Descrizione

Comune di pianura, di probabili origini romane, con un’economia basata soprattutto sulle tradizionali attività agricole, cui si affiancano modeste iniziative industriali. I castellettesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce tra numerosissime case sparse, la località Riforano, contigua a quella omonima di Morozzo e nel nucleo urbano minore di Motta. Il territorio ha un profilo geometrico leggermente ondulato, con differenze di altitudine appena accennate: si raggiungono i 481 metri di quota. L’abitato, interessato da una forte espansione edilizia, è immerso in una suggestiva cornice paesaggistica; situato su un terrazzo, ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Sullo sfondo argentato dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, è raffigurato un castello turrito, merlato, nascente da un prato verde, attraversato, in sbarra, da un fiume azzurro.

Comune di pianura, di probabili origini romane, con un’economia basata soprattutto sulle tradizionali attività agricole, cui si affiancano modeste iniziative industriali. I castellettesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce tra numerosissime case sparse, la località Riforano, contigua a quella omonima di Morozzo e nel nucleo urbano minore di Motta. Il territorio ha un profilo geometrico leggermente ondulato, con differenze di altitudine appena accennate: si raggiungono i 481 metri di quota. L’abitato, interessato da una forte espansione edilizia, è immerso in una suggestiva cornice paesaggistica; situato su un terrazzo, ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Sullo sfondo argentato dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, è raffigurato un castello turrito, merlato, nascente da un prato verde, attraversato, in sbarra, da un fiume azzurro.

Storia

Il toponimo, che in un documento della prima metà del XIII secolo compare nella forma “Castelletus Sturie”, è composto dal diminutivo di “castello” e dal nome del vicino fiume, la cui etimologia è alquanto discussa: riportato da alcuni studiosi alla voce indoeuropea “stur”, ‘muoversi’, o al celtico “stor, stur, storm”, ‘precipitare’, viene da altri connesso alla radice preindoeuropea “ar-”, che avrebbe il significato di ‘acqua’. Non manca neppure chi ritiene che l’idronimo derivi dal nome della tribù ligure dei “turii”. Poche sono le notizie sulle prime vicende del borgo e alquanto incerte sono anche le sue origini: pare che fu sede di insediamenti sin dall’epoca romana, come testimoniano i numerosi reperti rinvenuti, soprattutto massi fluviali recanti brevi iscrizioni. Successive attestazioni inerenti le sue vicende si hanno nel periodo medievale e sono rappresentate da una convenzione tra Manfredo I di Saluzzo e due signori di Manzano, mentre ulteriori menzioni compaiono nel 1238 in un atto stipulato tra i signori di Morozzo e i monaci della certosa di Pesio. Già prima del Trecento entrò a far parte del distretto di Cuneo dalle cui milizie fu poi rasa al suolo nel 1363. L’ultima attestazione si ha nel 1430, quando il comune di Cuneo concede di riedificarlo ad alcune famiglie provenienti da Priola, nel marchesato di Ceva. L’elemento di maggior pregio del patrimonio storico-architettonico è rappresentato dalla chiesa parrocchiale. Degna di nota è anche la cappella di San Bernardo, risalente alla fine del Quattrocento, all’interno della quale è presente un interessante ciclo pittorico.

Il toponimo, che in un documento della prima metà del XIII secolo compare nella forma “Castelletus Sturie”, è composto dal diminutivo di “castello” e dal nome del vicino fiume, la cui etimologia è alquanto discussa: riportato da alcuni studiosi alla voce indoeuropea “stur”, ‘muoversi’, o al celtico “stor, stur, storm”, ‘precipitare’, viene da altri connesso alla radice preindoeuropea “ar-”, che avrebbe il significato di ‘acqua’. Non manca neppure chi ritiene che l’idronimo derivi dal nome della tribù ligure dei “turii”. Poche sono le notizie sulle prime vicende del borgo e alquanto incerte sono anche le sue origini: pare che fu sede di insediamenti sin dall’epoca romana, come testimoniano i numerosi reperti rinvenuti, soprattutto massi fluviali recanti brevi iscrizioni. Successive attestazioni inerenti le sue vicende si hanno nel periodo medievale e sono rappresentate da una convenzione tra Manfredo I di Saluzzo e due signori di Manzano, mentre ulteriori menzioni compaiono nel 1238 in un atto stipulato tra i signori di Morozzo e i monaci della certosa di Pesio. Già prima del Trecento entrò a far parte del distretto di Cuneo dalle cui milizie fu poi rasa al suolo nel 1363. L’ultima attestazione si ha nel 1430, quando il comune di Cuneo concede di riedificarlo ad alcune famiglie provenienti da Priola, nel marchesato di Ceva. L’elemento di maggior pregio del patrimonio storico-architettonico è rappresentato dalla chiesa parrocchiale. Degna di nota è anche la cappella di San Bernardo, risalente alla fine del Quattrocento, all’interno della quale è presente un interessante ciclo pittorico.

Economia

È sede di Pro Loco. L’agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del territorio, si articola in più produzioni, delle quali le maggiori riguardano i cereali e la frutta; parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria, che contribuisce a elevare il reddito pro capite, è costituita da piccole aziende operanti nei comparti alimentare, edile, meccanico, metallurgico, delle confezioni, della pelletteria e della fabbricazione di mobili, macchine per l’agricoltura, motocicli e biciclette. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della collettività) e dell’insieme dei servizi che, accanto a quello bancario, comprendono pure alcune attività assicurative. Non dispone di strutture sociali degne di nota. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo; non si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario sul posto è assicurato il servizio farmaceutico Non manca un campo da tennis per lo sport e il tempo libero.

È sede di Pro Loco. L’agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del territorio, si articola in più produzioni, delle quali le maggiori riguardano i cereali e la frutta; parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria, che contribuisce a elevare il reddito pro capite, è costituita da piccole aziende operanti nei comparti alimentare, edile, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a>, metallurgico, delle confezioni, della pelletteria e della fabbricazione di mobili, macchine per l’agricoltura, motocicli e biciclette. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della collettività) e dell’insieme dei servizi che, accanto a quello bancario, comprendono pure alcune attività assicurative. Non dispone di strutture sociali degne di nota. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo; non si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario sul posto è assicurato il servizio farmaceutico Non manca un campo da tennis per lo sport e il tempo libero.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di gustare i semplici ma genuini prodotti del luogo ed effettuare piacevoli passeggiate nei dintorni. I rapporti con il contiguo capoluogo di provincia e gli altri comuni del circondario non sono rilevanti: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per frequentare gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado, anche per usufruire dei servizi non forniti sul posto. Non si registrano particolari manifestazioni culturali o ricreative, fatta eccezione per il mercato stagionale dedicato alla commercializzazione del fagiolo. Il Patrono, San Magno, si festeggia la terza domenica di agosto.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di gustare i semplici ma genuini prodotti del luogo ed effettuare piacevoli passeggiate nei dintorni. I rapporti con il contiguo capoluogo di provincia e gli altri comuni del circondario non sono rilevanti: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per frequentare gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado, anche per usufruire dei servizi non forniti sul posto. Non si registrano particolari manifestazioni culturali o ricreative, fatta eccezione per il mercato stagionale dedicato alla commercializzazione del fagiolo. Il Patrono, San Magno, si festeggia la terza domenica di agosto.

Località

Motta, Riforano

Motta, Riforano

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Castelletto Stura rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.