Descrizione

Centro collinare, di costruzione moderna, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole. I mazzaronesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nel nucleo urbano minore di Leva e in numerose case sparse. Il territorio, fertile e produttivo per la presenza di sorgive, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche sensibili. L’abitato, che sorge disteso su un colle, con case a schiera prevalentemente di recente costruzione, accostate le une alle altre, mostra segni di forte espansione edilizia, dovuta, evidentemente, anche all’incremento demografico, che fa registrare valori positivi nonostante il saldo negativo del movimento migratorio. Tutt’intorno lo costeggiano rigogliosi vigneti, che caratterizzano il panorama del comune, in cui la vegetazione impone dovunque la sua presenza, anche con enormi orti o giardini intorno alle abitazioni. Lo stemma comunale, troncato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Lo sfondo dorato del campo superiore è attraversato da un cuneo rosso recante un grappolo d’uva giallo; quello inferiore è costituito da scacchi gialli e azzurri. Lo scudo è munito di una bordatura partita d’argento e amaranto.

Centro collinare, di costruzione moderna, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole. I mazzaronesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nel nucleo urbano minore di Leva e in numerose case sparse. Il territorio, fertile e produttivo per la presenza di sorgive, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche sensibili. L’abitato, che sorge disteso su un colle, con case a schiera prevalentemente di recente costruzione, accostate le une alle altre, mostra segni di forte espansione edilizia, dovuta, evidentemente, anche all’incremento demografico, che fa registrare valori positivi nonostante il saldo negativo del movimento migratorio. Tutt’intorno lo costeggiano rigogliosi vigneti, che caratterizzano il panorama del comune, in cui la vegetazione impone dovunque la sua presenza, anche con enormi orti o giardini intorno alle abitazioni. Lo stemma comunale, troncato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Lo sfondo dorato del campo superiore è attraversato da un cuneo rosso recante un grappolo d’uva giallo; quello inferiore è costituito da scacchi gialli e azzurri. Lo scudo è munito di una bordatura partita d’argento e amaranto.

Storia

Il toponimo deriva, con molta probabilità, dal nome di un fiume vicino, forse il Dirillo, citato in documenti medievali come “Mazarunus”. L’attuale agglomerato urbano insiste quasi per intero sull’area dell’ex feudo di Mazzarrone, mentre insiste su quella dell’ex feudo Sciri Sottano la rimanente parte, a nord. Ottenne l’autonomia amministrativa come comune a partire dal 1976; fino a quella data il borgo aveva sempre fatto parte del territorio di Caltagirone, di cui aveva condiviso le vicende storiche. Sono molto poche le attestazioni documentate certe circa la costituzione del primo nucleo abitativo nel sito dell’attuale comune. Il suo patrimonio artistico è privo di testimonianze storico-architettoniche che certifichino l’evoluzione della cultura dei secoli passati. Le cose più importanti da vedere sono di costruzione recente; tra esse si segnalano gli impianti per la trasformazione dell’uva da tavola e da vino in mosti. L’architettura religiosa è rappresentata, sostanzialmente, da due edifici: la chiesa dedicata a S. Giuseppe e quella dedicata al Sacro Cuore di Gesù. La prima, che è la chiesa madre, si trova sulla piazza centrale e presenta, come motivo di interesse artistico, un soffitto a cassettoni decorati. Quella del Sacro Cuore, dotata anche di casa canonica, custodisce un crocifisso di legno e qualche affresco di discreta fattura.

Il toponimo deriva, con molta probabilità, dal nome di un fiume vicino, forse il Dirillo, citato in documenti medievali come “Mazarunus”. L’attuale agglomerato urbano insiste quasi per intero sull’area dell’ex feudo di Mazzarrone, mentre insiste su quella dell’ex feudo Sciri Sottano la rimanente parte, a nord. Ottenne l’autonomia amministrativa come comune a partire dal 1976; fino a quella data il borgo aveva sempre fatto parte del territorio di Caltagirone, di cui aveva condiviso le vicende storiche. Sono molto poche le attestazioni documentate certe circa la costituzione del primo nucleo abitativo nel sito dell’attuale comune. Il suo patrimonio artistico è privo di testimonianze storico-architettoniche che certifichino l’evoluzione della cultura dei secoli passati. Le cose più importanti da vedere sono di costruzione recente; tra esse si segnalano gli impianti per la trasformazione dell’uva da tavola e da vino in mosti. L’architettura religiosa è rappresentata, sostanzialmente, da due edifici: la chiesa dedicata a S. Giuseppe e quella dedicata al Sacro Cuore di Gesù. La prima, che è la chiesa madre, si trova sulla piazza centrale e presenta, come motivo di interesse artistico, un soffitto a cassettoni decorati. Quella del Sacro Cuore, dotata anche di casa canonica, custodisce un crocifisso di legno e qualche affresco di discreta fattura.

Economia

È sede di stazione dei carabinieri. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, uva (sia quella da tavola, sia quella utilizzata per la produzione di vino Doc), olive, agrumi e altra frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, ovini e caprini. L’industria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni operanti nei comparti: alimentare, metalmeccanico, della lavorazione del legno e dell’edilizia. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell’insieme dei servizi più qualificati, che comprendono quello bancario. Tra le strutture sociali si annovera un asilo nido. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario, localmente è assicurato il servizio farmaceutico.

È sede di stazione dei carabinieri. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, uva (sia quella da tavola, sia quella utilizzata per la produzione di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=VINODOC'>vino Doc</a>), olive, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=AGRUMI'>agrumi</a> e altra frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, ovini e caprini. L’industria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni operanti nei comparti: alimentare, metalmeccanico, della lavorazione del legno e dell’edilizia. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell’insieme dei servizi più qualificati, che comprendono quello bancario. Tra le strutture sociali si annovera un asilo nido. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario, localmente è assicurato il servizio farmaceutico.

Relazioni

Non figura tra le mete turistiche più ricercate della zona ma si trova in una posizione favorevole per raggiungere interessanti siti naturalistici nei dintorni: la vicina “Riserva Naturale orientata del bosco di San Pietro” è una delle aree verdi più rigogliose ed estese del calatino, che comprende la “Stazione Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia” e il “Centro di Recupero Testuggini”. I rapporti con i comuni vicini, determinati più che altro da motivi di studio, non sono molto intensi. Fatta eccezione per la mostra-mercato dell’uva e la sagra dell’uva, a settembre, non vi si svolgono particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare la popolazione e richiamare visitatori dai dintorni. Il Patrono, San Giuseppe, si festeggia il 19 marzo.

Non figura tra le mete turistiche più ricercate della zona ma si trova in una posizione favorevole per raggiungere interessanti siti naturalistici nei dintorni: la vicina “Riserva Naturale orientata del bosco di San Pietro” è una delle aree verdi più rigogliose ed estese del calatino, che comprende la “Stazione Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia” e il “Centro di Recupero Testuggini”. I rapporti con i comuni vicini, determinati più che altro da motivi di studio, non sono molto intensi. Fatta eccezione per la mostra-mercato dell’uva e la sagra dell’uva, a settembre, non vi si svolgono particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare la popolazione e richiamare visitatori dai dintorni. Il Patrono, San Giuseppe, si festeggia il 19 marzo.

Località

Grassura, Leva, Sette Mesi

Grassura, Leva, Sette Mesi

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Mazzarrone rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.