Descrizione

Comune di montagna di origine medievale, sorretto principalmente dall’agricoltura e dalla zootecnia. La maggior parte dei ginestresi, il cui indice di vecchiaia è di poco superiore alla media, risiede nel capoluogo comunale, raccolto sul crinale di uno sperone dalla forma triangolare e affacciato sul corso del torrente Ginestra; il resto della comunità si distribuisce in un certo numero di case sparse sui fondi. Il territorio comunale, caratterizzato da un profilo geometrico molto vario, si estende alle falde del monte Calvello, una delle cime più elevate dell’Appennino sannita; solcato da brevi rami fluviali, presenta per lo più un aspetto tipicamente rurale; tuttavia, sui fianchi delle montagne si distendono fitti boschi di querce, faggi, pioppi e alberi di noci, habitat di una variegata avifauna, che annovera, oltre a uccelli del bosco comuni nelle aree appenniniche, rapaci quali la poiana, il nibbio, il barbagianni e l’assiolo. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è raffigurato un castello dorato a due torri, affiancato da due gigli e accompagnato, in capo, da un cespo di ginestre fiorite, accostato da due stelle d’argento.

Comune di montagna di origine medievale, sorretto principalmente dall’agricoltura e dalla zootecnia. La maggior parte dei ginestresi, il cui indice di vecchiaia è di poco superiore alla media, risiede nel capoluogo comunale, raccolto sul crinale di uno sperone dalla forma triangolare e affacciato sul corso del torrente Ginestra; il resto della comunità si distribuisce in un certo numero di case sparse sui fondi. Il territorio comunale, caratterizzato da un profilo geometrico molto vario, si estende alle falde del monte Calvello, una delle cime più elevate dell’Appennino <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=SANNITA'>sannita</a>; solcato da brevi rami fluviali, presenta per lo più un aspetto tipicamente rurale; tuttavia, sui fianchi delle montagne si distendono fitti boschi di querce, faggi, pioppi e alberi di noci, habitat di una variegata avifauna, che annovera, oltre a uccelli del bosco comuni nelle aree appenniniche, rapaci quali la poiana, il nibbio, il barbagianni e l’assiolo. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è raffigurato un castello dorato a due torri, affiancato da due gigli e accompagnato, in capo, da un cespo di ginestre fiorite, accostato da due stelle d’argento.

Storia

Di fondazione medievale, faceva parte in epoca normanna (XI secolo) della contea di Buonalbergo. Sotto gli Angioini appartenne ai Pagano, ai Sabariani e agli Sforza; alla fine del XV secolo fu ceduta ai Carafa, sotto la cui autorità rimase fino al 1579, quando fu venduta ai Caracciolo. Nel XVI secolo vi si trasferirono famiglie di schiavoni e albanesi. Nel 1615, durante la dominazione spagnola, divenne possedimento degli Spina e, due anni più tardi, dei Ciaburri. Annessa fino al 1811 al principato Ultra, fu aggregata alla provincia di Capitanata e, nel 1861, a quella di Benevento. Il toponimo riflette il fitonimo “ginestra”, in riferimento all’abbondanza di quest’arbusto nell’agro comunale; la specificazione si riferisce invece all’antica presenza nella zona di gruppi di ceppo slavo. Al centro dell’abitato si erge la chiesa madre, dedicata ai Santi Pietro e Paolo: appartenuta ai Ciaburro e ristrutturata nel 1763, è sorta nello stesso sito dell’antica chiesa di Santa Maria, citata già nel Cinquecento dai vescovi di Ariano; di quest’ultima sono rimaste alcune statue, l’architrave, il campanile e due pietre tombali del 1713. Degna di nota è inoltre la piccola cappella di Sant’Antonio, con muri in pietra smussata e portale in pietra calcarea.

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Economia

L’economia locale è di stampo essenzialmente rurale: quasi la metà della popolazione attiva locale si dedica, infatti, alla produzione di legumi, frutta e foraggio nonché all’allevamento di ovini e bovini, alla base, quest’ultimo, di un fiorente commercio di bestiame. Modesto è invece il contributo del settore industriale, composto da pochissime imprese a carattere artigianale, che operano nei comparti alimentare, metallurgico e dei materiali da costruzione. Il terziario non include servizi privati più qualificati e annovera una rete commerciale strettamente commisurata alle esigenze della comunità. Ospita gli uffici deputati al funzionamento degli normali servizi municipali e postali. È dotata di scuole materne, elementari e medie ma difetta sia di rilevanti strutture culturali sia di strutture ricettive; per quanto riguarda l’assistenza sanitaria può fare affidamento su un ufficio sanitario e sulla farmacia.

L’economia locale è di stampo essenzialmente rurale: quasi la metà della popolazione attiva locale si dedica, infatti, alla produzione di legumi, frutta e foraggio nonché all’allevamento di ovini e bovini, alla base, quest’ultimo, di un fiorente commercio di bestiame. Modesto è invece il contributo del settore industriale, composto da pochissime imprese a carattere artigianale, che operano nei comparti alimentare, metallurgico e dei materiali da costruzione. Il terziario non include servizi privati più qualificati e annovera una rete commerciale strettamente commisurata alle esigenze della comunità. Ospita gli uffici deputati al funzionamento degli normali servizi municipali e postali. È dotata di scuole materne, elementari e medie ma difetta sia di rilevanti strutture culturali sia di strutture ricettive; per quanto riguarda l’assistenza sanitaria può fare affidamento su un ufficio sanitario e sulla farmacia.

Relazioni

La posizione isolata non permette di valorizzare in modo adeguato le risorse naturalistiche di cui è dotata; è meta tuttavia di un discreto flusso di visitatori per via delle manifestazioni tradizionali che vi si svolgono: il 19 marzo si festeggia San Giuseppe, con l’accensione di falò davanti alle porte delle abitazioni; nei giorni a cavallo di ferragosto ha luogo la “Festa dell’emigrante”, dedicata ai molti ginestresi che hanno scelto di vivere altrove; in autunno si tengono la “Festa del Rosario” (prima domenica di ottobre) e quella del Ringraziamento (primo novembre), accompagnata quest’ultima da una fiera. Il Patrono, Sant’Antonio, si festeggia il 13 luglio.

La posizione isolata non permette di valorizzare in modo adeguato le risorse naturalistiche di cui è dotata; è meta tuttavia di un discreto flusso di visitatori per via delle manifestazioni tradizionali che vi si svolgono: il 19 marzo si festeggia San Giuseppe, con l’accensione di falò davanti alle porte delle abitazioni; nei giorni a cavallo di ferragosto ha luogo la “Festa dell’emigrante”, dedicata ai molti ginestresi che hanno scelto di vivere altrove; in autunno si tengono la “Festa del Rosario” (prima domenica di ottobre) e quella del Ringraziamento (primo novembre), accompagnata quest’ultima da una fiera. Il Patrono, Sant’Antonio, si festeggia il 13 luglio.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Ginestra degli Schiavoni rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.