Descrizione

Centro di origine medievale, con una economia che affianca ai tradizionali settori dell'agricoltura e dell'allevamento uno sviluppo industriale e commerciale. La popolazione liccianese, caratterizzata da un indice di vecchiaia chiaramente al di sopra della media, è distribuita in numerose località, quali: Amola, Apella, Bastia, Cisigliana, Costamala, Masero, Ponterotto, Monti, Panicale, Paretola, Pontebosio, Ponte Taverone, Ripola, Taponecco, Tavernelle, Terrarossa, Varano, Villa di Panicale. Il centro abitato, che, a partire dagli anni'70, ha subito una forte espansione edilizia, da un originario nucleo tipicamente montano si è ormai esteso fino a valle: accanto a nuclei, come Apella, che raggiungono un'altitudine di quasi 700 metri, ci sono centri, come Ponte Taverone, ad appena 67 metri. La stessa difformità si riscontra nella consistenza demografica delle varie località, delle quali solo otto superano i cento abitanti: dai poco più 100 di Pontebosio si arriva agli oltre 700 del capoluogo comunale e addirittura agli oltre 1000 della località Monti. La fascia d'oro che taglia lo stemma ripropone il riferimento al ruolo esercitato su questi territori dell'antica città di Luni. Le stelle, in alto nello scudo, simboleggiano speranza e augurio.  

Centro di origine medievale, con una economia che affianca ai tradizionali settori dell'agricoltura e dell'allevamento uno sviluppo industriale e commerciale. La popolazione liccianese, caratterizzata da un indice di vecchiaia chiaramente al di sopra della media, è distribuita in numerose località, quali: Amola, Apella, Bastia, Cisigliana, Costamala, Masero, Ponterotto, Monti, Panicale, Paretola, Pontebosio, Ponte Taverone, Ripola, Taponecco, Tavernelle, Terrarossa, Varano, Villa di Panicale. Il centro abitato, che, a partire dagli anni'70, ha subito una forte espansione edilizia, da un originario nucleo tipicamente montano si è ormai esteso fino a valle: accanto a nuclei, come Apella, che raggiungono un'altitudine di quasi 700 metri, ci sono centri, come Ponte Taverone, ad appena 67 metri. La stessa difformità si riscontra nella consistenza demografica delle varie località, delle quali solo otto superano i cento abitanti: dai poco più 100 di Pontebosio si arriva agli oltre 700 del capoluogo comunale e addirittura agli oltre 1000 della località Monti. La fascia d'oro che taglia lo stemma ripropone il riferimento al ruolo esercitato su questi territori dell'antica città di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=TOS&parola=LUNI'>Luni</a>. Le stelle, in alto nello scudo, simboleggiano speranza e augurio.  

Storia

In origine si chiamava solo Licciana; ha raggiunto il secondo nome solo dal 1933, in memoria di Anacarsi Nardi, martire del Risorgimento, morto insieme ai Fratelli Bandiera. Fu spesso oggetto di contesa durante i secoli per via della sua posizione strategica, costituendo un passaggio obbligato dalla Toscana all'Emilia. In origine, faceva parte, probabilmente, della circoscrizione di Luni; passò in seguito sotto l'abbazia benedettina di S. Caprasio di Aulla. Nel 1076 cadde in mano estense e per un secolo fu della famiglia Maregnana, finché nel 1265 divenne feudo dei Malaspina e dei Marchesi di Virgolette. Divenne quindi una famosa fortezza, contesa da diversi capitani di ventura (Filippo Maria Visconti, Francesco Sforza). Nel 1797 entrò a far parte della Repubblica Cisalpina fino al 1815, anno in cui passò agli Estensi. Tra i monumenti di maggiore interesse, nella frazione di Bastia e Monti due castelli, rispettivamente del XV e XIII secolo, appaiono ancora splendidamente conservati, soprattutto quello di Monti, oggetto di più recenti restauri, e ricordano la potenza dei marchesi Malaspina, cui va attribuito anche il palazzo seicentesco di Terrarossa. Sull'antica rocca, invece, fu costruito un palazzo di cui ancora si può ammirare la facciata rinascimentale. L'economia e l'assetto sociale di questo centro si sono evoluti parallelamente, passando da un modello agricolo ad uno agro-industriale.  

