Descrizione

Centro di pianura, di origine antica; basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole, affiancate da una modesta attività industriale. I favriesi, con un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione è distribuita nei nuclei urbani minori di Bottini, Canavetti, Chiarabaglia, Manesco, San Giuseppe, Sant’Antonio e in numerose case sparse. Il territorio, fertile e produttivo, presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche appena accennate. L’abitato, che sorge in una pianura alluvionale, mostra segni di espansione edilizia. Lo stemma comunale, troncato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Sullo sfondo azzurro della prima sezione campeggiano tre api d’oro, ordinate in fascia; nella seconda partizione, smaltata di rosso, spicca una ruota d’argento, accompagnata da nove spighe dorate, disposte a raggiera, alternate ai nove denti della ruota.

Centro di pianura, di origine antica; basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole, affiancate da una modesta attività industriale. I favriesi, con un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione è distribuita nei nuclei urbani minori di Bottini, Canavetti, Chiarabaglia, Manesco, San Giuseppe, Sant’Antonio e in numerose case sparse. Il territorio, fertile e produttivo, presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche appena accennate. L’abitato, che sorge in una pianura alluvionale, mostra segni di espansione edilizia. Lo stemma comunale, troncato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Sullo sfondo azzurro della prima sezione campeggiano tre api d’oro, ordinate in fascia; nella seconda partizione, smaltata di rosso, spicca una ruota d’argento, accompagnata da nove spighe dorate, disposte a raggiera, alternate ai nove denti della ruota.

Storia

L’etimologia del toponimo, secondo gli studiosi, è da ricercare nella forma latina FABRICA, la cui attestazione più antica, risale all’anno 1110. Per i filologi, questo termine ha subito un processo di lenizione che ha interessato le consonanti intervocaliche “br” e “c”, da cui è derivato “Favria” e “Faria” con semplificazione del nesso “vr”. Fu abitata dai romani in epoca antica, come testimoniano dei rinvenimenti di reperti archeologici. Le prime attestazioni storiche scritte risalgono invece al 1014, e precisamente a un atto di donazione dell’imperatore Enrico II a favore dell’abbazia di Fruttuaria. Nel XII secolo la giurisdizione del feudo fu concessa ai conti del Canavese da Enrico V. In seguito, l’imperatore Federico Barbarossa, divenutone proprietario, ne affidò il governo ai marchesi di Monferrato. Nel Trecento la dinastia dei Savoia impossessatasi del borgo, ne confermò la giurisdizione ai marchesi di Monferrato, poi in seguito il governo fu affidato ai Valperga di Rivara. Dopo la pace di Cherasco, il feudo ritornò sotto la giurisdizione della famiglia sabauda. Tra le testimonianze storico-architettoniche del suo passato citiamo: il castello costruito nel XIII secolo, circondato da un giardino che custodisce alberi ultracentenari; la parrocchiale dei Santi Michele Arcangelo, Pietro e Paolo, costruita nel XVIII secolo in stile barocco-rococò; la chiesa di San Michele di origine medievale, accanto alla quale si erge una pregevole torre campanaria in stile romanico, e la chiesa di Pietro Vecchio affiancata da un campanile in stile romanico.

L’etimologia del toponimo, secondo gli studiosi, è da ricercare nella forma latina FABRICA, la cui attestazione più antica, risale all’anno 1110. Per i filologi, questo termine ha subito un processo di lenizione che ha interessato le consonanti intervocaliche “br” e “c”, da cui è derivato “Favria” e “Faria” con semplificazione del nesso “vr”. Fu abitata dai romani in epoca antica, come testimoniano dei rinvenimenti di reperti archeologici. Le prime attestazioni storiche scritte risalgono invece al 1014, e precisamente a un atto di donazione dell’imperatore Enrico II a favore dell’abbazia di Fruttuaria. Nel XII secolo la giurisdizione del feudo fu concessa ai conti del Canavese da Enrico V. In seguito, l’imperatore <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=FEDERICOBARBAROSSA'>Federico Barbarossa</a>, divenutone proprietario, ne affidò il governo ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MARCHESIDIMONFERRATO'>marchesi di Monferrato</a>. Nel Trecento la dinastia dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a> impossessatasi del borgo, ne confermò la giurisdizione ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MARCHESIDIMONFERRATO'>marchesi di Monferrato</a>, poi in seguito il governo fu affidato ai Valperga di Rivara. Dopo la pace di Cherasco, il feudo ritornò sotto la giurisdizione della famiglia sabauda. Tra le testimonianze storico-architettoniche del suo passato citiamo: il castello costruito nel XIII secolo, circondato da un giardino che custodisce alberi ultracentenari; la parrocchiale dei Santi Michele Arcangelo, Pietro e Paolo, costruita nel XVIII secolo in stile barocco-rococò; la chiesa di San Michele di origine medievale, accanto alla quale si erge una pregevole torre campanaria in stile romanico, e la chiesa di Pietro Vecchio affiancata da un campanile in stile romanico.

Economia

È sede di Pro Loco. L’agricoltura produce cereali, frumento, foraggi, uva e altra frutta. Parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia: si allevano bovini, suini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni che operano nei comparti: alimentare (lavorazione e conservazione del pesce), del legno, della lavorazione di articoli in gomma e in plastica, della pietra, dei mobili, dei prodotti farmaceutici, della metallurgia, della meccanica e dell’edilizia. Il terziario si compone oltre che di una buona rete commerciale anche dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario e le assicurazioni. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria. Per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

È sede di Pro Loco. L’agricoltura produce cereali, frumento, foraggi, uva e altra frutta. Parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia: si allevano bovini, suini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni che operano nei comparti: alimentare (lavorazione e conservazione del pesce), del legno, della lavorazione di articoli in gomma e in plastica, della pietra, dei mobili, dei prodotti farmaceutici, della metallurgia, della meccanica e dell’edilizia. Il terziario si compone oltre che di una buona rete commerciale anche dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario e le assicurazioni. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria. Per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

Non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali e di effettuare piacevoli escursioni nei dintorni: interessanti sono la Riserva naturale del Sacro Monte di Belmonte e la Riserva naturale della Vauda. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Non si segnalano particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare la comunità e richiamare visitatori dai dintorni, ad eccezione della fiera di Sant’Isidoro, il 4 aprile. I Patroni, Santi Pietro e Paolo, si festeggiano il 29 giugno. Il giorno di astensione dal lavoro è il 16 agosto, in occasione dei festeggiamenti in onore di San Rocco.

Non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali e di effettuare piacevoli escursioni nei dintorni: interessanti sono la Riserva naturale del Sacro Monte di Belmonte e la Riserva naturale della Vauda. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Non si segnalano particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare la comunità e richiamare visitatori dai dintorni, ad eccezione della fiera di Sant’Isidoro, il 4 aprile. I Patroni, Santi Pietro e Paolo, si festeggiano il 29 giugno. Il giorno di astensione dal lavoro è il 16 agosto, in occasione dei festeggiamenti in onore di San Rocco.

Località

Canavetti, Chiarabaglia, Manesco, San Giuseppe, Sant'Antonio

Canavetti, Chiarabaglia, Manesco, San Giuseppe, Sant'Antonio

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Favria rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.