Descrizione

Piccola comunità di montagna, fondata probabilmente nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla remota antichità; trae sostentamento dalle attività rurali e dal turismo. La comunità dei casteltoresi, il cui indice di vecchiaia è straordinariamente elevato, risiede quasi per intero nel capoluogo comunale; quest’ultimo, interessato da una sensibile espansione edilizia, è raccolto intorno a un cocuzzolo roccioso, sulla sommità del quale si ergono i ruderi di un castello medievale. Il territorio comunale, che confina con un’isola amministrativa del comune di Ascrea e con una del comune di Rocca Sinibalda, si specchia, con il suo verde mantello di boschi, nelle azzurre acque del lago artificiale del Turano, sul quale si protende con una lingua di terra coronata dai resti dell’antico insediamento di Antuni, a loro volta dominati dalle rovine del castello Del Drago.

Piccola comunità di montagna, fondata probabilmente nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla remota antichità; trae sostentamento dalle attività rurali e dal turismo. La comunità dei casteltoresi, il cui indice di vecchiaia è straordinariamente elevato, risiede quasi per intero nel capoluogo comunale; quest’ultimo, interessato da una sensibile espansione edilizia, è raccolto intorno a un cocuzzolo roccioso, sulla sommità del quale si ergono i ruderi di un castello medievale. Il territorio comunale, che confina con un’isola amministrativa del comune di Ascrea e con una del comune di Rocca Sinibalda, si specchia, con il suo verde mantello di boschi, nelle azzurre acque del lago artificiale del Turano, sul quale si protende con una lingua di terra coronata dai resti dell’antico insediamento di Antuni, a loro volta dominati dalle rovine del castello Del Drago.

Storia

Il rinvenimento nella grotta Jannara di reperti archeologici risalenti addirittura alla preistoria attesta l’estrema antichità del popolamento del territorio comunale, che tra l’altro presenta anche significative tracce di insediamenti sabino-romani. Sullo scorcio dell’XI secolo il feudo entrò a far parte dei possedimenti dell’abbazia di Farfa e alla fine del Trecento di quelli dei Mareri, influente famiglia cui apparteneva gran parte del Cicolano. I Mareri, dapprima fedeli agli Angioini, si schierarono in un secondo tempo dalla parte di Corradino di Svevia, al quale offrirono rifugio; per rappresaglia furono privati di tutti i loro possedimenti compresi nel regno di Napoli ma mantennero quelli situati nello Stato della Chiesa, tra cui il comprensorio casteltorese. Nel 1440 quest’ultimo fu assegnato alla nobile casata degli Orsini e nel 1634 fu venduto alla famiglia Borghese, cui appartenne fino alla soppressione dei diritti feudali. Il toponimo è stato Castelnuovo fino al 1864; l’attuale specificazione deriva forse da THIORA o TIORA o TORA, insediamento sabino-romano che secondo alcuni storici antichi, tra cui Dionigi di Alicarnasso, sorgeva nel territorio comunale. Oltre ai reperti di epoca antica, il patrimonio storico-architettonico locale annovera la torre del castello duecentesco, che ancora domina l’abitato, e la parrocchiale di San Giovanni Evangelista, la cui abside è ornata da un affresco seicentesco raffigurante la Madonna e i Santi Anatolia e Giovanni. Assai suggestivi, sul colle Monte di Tora, sono i resti del castello di Antuni.

Il rinvenimento nella grotta Jannara di reperti archeologici risalenti addirittura alla preistoria attesta l’estrema antichità del popolamento del territorio comunale, che tra l’altro presenta anche significative tracce di insediamenti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SABINO'>sabino</a>-romani. Sullo scorcio dell’XI secolo il feudo entrò a far parte dei possedimenti dell’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADIFARFA'>abbazia di Farfa</a> e alla fine del Trecento di quelli dei Mareri, influente famiglia cui apparteneva gran parte del Cicolano. I Mareri, dapprima fedeli agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ANGIOINI'>Angioini</a>, si schierarono in un secondo tempo dalla parte di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CORRADINODISVEVIA'>Corradino di Svevia</a>, al quale offrirono rifugio; per rappresaglia furono privati di tutti i loro possedimenti compresi nel regno di Napoli ma mantennero quelli situati nello <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=STATODELLACHIESA'>Stato della Chiesa</a>, tra cui il comprensorio casteltorese. Nel 1440 quest’ultimo fu assegnato alla nobile casata degli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ORSINI'>Orsini</a> e nel 1634 fu venduto alla famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORGHESE'>Borghese</a>, cui appartenne fino alla soppressione dei diritti feudali. Il toponimo è stato Castelnuovo fino al 1864; l’attuale specificazione deriva forse da THIORA o TIORA o TORA, insediamento <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SABINO'>sabino</a>-romano che secondo alcuni storici antichi, tra cui Dionigi di Alicarnasso, sorgeva nel territorio comunale. Oltre ai reperti di epoca antica, il patrimonio storico-architettonico locale annovera la torre del castello duecentesco, che ancora domina l’abitato, e la parrocchiale di San Giovanni Evangelista, la cui abside è ornata da un affresco seicentesco raffigurante la Madonna e i Santi Anatolia e Giovanni. Assai suggestivi, sul colle Monte di Tora, sono i resti del castello di Antuni.

