Descrizione

Piccola comunità di montagna di probabili origini preromane, le cui modeste risorse economiche sono l'agricoltura e l'allevamento. La comunità dei cocullesi, che presenta un indice di vecchiaia fra i più alti della regione, risiede in un minuscolo agglomerato di casette antisismiche sorto nei pressi della stazione, nella località di Casale e nel capoluogo comunale, che si mostra all'osservatore come un pittoresco raggruppamento di tetti ad unica pendenza affioranti da una roccia impervia. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico irregolare: si estende in un'area montuosa e poco adatta all'intervento dell'uomo, su cui il verde della vegetazione realizza l'intera scala cromatica, alternando le tinte cupe dei boschi di querce, faggi e carpini a quelle pallide dei pascoli aridi. L'abitato domina l'area sorgentifera del Rio Pezzana, affluente di destra del fiume Sagittario, e gode di un clima non eccessivamente rigido, piovoso in primavera e in autunno.

Piccola comunità di montagna di probabili origini preromane, le cui modeste risorse economiche sono l'agricoltura e l'allevamento. La comunità dei cocullesi, che presenta un indice di vecchiaia fra i più alti della regione, risiede in un minuscolo agglomerato di casette antisismiche sorto nei pressi della stazione, nella località di Casale e nel capoluogo comunale, che si mostra all'osservatore come un pittoresco raggruppamento di tetti ad unica pendenza affioranti da una roccia impervia. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico irregolare: si estende in un'area montuosa e poco adatta all'intervento dell'uomo, su cui il verde della vegetazione realizza l'intera scala cromatica, alternando le tinte cupe dei boschi di querce, faggi e carpini a quelle pallide dei pascoli aridi. L'abitato domina l'area sorgentifera del Rio Pezzana, affluente di destra del fiume Sagittario, e gode di un clima non eccessivamente rigido, piovoso in primavera e in autunno.

Storia

Il territorio comunale ospitò probabilmente l'insediamento preromano di CUCULUM, che il geografo greco Strabone poneva nelle vicinanze della via Valeria. Del borgo medievale, che nel nome e nella forma ricorda il CONCULION greco -'conchiglia'- e il CUCULLUS latino -'copricapo di forma appuntita'-, è difficoltoso ricostruire le vicende storiche a causa del disastroso naufragio delle fonti scritte, che ha preservato solo qualche stralcio documentario. Molte signorie si avvicendarono alla guida del feudo: i conti di Celano, in particolare, tennero a lungo il castello locale, assicurandogli una certa prosperità. Nella zona montuosa che incombe sulla frazione di Casale sono stati riportati alla luce resti di costruzioni risalenti al I secolo a.C. e un buon numero di tombe pressappoco coeve. Il patrimonio architettonico del centro storico documenta con tutta evidenza la passata floridezza. La duecentesca chiesa della Madonna delle Grazie, di stile romanico abruzzese, si affaccia, con il suo elegante portale a sesto acuto architravato e con il suo splendido rosone, sulla piazza principale del paese; da questa si dipartono a raggiera le vie che penetrano nel cuore dell'abitato, raggiungendo la torre medievale, unico residuo dell'antico castello, e il santuario di S. Domenico, che custodisce tre croci processionali in argento del XV secolo.

Il territorio comunale ospitò probabilmente l'insediamento preromano di CUCULUM, che il geografo greco Strabone poneva nelle vicinanze della via Valeria. Del borgo medievale, che nel nome e nella forma ricorda il CONCULION greco -'conchiglia'- e il CUCULLUS latino -'copricapo di forma appuntita'-, è difficoltoso ricostruire le vicende storiche a causa del disastroso naufragio delle fonti scritte, che ha preservato solo qualche stralcio documentario. Molte signorie si avvicendarono alla guida del feudo: i conti di Celano, in particolare, tennero a lungo il castello locale, assicurandogli una certa prosperità. Nella zona montuosa che incombe sulla frazione di Casale sono stati riportati alla luce resti di costruzioni risalenti al I secolo a.C. e un buon numero di tombe pressappoco coeve. Il patrimonio architettonico del centro storico documenta con tutta evidenza la passata floridezza. La duecentesca chiesa della Madonna delle Grazie, di stile romanico abruzzese, si affaccia, con il suo elegante portale a sesto acuto architravato e con il suo splendido rosone, sulla piazza principale del paese; da questa si dipartono a raggiera le vie che penetrano nel cuore dell'abitato, raggiungendo la torre medievale, unico residuo dell'antico castello, e il santuario di S. Domenico, che custodisce tre croci processionali in argento del XV secolo.

