Descrizione

Comune collinare, di origini alto-medievali, la cui economia si basa principalmente sull’agricoltura e sull’industria. I castellettesi, il cui indice di vecchiaia è di poco superiore alla media, vivono distribuiti uniformemente tra il capoluogo comunale -che è allineato lungo la ripida sponda del torrente Cervo, poco a monte della confluenza del torrente Ostola-, minuscoli aggregati urbani (Binocca, Bozzo, Cagna, Crava, Fiorio Bernardo, Garella di Fondo Isola, Sottopalazzina, Terzoglio e Valle) e alcune case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena accennate. Vaste estensioni pianeggianti coltivate a seminativi e irrorate dalle piccole anse dei due torrenti si alternano alle caratteristiche lande di ciottoli e sassi alluvionali della Baraggia, situate nella parte occidentale del comprensorio; qui, nelle zone non ancora coltivate, si possono osservare estensioni di felci, rovi, ginestre e robinie nonché verdeggianti piantagioni di pioppi ad alto fusto; nell’area della riserva, tra vaste brughiere cresciute sui depositi argillosi e boschetti sparsi, vegetano specie floristiche rare (l’arnica montana e il cappello del vescovo).

Comune collinare, di origini alto-medievali, la cui economia si basa principalmente sull’agricoltura e sull’industria. I castellettesi, il cui indice di vecchiaia è di poco superiore alla media, vivono distribuiti uniformemente tra il capoluogo comunale -che è allineato lungo la ripida sponda del torrente Cervo, poco a monte della confluenza del torrente Ostola-, minuscoli aggregati urbani (Binocca, Bozzo, Cagna, Crava, Fiorio Bernardo, Garella di Fondo Isola, Sottopalazzina, Terzoglio e Valle) e alcune case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena accennate. Vaste estensioni pianeggianti coltivate a seminativi e irrorate dalle piccole anse dei due torrenti si alternano alle caratteristiche lande di ciottoli e sassi alluvionali della Baraggia, situate nella parte occidentale del comprensorio; qui, nelle zone non ancora coltivate, si possono osservare estensioni di felci, rovi, ginestre e robinie nonché verdeggianti piantagioni di pioppi ad alto fusto; nell’area della riserva, tra vaste brughiere cresciute sui depositi argillosi e boschetti sparsi, vegetano specie floristiche rare (l’arnica montana e il cappello del vescovo).

Storia

Il toponimo deriva dall’unione di un diminutivo del sostantivo latino “Castellum”, derivato a sua volta dal sostantivo CASTRUM, nel significato di ‘piccolo luogo fortificato’; il determinante allude invece all’omonimo torrente –il Cervo, appunto– che scorre in prossimità dell’abitato. Compresa fin dall’alto Medioevo nei confini territoriali del Comitato di Vercelli, fu infeudata intorno al Mille ad Ajmone di Mosezzo, conte di Vercelli; pervenuta in eredità dei figli di costui, Manfredo di Cavaglià e Ildeprando di Caltignaga, divenne in parte proprietà del monastero Cella di Castelletti (1083), fondato nelle vicinanze in quello stesso periodo. Passata più tardi sotto la giurisdizione del comune di Vercelli, fu ceduta al conte del Canavese Roberto, rimanendo proprietà di quella famiglia per diversi secoli. Inglobata nei possedimenti dei Savoia nel 1404, passò di volta in volta a diversi signori locali, tra cui gli Alciati (1446), i Liatta (1569) e i Nomis (1620), che vennero fregiati del titolo di conti nel 1716. Domina il grazioso centro storico l’originario castello medievale, edificato nel 1200 e rifatto più volte nel corso dei secoli; all’interno dell’edificio si possono ammirare reperti archeologici trovati, dopo il restauro, nel profondo pozzo lì presente. Interessante dal punto di vista architettonico è anche la chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo, che intorno al Mille comprendeva un grande monastero cluniacense. L’edificio della chiesa, rifatto nel XVII secolo, conserva dell’impianto originario uno splendido portico a cinque navate di volte a crociera con bifore e piccole colonne; abbellita all’esterno da un campanile romanico, custodisce all’interno pregiati affreschi del XII e XIV secolo raffiguranti il miracolo di San Giacomo. Merita di essere visitata anche la chiesa di San Tommaso, riedificata sul precedente edificio del 1600.

