Descrizione
Comune collinare, di origine nuragica, la cui economia si basa sull’agricoltura e sulla pastorizia, cui si affianca un discreto sviluppo del turismo. I burceresi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono quasi tutti nel capoluogo comunale; solo alcuni si concentrano in case sparse. Il territorio, ricco di boschi e di corsi d’acqua, è particolarmente adatto alla pastorizia, ma non mancano zone coltivate a orti (Pronus) o a vitigni e leguminosi (Is Bingias); presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 906 metri di quota. L’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, è situato sul pendio di una collina, sul versante est del monte di Serpeddì, e si articola attorno a tre piccole piazze prevalentemente verso la direttrice nord-ovest. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è partito semitroncato. Nella prima sezione, a sfondo rosso, spicca uno spino verde fiorito; il secondo campo, argenteo, riproduce un ramoscello di ciliegio, munito di tre frutti; nella terza partizione, smaltata di azzurro, sono rappresentate due verdi colline, fondate in punta allo scudo e sormontate da una capra che corre, “al naturale”.
Storia
Il toponimo, secondo qualche studioso, deriverebbe da “ortu” con il suffisso -EI attraverso la variante “urtu”. Secondo la tradizione, invece, pare che esso sia legato alla parola “Burrei”, con il significato di ‘branco di buoi’. Il primo nucleo abitato risale alla prima metà del 1600, anche se nell’area esistono tracce di insediamenti nuragici. Pare che la sua origine sia legata alla presenza di un gruppo di pastori barbaricini, possessori di un vicino salto, stabilitisi nei pressi della sorgente chiamata “Sa Mitza de su Salixi”, esistente fino a qualche decennio fa proprio nel cuore dell’abitato. Attratti dalla copiosità delle acque dai pascoli abbondanti e dalla salubrità dell’area, i pastori avrebbero impiantato i primi nuclei conducendovi le proprie famiglie. Compresa nel Giudicato di Cagliari, appartenne, in seguito, ai conti di Malaspina. Nel 1325 venne infeudata a Berengario Carroz e, successivamente, ai Natter e ai Martin. Nel 1653 venne incorporata nella baronia di San Michele e, infine, venne assegnata agli Osorio de la Cueva, che la tennero fino al 1839. Tra gli edifici di particolare valore storico-architettonico si segnala: la chiesa parrocchiale.
Economia
È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. Il settore primario è presente con la coltivazione di ortaggi, olivo, uva e altra frutta e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da piccole imprese che operano nei comparti alimentare ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva, ma necessita di servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le scuole garantiscono la frequenza delle classi dell’obbligo; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca comunale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario, localmente è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.
Relazioni
Cuore del Parco Regionale dei Sette Fratelli, rappresenta una meta di notevole richiamo turistico, grazie all’aria salubre, al paesaggio lussureggiante e alla bella posizione –dalla quale si godono magnifici scorci panoramici e da cui si domina tutto il campidano e lo stesso Sarrabus, uno dei più vasti comprensori incontaminati d’Italia–, alle sorgenti di acqua purissima e alla gastronomia, genuina e tradizionale. Poco distante si trova anche il centenario bosco di Tuviois, l’accesso al quale avviene con una lunga pista sterrata verso nord. Altre zone di grande importanza naturalistica sono il monte Idda, che sovrasta la selvaggia valle del rio Brabaisu, dove vegeta l’omonima foresta demaniale. A sud dell’abitato si percorre la strada statale in uno dei tratti più belli, con la possibilità di ammirare la gola del rio Cannas, con il suo suggestivo ambiente naturale fatto di ripide e inaccessibili pareti granitiche scavate dall’acqua, e il fiume limpido, fra fitti oleandri. Tra gli appuntamenti periodici si segnalano: la festa di Santa Barbara, la prima domenica di giugno, con processione e sfilata in costumi tradizionali; la sagra della ciliegia, il 4 giugno; la sagra della capra, l’8 agosto. La festa patronale, in onore della Madonna di Monserrato, si celebra l’8 settembre.
Località
- Popolazione 2.778
- Lat 39° 20' 43,0'' 39.34527778
- Long 9° 21' 38,96'' 9.36082222
- CAP 09040
- Prefisso 070
- Codice ISTAT 092008
- Codice Catasto B274
- Altitudine slm 748 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 1/11 al 15/04 per 12 ore/giorno D/1950 - Superficie 94.97 Km2
- Densità 29,25 ab/Km2
- Sismicità Zona 4
- Alba 04:59
- Tramonto 19:44