Economia

Seguendo ritmi pacati e precetti di antica tradizione, la comunità conduce un'esistenza tranquilla in questo angolo dell'entroterra abruzzese, solo marginalmente sfiorato dalla moderna civiltà dei consumi. Qui si vive principalmente dell'allevamento di bestiame e della produzione di formaggi, a cui si affianca qualche iniziativa commerciale di piccolo taglio. L'agricoltura, rivolta soprattutto alla coltivazione di foraggio, è invece piuttosto stentata e il settore dei servizi, assai poco sviluppato, non contempla l'intermediazione finanziaria. La debole dinamica delle attività economiche, che è all'origine di una lenta emorragia di risorse umane, non ha del tutto compromesso il processo di crescita del sistema delle infrastrutture. Nel comune, che non ospita importanti sedi burocratico-amministrative, è da lamentare la penuria di strutture scolastiche -solo una scuola elementare- ma non di quelle culturali e sanitarie, che si identificano in una biblioteca comunale e in un dispensario. L'apparato ricettivo e il complesso degli impianti sportivi annoverano un ristorante, un campeggio, un campo di calcio, uno di calcetto, due da tennis e tre per il gioco delle bocce.

Seguendo ritmi pacati e precetti di antica tradizione, la comunità conduce un'esistenza tranquilla in questo angolo dell'entroterra abruzzese, solo marginalmente sfiorato dalla moderna civiltà dei consumi. Qui si vive principalmente dell'allevamento di bestiame e della produzione di formaggi, a cui si affianca qualche iniziativa commerciale di piccolo taglio. L'agricoltura, rivolta soprattutto alla coltivazione di foraggio, è invece piuttosto stentata e il settore dei servizi, assai poco sviluppato, non contempla l'intermediazione finanziaria. La debole dinamica delle attività economiche, che è all'origine di una lenta emorragia di risorse umane, non ha del tutto compromesso il processo di crescita del sistema delle infrastrutture. Nel comune, che non ospita importanti sedi burocratico-amministrative, è da lamentare la penuria di strutture scolastiche -solo una scuola elementare- ma non di quelle culturali e sanitarie, che si identificano in una biblioteca comunale e in un dispensario. L'apparato ricettivo e il complesso degli impianti sportivi annoverano un ristorante, un campeggio, un campo di calcio, uno di calcetto, due da tennis e tre per il gioco delle bocce.

Relazioni

Incastonato nello scenario delle gole del Sagittario, il comune aggiunge i suoi inestimabili valori architettonici alle molte attrattive della natura circostante. Nei mesi più caldi la sua popolazione si triplica soprattutto per il ritorno dei residenti impiegati altrove. Nel primo giovedì di maggio, per i festeggiamenti del Patrono S. Domenico, il numero di visitatori assume proporzioni incalcolabili; una folla oceanica, stipata intorno al sagrato del santuario e in preda ad emozioni contrastanti, osserva i serpari cingere di serpenti la statua del Santo; questa, portata a braccia da quattro persone e affiancata da due ragazze in costume tradizionale, avanza solenne fra le vecchie case ed i vicoli, incarnando la figura eroica che concilia il mondo umano e quello naturale con tutte le sue insidie. Le serpi rappresentano il punto di contatto fra il culto pagano della dea Angizia e quello cristiano di S. Domenico, sentito come colui che protegge dai morsi dei serpenti e degli animali rabbiosi.

Incastonato nello scenario delle gole del Sagittario, il comune aggiunge i suoi inestimabili valori architettonici alle molte attrattive della natura circostante. Nei mesi più caldi la sua popolazione si triplica soprattutto per il ritorno dei residenti impiegati altrove. Nel primo giovedì di maggio, per i festeggiamenti del Patrono S. Domenico, il numero di visitatori assume proporzioni incalcolabili; una folla oceanica, stipata intorno al sagrato del santuario e in preda ad emozioni contrastanti, osserva i serpari cingere di serpenti la statua del Santo; questa, portata a braccia da quattro persone e affiancata da due ragazze in costume tradizionale, avanza solenne fra le vecchie case ed i vicoli, incarnando la figura eroica che concilia il mondo umano e quello naturale con tutte le sue insidie. Le serpi rappresentano il punto di contatto fra il culto pagano della dea Angizia e quello cristiano di S. Domenico, sentito come colui che protegge dai morsi dei serpenti e degli animali rabbiosi.

Località

Campo Castino, Casale

Campo Castino, Casale

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Cocullo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.