Descrizione

Comune (classificato "sparso") medievale dell'Arcipelago Toscano, composto dai tre agglomerati urbani dell'isola (da molti preferita all'Elba per le sue ridotte dimensioni e la natura più aspra dei paesaggi): il capoluogo Giglio Castello, Giglio Campese e Giglio Porto nonché all'insediamento dell'isola di Giannutri. Il territorio, di formazione granitica, è interamente collinare e costituito da isole marittime, con coste rocciose e scoscese che scendono direttamente sul mare, (l'isola della Cappa e l'isola le Scale sono basse e disabitate), ed è popolato dalla fauna tipica dell'isola, come il coniglio selvatico, il muflone e le murene, allevate a Giglio Porto. Fonte di guadagno principale della popolazione gigliese è l'attività Turistica; il tasso di invecchiamento è nettamente superiore alla media nazionale. Il castello che domina al centro dello scudo comunale è emblema del potere della famiglia senese Piccolomini, successivo a quello degli Aldobrandeschi, mentre i gigli che lo incorniciano alludono direttamente al nome dell'isola richiamando alla memoria l'influenza esercitata sull'arcipelago dal capoluogo fiorentino.  

Comune (classificato "sparso") medievale dell'Arcipelago Toscano, composto dai tre agglomerati urbani dell'isola (da molti preferita all'Elba per le sue ridotte dimensioni e la natura più aspra dei paesaggi): il capoluogo Giglio Castello, Giglio Campese e Giglio Porto nonché all'insediamento dell'isola di Giannutri. Il territorio, di formazione granitica, è interamente collinare e costituito da isole marittime, con coste rocciose e scoscese che scendono direttamente sul mare, (l'isola della Cappa e l'isola le Scale sono basse e disabitate), ed è popolato dalla fauna tipica dell'isola, come il coniglio selvatico, il muflone e le murene, allevate a Giglio Porto. Fonte di guadagno principale della popolazione gigliese è l'attività Turistica; il tasso di invecchiamento è nettamente superiore alla media nazionale. Il castello che domina al centro dello scudo comunale è emblema del potere della famiglia senese Piccolomini, successivo a quello degli Aldobrandeschi, mentre i gigli che lo incorniciano alludono direttamente al nome dell'isola richiamando alla memoria l'influenza esercitata sull'arcipelago dal capoluogo fiorentino.  

Storia

La storia dell'isola e di questa parte dell'arcipelago è particolarmente turbolenta, segnata da una serie di repentine e alternanti dominazioni da parte delle potenti signorie della terraferma e dalla costante minaccia dei pirati saraceni, che per secoli hanno insidiato l'isola e la sua popolazione. Certamente già abitata dagli etruschi, in epoca romana è proprietà della famiglia dei Domizi Enobarbi; nel IX sec. fa parte con Giannutri del territorio dell'abbazia romana delle Tre Fontane e tra il XII e il XIII sec. della contea degli Aldobrandeschi, cui si deve l'innalzamento del castello. Il feudo passa successivamente nelle mani dei Pannocchieschi, degli Orsini, dei Caetani, del Comune di Perugia e della repubblica di Siena; di nuovo conteso da Pisa e Firenze, nel 1448 è occupato da Alfonso d'Aragona che nel 1459 cede l'isola a papa Pio II Piccolomini. Sempre scarsamente popolato, tra il XV e il XVI sec. il territorio subisce un grave declino demografico a causa delle continue scorrerie piratesche da parte dei saraceni di stanza a Giannutri: uno degli episodi più cruenti racconta di ben 700 abitanti dell'isola catturati e deportati al mercato degli schiavi di Costantinopoli dal pirata Krair ad-din Barbarossa. Con il granducato mediceo, che erige Giannutri a base navale anticorsara, il pericolo saraceno è allontanato definitivamente. Intatte a Giglio Castello la Rocca e la Parrocchiale del Trecento; in località Porto si trovano la Torre di Campese, la Torre del Lazzaretto e il Faro Vecchio che sovrasta il molo; a Giannutri, infine, sono conservati i resti di un'antica villa romana.  