In origine si chiamava solo Licciana; ha raggiunto il secondo nome solo dal 1933, in memoria di Anacarsi Nardi, martire del Risorgimento, morto insieme ai Fratelli Bandiera. Fu spesso oggetto di contesa durante i secoli per via della sua posizione strategica, costituendo un passaggio obbligato dalla Toscana all'Emilia. In origine, faceva parte, probabilmente, della circoscrizione di Luni; passò in seguito sotto l'abbazia benedettina di S. Caprasio di Aulla. Nel 1076 cadde in mano estense e per un secolo fu della famiglia Maregnana, finché nel 1265 divenne feudo dei Malaspina e dei Marchesi di Virgolette. Divenne quindi una famosa fortezza, contesa da diversi capitani di ventura (Filippo Maria Visconti, Francesco Sforza). Nel 1797 entrò a far parte della Repubblica Cisalpina fino al 1815, anno in cui passò agli Estensi. Tra i monumenti di maggiore interesse, nella frazione di Bastia e Monti due castelli, rispettivamente del XV e XIII secolo, appaiono ancora splendidamente conservati, soprattutto quello di Monti, oggetto di più recenti restauri, e ricordano la potenza dei marchesi Malaspina, cui va attribuito anche il palazzo seicentesco di Terrarossa. Sull'antica rocca, invece, fu costruito un palazzo di cui ancora si può ammirare la facciata rinascimentale. L'economia e l'assetto sociale di questo centro si sono evoluti parallelamente, passando da un modello agricolo ad uno agro-industriale.  

Economia

Uffici e servizi in genere appaiono sottodimensionati rispetto alla consistenza demografica del comune, contribuendo a determinare un certo ristagno nella vita culturale e nella creazione di opportunità di utilizzazione del tempo libero. Le strutture scolastiche, ad esempio, si limitano alle classi dell'obbligo. Le stesse strutture produttive sono di modesto rilievo, anche se riescono a tenere in piedi un'economia non arretrata, basata prevalentemente sulla lavorazione del marmo e sui prodotti di carpenteria. Da registrare, comunque, la presenza di un consultorio familiare e quella di un campo sportivo.    

Uffici e servizi in genere appaiono sottodimensionati rispetto alla consistenza demografica del comune, contribuendo a determinare un certo ristagno nella vita culturale e nella creazione di opportunità di utilizzazione del tempo libero. Le strutture scolastiche, ad esempio, si limitano alle classi dell'obbligo. Le stesse strutture produttive sono di modesto rilievo, anche se riescono a tenere in piedi un'economia non arretrata, basata prevalentemente sulla lavorazione del marmo e sui prodotti di carpenteria. Da registrare, comunque, la presenza di un consultorio familiare e quella di un campo sportivo.    

Relazioni

Paese piuttosto tranquillo, non è caratterizzato da rapporti intensi con i paesi vicini, né si può considerare meta turistica ambita. Eppure di attrattive la zona ne avrebbe, come del resto tutta la Lunigiana: innanzitutto l'ambiente naturale ancora integro e suggestivo, ad un passo dal mare di Liguria e Toscana ma ai piedi dell'Appennino e con le Alpi Apuane davvero vicine; e poi le tracce di un passato glorioso che in tutta la zona fanno mostra di sé. Il patrono del paese, San Giacomo, viene festeggiato il 25 luglio. Ha contribuito alla cultura e alla politica nazionale, dando i natali al geologo Igino Cocchi (1837-1913) al sindacalista Alceste de Ambris e a molti altri personaggi, oltre che al patriota Anacarsi Nardi.

Paese piuttosto tranquillo, non è caratterizzato da rapporti intensi con i paesi vicini, né si può considerare meta turistica ambita. Eppure di attrattive la zona ne avrebbe, come del resto tutta la Lunigiana: innanzitutto l'ambiente naturale ancora integro e suggestivo, ad un passo dal mare di Liguria e Toscana ma ai piedi dell'Appennino e con le Alpi Apuane davvero vicine; e poi le tracce di un passato glorioso che in tutta la zona fanno mostra di sé. Il patrono del paese, San Giacomo, viene festeggiato il 25 luglio. Ha contribuito alla cultura e alla politica nazionale, dando i natali al geologo Igino Cocchi (1837-1913) al sindacalista Alceste de Ambris e a molti altri personaggi, oltre che al patriota Anacarsi Nardi.

Località

Amola, Apella, Baccana, Bastia, Cadrecca, Campocontro, Canalescuro, Cisigliana, Corta, Costamala, Cuccarello, Maestà dei Saldi, Magliola, Masero, Molino del Ponterotto, Monte Bocco, Monti, Panicale, Paretola, Ponte Taverone, Pontebosio, Ripola, Salano, Taponecco, Tavernelle, Terrarossa, Varano, Villa di Panicale

Amola, Apella, Baccana, Bastia, Cadrecca, Campocontro, Canalescuro, Cisigliana, Corta, Costamala, Cuccarello, Maestà dei Saldi, Magliola, Masero, Molino del Ponterotto, Monte Bocco, Monti, Panicale, Paretola, Ponte Taverone, Pontebosio, Ripola, Salano, Taponecco, Tavernelle, Terrarossa, Varano, Villa di Panicale

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Licciana Nardi rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.