –presso le rive del fiume Farfa è ancora possibile imbattersi nella rarissima lontra–; buona parte dell’agro mompeano, comunque, è adibita alle attività agricole e al pascolo: oliveti e vigneti testimoniano l’operosità dell’uomo e la mitezza del clima. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è raffigurata una torre rossa, merlata “alla guelfa” e posta sulla vetta centrale di un monte verde a tre cime.

Storia

Il ritrovamento di testimonianze di epoca romana attesta l’antichità del popolamento del territorio comunale, sede secondo alcuni studiosi di un insediamento romano o di una villa del generale Pompeo Magno; la fondazione dell’attuale abitato risale invece con molta probabilità al periodo compreso tra la fine del X e l’inizio dell’XI secolo e si deve all’iniziativa di qualche nobile locale. Inserita nei possedimenti dell’abbazia di Farfa, la potente casa monastica la cui influenza politica, religiosa ed economica si estendeva nel Medioevo su buona parte del Lazio e dell’Italia centrale, divenne in seguito feudo dei Savelli e alla fine del XIV secolo passò agli Orsini, ai quali rimase fino al 1635. Nei secoli successivi conobbe la signoria della famiglia fiorentina dei Capponi, di quella romana dei Naro e di quella dei Patrizi, che la tennero fino all’abolizione dei diritti feudali; sotto i Naro, in particolare, visse un periodo di benessere, concretizzatosi nella realizzazione di numerose opere pubbliche. Non è chiara l’origine del toponimo, forse nato dall’unione del termine “monte” con l’antroponimo “Pompeo”. Ai Naro si deve la trasformazione del preesistente castello nell’elegante palazzo baronale, la cui architettura cinque-seicentesca lascia affiorare elementi medievali, come le porte e le mura laterali; fu invece Alessandro Orsini a far restaurare, nella seconda metà del Seicento, la parrocchiale della Natività, edificata nel Trecento e abbellita all’interno da cappelle in stile barocco e da opere pittoriche, tra cui una mirabile tela cinquecentesca raffigurante la Madonna con il Bambino. Interessanti sono anche la seicentesca chiesa di San Carlo e, fuori dell’abitato, quella dedicata a Sant’Egidio.

Economia

La comunità conduce un’esistenza tranquilla, scandita dai ritmi e dalle occupazioni del passato; queste ultime, tutt’altro che in regresso, consistono nella coltivazione di cereali, nella viticoltura e nell’olivicoltura; è largamente praticato anche l’allevamento di ovini, bovini, suini ed equini. Il settore secondario annovera pochissime imprese di dimensioni artigianali, attive nei comparti alimentare, edile e metallurgico; poco rilevante è anche il terziario, rappresentato da una rete commerciale non molto articolata e privo di servizi qualificati, come il credito e le assicurazioni. La dotazione di strutture e servizi di pubblica utilità appare appena sufficiente: il comune è provvisto unicamente degli ordinari uffici municipali e postali e di scuole elementari e medie; non dispone di rilevanti strutture culturali, ad eccezione della biblioteca comunale, e per le necessità di carattere sanitario è costretto a rivolgersi ai comuni limitrofi –sul posto è presente comunque la farmacia–; la presenza di esercizi di ristoro e di strutture per il soggiorno testimonia comunque gli sforzi compiuti finora per valorizzare le potenzialità turistiche del comprensorio mompeano.

Relazioni

L’aria salubre e la quiete che vi regna la rendono un luogo ideale per un soggiorno rilassante e piacevole; la vicinanza dei monti Sabini offre inoltre la possibilità di compiere interessanti escursioni in un ambiente naturale suggestivo e ancora estraneo al turismo di massa. È marginalmente interessata dal flusso di visitatori che gravita sulla vicina abbazia di Farfa, uno dei complessi monastici più importanti dell’intera penisola e un’apprezzata meta di turismo religioso e culturale. La festa del Patrono Sant’Egidio si celebra il primo settembre.

Località

Madonna del Mattone

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Mompeo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

INFO
  • Popolazione 530
  • Lat 42° 14' 51,27'' 42.24757500
  • Long 12° 45' 9,9'' 12.75252500
  • CAP 02040
  • Prefisso 0765
  • Codice ISTAT 057038
  • Codice Catasto F319
  • Altitudine slm 457 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno
    E/2196
  • Superficie 10.89 Km2
  • Densità 48,67 ab/Km2
  • Sismicità Zona 2B
  • Alba 04:35
  • Tramonto 19:41
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