La storia dell'isola e di questa parte dell'arcipelago è particolarmente turbolenta, segnata da una serie di repentine e alternanti dominazioni da parte delle potenti signorie della terraferma e dalla costante minaccia dei pirati saraceni, che per secoli hanno insidiato l'isola e la sua popolazione. Certamente già abitata dagli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=TOS&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a>, in epoca romana è proprietà della famiglia dei Domizi Enobarbi; nel IX sec. fa parte con Giannutri del territorio dell'abbazia romana delle Tre Fontane e tra il XII e il XIII sec. della contea degli Aldobrandeschi, cui si deve l'innalzamento del castello. Il feudo passa successivamente nelle mani dei Pannocchieschi, degli Orsini, dei Caetani, del Comune di Perugia e della repubblica di Siena; di nuovo conteso da Pisa e Firenze, nel 1448 è occupato da Alfonso d'Aragona che nel 1459 cede l'isola a papa Pio II Piccolomini. Sempre scarsamente popolato, tra il XV e il XVI sec. il territorio subisce un grave declino demografico a causa delle continue scorrerie piratesche da parte dei saraceni di stanza a Giannutri: uno degli episodi più cruenti racconta di ben 700 abitanti dell'isola catturati e deportati al mercato degli schiavi di Costantinopoli dal pirata Krair ad-din Barbarossa. Con il granducato mediceo, che erige Giannutri a base navale anticorsara, il pericolo saraceno è allontanato definitivamente. Intatte a Giglio Castello la Rocca e la Parrocchiale del Trecento; in località Porto si trovano la Torre di Campese, la Torre del Lazzaretto e il Faro Vecchio che sovrasta il molo; a Giannutri, infine, sono conservati i resti di un'antica villa romana.  

Economia

Alla efficiente rete di servizi a supporto del turismo corrisponde, per la popolazione residente, l'insufficienza dei servizi pubblici, per i quali è necessario imbarcarsi per la terraferma. L'afflusso di presenze stagionali, comunque, alimenta tutto il complesso delle attività legate al terziario turistico. Di livello le strutture ricettive (alberghi a Giglio Porto, camere e appartamenti in locazione stagionale, campeggio), gli esercizi di ristoro, gli stabilimenti balneari (a Campese e Giglio Porto) e gli impianti per il tempo libero e lo sport (campi da tennis, maneggi, scuola da sub). Le uniche imprese produttive dell'isola sono le cave di granito e di pietra per l'edilizia; ormai in abbandono quelle di pirite. Coltura tradizionale quella della vite, da cui si ricava l'"Ansonico" il tipico vino isolano rinomato quanto le altre specialità gastronomiche: il coniglio selvatico alla cacciatora e il dolce tipo panforte detto panificato. Nel capoluogo ci sono le scuole elementari e medie ed una stazione dei Carabinieri, mentre al Porto sono attivi due centri di Pronto Soccorso della Usl ed un ufficio della Guardia di Finanza.      

Alla efficiente rete di servizi a supporto del turismo corrisponde, per la popolazione residente, l'insufficienza dei servizi pubblici, per i quali è necessario imbarcarsi per la terraferma. L'afflusso di presenze stagionali, comunque, alimenta tutto il complesso delle attività legate al terziario turistico. Di livello le strutture ricettive (alberghi a Giglio Porto, camere e appartamenti in locazione stagionale, campeggio), gli esercizi di ristoro, gli stabilimenti balneari (a Campese e Giglio Porto) e gli impianti per il tempo libero e lo sport (campi da tennis, maneggi, scuola da sub). Le uniche imprese produttive dell'isola sono le cave di granito e di pietra per l'edilizia; ormai in abbandono quelle di pirite. Coltura tradizionale quella della vite, da cui si ricava l'"Ansonico" il tipico vino isolano rinomato quanto le altre specialità gastronomiche: il coniglio selvatico alla cacciatora e il dolce tipo panforte detto panificato. Nel capoluogo ci sono le scuole elementari e medie ed una stazione dei Carabinieri, mentre al Porto sono attivi due centri di Pronto Soccorso della Usl ed un ufficio della Guardia di Finanza.      

Relazioni

Oltre alle attrattive dell'ambiente naturale e dei monumenti storici offre un nutrito calendario di manifestazioni popolari: il 16 agosto la festa di San Rocco, il 15 settembre, a Giglio Castello, la sagra del coniglio selvatico, che dura quattro giorni, il 10 agosto la processione di San Lorenzo, che si conclude con il caratteristico Palio dei Somari. Il Patrono Santo Massimiliano, si festeggia il 15 settembre.

Oltre alle attrattive dell'ambiente naturale e dei monumenti storici offre un nutrito calendario di manifestazioni popolari: il 16 agosto la festa di San Rocco, il 15 settembre, a Giglio Castello, la sagra del coniglio selvatico, che dura quattro giorni, il 10 agosto la processione di San Lorenzo, che si conclude con il caratteristico Palio dei Somari. Il Patrono Santo Massimiliano, si festeggia il 15 settembre.

Località

Arenella, Cannelle, Giannutri, Giglio Campese, Giglio Castello, Giglio Porto, Spalmatoio-Ischiaiola, Villaggio Grotte

Arenella, Cannelle, Giannutri, Giglio Campese, Giglio Castello, Giglio Porto, Spalmatoio-Ischiaiola, Villaggio Grotte

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Isola del Giglio rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.