Il toponimo deriva dall’unione di un diminutivo del sostantivo latino “Castellum”, derivato a sua volta dal sostantivo CASTRUM, nel significato di ‘piccolo luogo fortificato’; il determinante allude invece all’omonimo torrente –il Cervo, appunto– che scorre in prossimità dell’abitato. Compresa fin dall’alto Medioevo nei confini territoriali del Comitato di Vercelli, fu infeudata intorno al Mille ad Ajmone di Mosezzo, conte di Vercelli; pervenuta in eredità dei figli di costui, Manfredo di Cavaglià e Ildeprando di Caltignaga, divenne in parte proprietà del monastero Cella di Castelletti (1083), fondato nelle vicinanze in quello stesso periodo. Passata più tardi sotto la giurisdizione del comune di Vercelli, fu ceduta al conte del Canavese Roberto, rimanendo proprietà di quella famiglia per diversi secoli. Inglobata nei possedimenti dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a> nel 1404, passò di volta in volta a diversi signori locali, tra cui gli Alciati (1446), i Liatta (1569) e i Nomis (1620), che vennero fregiati del titolo di conti nel 1716. Domina il grazioso centro storico l’originario castello medievale, edificato nel 1200 e rifatto più volte nel corso dei secoli; all’interno dell’edificio si possono ammirare reperti archeologici trovati, dopo il restauro, nel profondo pozzo lì presente. Interessante dal punto di vista architettonico è anche la chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo, che intorno al Mille comprendeva un grande monastero cluniacense. L’edificio della chiesa, rifatto nel XVII secolo, conserva dell’impianto originario uno splendido portico a cinque navate di volte a crociera con bifore e piccole colonne; abbellita all’esterno da un campanile romanico, custodisce all’interno pregiati affreschi del XII e XIV secolo raffiguranti il miracolo di San Giacomo. Merita di essere visitata anche la chiesa di San Tommaso, riedificata sul precedente edificio del 1600.

Economia

È sede di Pro Loco. Legata profondamente alle proprie tradizioni, la comunità si dedica in una discreta percentuale al settore primario, presente con la coltivazione di cereali, frumento e foraggi e l’allevamento di bovini, caprini e equini. Il settore secondario, attivo nei comparti tessile, dell’estrazione della sabbia e dell’argilla, metallurgico e meccanico assorbe una buona fetta di manodopera locale, mentre il terziario manca di servizi più qualificati, come quello bancario, a differenza del commercio, che si sta gradatamente specializzando. Dispone della scuola materna ed elementare. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Il panorama della ricettività include alcuni punti per la ristorazione. A livello sanitario non è assicurato, sul posto, neanche il servizio farmaceutico.

È sede di Pro Loco. Legata profondamente alle proprie tradizioni, la comunità si dedica in una discreta percentuale al settore primario, presente con la coltivazione di cereali, frumento e foraggi e l’allevamento di bovini, caprini e equini. Il settore secondario, attivo nei comparti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, dell’estrazione della sabbia e dell’argilla, metallurgico e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a> assorbe una buona fetta di manodopera locale, mentre il terziario manca di servizi più qualificati, come quello bancario, a differenza del commercio, che si sta gradatamente specializzando. Dispone della scuola materna ed elementare. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Il panorama della ricettività include alcuni punti per la ristorazione. A livello sanitario non è assicurato, sul posto, neanche il servizio farmaceutico.

Relazioni

Molto frequentata dagli amanti della natura, attratti appunto dalle bellezze ambientali e dalla Riserva Naturale Orientata Le Baragge. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera locale, costretta ogni giorno a raggiungere le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per usufruire dei servizi non disponibili sul posto. Non si segnalano manifestazioni di rilievo, ad eccezione della tradizionale festa “La raccolta del grano”, la seconda domenica di luglio. I Patroni, Santi Pietro e Paolo, si festeggiano il 29 giugno.

Molto frequentata dagli amanti della natura, attratti appunto dalle bellezze ambientali e dalla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=RISERVANATURALEORIENTATALEBARAGGE'>Riserva Naturale Orientata Le Baragge</a>. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera locale, costretta ogni giorno a raggiungere le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per usufruire dei servizi non disponibili sul posto. Non si segnalano manifestazioni di rilievo, ad eccezione della tradizionale festa “La raccolta del grano”, la seconda domenica di luglio. I Patroni, Santi Pietro e Paolo, si festeggiano il 29 giugno.

Località

Cagna, Crava, Fiorio-Bernardo, Garella di Fondo-Isola, Sottopalazzina, Terzoglio, Valle

Cagna, Crava, Fiorio-Bernardo, Garella di Fondo-Isola, Sottopalazzina, Terzoglio, Valle

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Castelletto Cervo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.