Economia

Il perdurare delle tradizioni determina ritmi di vita molto tranquilli mentre il costante afflusso di turisti ha impedito che la comunità si chiudesse alle novità: così, accanto ad attività economiche tradizionali, quali l’allevamento di bestiame e la coltivazione di cereali, patate e vite, si registra un sensibile incremento del commercio e dei servizi –al momento, però, questi ultimi sono ancora privi del credito–; il ruolo del settore secondario rimane invece poco significativo. Oltre agli ordinari uffici municipali e postali, il comune ospita la sede della Comunità montana e una biblioteca comunale ma è completamente privo di strutture scolastiche; la farmacia provvede all’assistenza sanitaria mentre l’apparato ricettivo, pur comprendendo ristoranti e strutture per il soggiorno, necessita di potenziamento.

Il perdurare delle tradizioni determina ritmi di vita molto tranquilli mentre il costante afflusso di turisti ha impedito che la comunità si chiudesse alle novità: così, accanto ad attività economiche tradizionali, quali l’allevamento di bestiame e la coltivazione di cereali, patate e vite, si registra un sensibile incremento del commercio e dei servizi –al momento, però, questi ultimi sono ancora privi del credito–; il ruolo del settore secondario rimane invece poco significativo. Oltre agli ordinari uffici municipali e postali, il comune ospita la sede della Comunità montana e una biblioteca comunale ma è completamente privo di strutture scolastiche; la farmacia provvede all’assistenza sanitaria mentre l’apparato ricettivo, pur comprendendo ristoranti e strutture per il soggiorno, necessita di potenziamento.

Relazioni

La presenza del lago del Turano, creato nei primi decenni del Novecento mediante lo sbarramento dell’omonimo fiume, la rende un’apprezzata stazione climatica, frequentata soprattutto nel periodo estivo: sulle acque del lago è possibile praticare la pesca e svariati sport acquatici, come il canottaggio, lo sci nautico e la vela. In estate si svolge la rinomata fiera dell’artigianato locale (seconda domenica di luglio), in occasione della quale si possono ammirare e acquistare ricami, pizzi e merletti realizzati secondo tecniche arcaiche; un appuntamento di grande richiamo è rappresentato anche dalla sagra del “polentone” (prima domenica di Quaresima), un particolare tipo di polenta, più spessa e dura del normale, ottenuta utilizzando una maggiore quantità di farina: cotto in piazza in grandi paioli e steso sui tavoli, il “polentone” viene tagliato con uno spago, secondo le usanze di un tempo, e condito con un gustoso sugo a base di pomodori, aringhe, tonno e baccalà. La festa della Patrona Sant’Anatolia si celebra il 10 luglio; i festeggiamenti popolari, che si protraggono per tre giorni, comprendono il caratteristico ballo della “pantasima”, un gigantesco pupazzo di cartapesta che viene poi bruciato su un rogo propiziatorio.

La presenza del lago del Turano, creato nei primi decenni del Novecento mediante lo sbarramento dell’omonimo fiume, la rende un’apprezzata stazione climatica, frequentata soprattutto nel periodo estivo: sulle acque del lago è possibile praticare la pesca e svariati sport acquatici, come il canottaggio, lo sci nautico e la vela. In estate si svolge la rinomata fiera dell’artigianato locale (seconda domenica di luglio), in occasione della quale si possono ammirare e acquistare ricami, pizzi e merletti realizzati secondo tecniche arcaiche; un appuntamento di grande richiamo è rappresentato anche dalla sagra del “polentone” (prima domenica di Quaresima), un particolare tipo di polenta, più spessa e dura del normale, ottenuta utilizzando una maggiore quantità di farina: cotto in piazza in grandi paioli e steso sui tavoli, il “polentone” viene tagliato con uno spago, secondo le usanze di un tempo, e condito con un gustoso sugo a base di pomodori, aringhe, tonno e baccalà. La festa della Patrona Sant’Anatolia si celebra il 10 luglio; i festeggiamenti popolari, che si protraggono per tre giorni, comprendono il caratteristico ballo della “pantasima”, un gigantesco pupazzo di cartapesta che viene poi bruciato su un rogo propiziatorio.

Località

Lago del Turano

Lago del Turano

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Castel di Tora rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.