Descrizione

Comune collinare, di origine medievale, la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole e industriali. La maggior parte dei bibianesi, che presentano un indice di vecchiaia elevato, vive nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si divide tra l’aggregato urbano di Famolasco, San Bartolomeo, nonché in numerosissime case sparse. Il territorio, particolarmente fertile per la presenza di canali d’acqua, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 1.230 metri di quota. L’abitato, interessato da espansione edilizia, sorge attorno a una grande piazza, sovrastato dalla villa dei marchesi di Luserna di Rorà. Lo stemma comunale, semipartito troncato, è stato concesso con Decreto Reale. Sullo sfondo rosso della prima sezione campeggiano cinque spighe di grano d’oro disposte a ventaglio; nel secondo campo, aureo, figurano due rose “al naturale”; la terza partizione, smaltata d’azzurro, racchiude un castello rosso, merlato alla ghibellina.

Comune collinare, di origine medievale, la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole e industriali. La maggior parte dei bibianesi, che presentano un indice di vecchiaia elevato, vive nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si divide tra l’aggregato urbano di Famolasco, San Bartolomeo, nonché in numerosissime case sparse. Il territorio, particolarmente fertile per la presenza di canali d’acqua, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 1.230 metri di quota. L’abitato, interessato da espansione edilizia, sorge attorno a una grande piazza, sovrastato dalla villa dei marchesi di Luserna di Rorà. Lo stemma comunale, semipartito troncato, è stato concesso con Decreto Reale. Sullo sfondo rosso della prima sezione campeggiano cinque spighe di grano d’oro disposte a ventaglio; nel secondo campo, aureo, figurano due rose “al naturale”; la terza partizione, smaltata d’azzurro, racchiude un castello rosso, merlato alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GHIBELLINA'>ghibellina</a>.

Storia

Il toponimo, attestato dal 1037, appare nelle forme “VILLA Bibiana”, “Bibianiya”, “Biniana” e “Bubiana”. L’etimo è rintracciabile nel personale romano BAEBIUS, molto diffuso in Piemonte. Le sue origini risalgono all’XI secolo, come dimostrato dalle prime documentazioni storiche che riguardano il suo insediamento. Ceduta in feudo a diverse signorie locali, venne governata a lungo dai Luserna, suddivisi nei tre rami dei Manfredi, Bigliori e Rorenghi. Da questi ultimi venne costruito il castello-fortezza, quasi totalmente distrutto dagli eserciti del Lesdiguières, insieme alle mura che la circondavano. Il XVII secolo fu testimone di terribili e continue guerre oltre che dal riacutizzarsi delle persecuzioni contro i valdesi. La lotta religiosa causò la fuga di molti valdesi ma anche la resistenza armata da parte di alcuni di essi. Nel 1663 venne, infatti, duramente saccheggiata e il suo convento di Castelfiore profanato. Questo edificio religioso fu testimone del discorso pronunciato da Vittorio Amedeo II riguardo la futura costruzione della basilica di Superga qualora avesse vinto contro i francesi. Durante l’invasione del 1808 da parte delle truppe napoleoniche venne colpita da un violento terremoto. Le vestigia del passato che danno un’importante testimonianza della sua storia sono: la bella piazza settecentesca su cui sono ubicati il palazzo Danesi, il palazzo Scaglia-Olivero, il palazzo de’ Bessone e il palazzo municipale, originaria abitazione dei conti Blanchetti e Bodo Albaretto della Torre; la parrocchiale di San Marcellino, eretta nel 1882; l’ala comunale, edificio a pianta rettangolare con fronti ritmate da archi e pilastri con lesene e pavimenti in lose di Luserna, e il castello Rorengo di Rorà, sorto sul sito dove era dislocato il convento dei francescani soppresso durante la dominazione napoleonica.

Il toponimo, attestato dal 1037, appare nelle forme “VILLA Bibiana”, “Bibianiya”, “Biniana” e “Bubiana”. L’etimo è rintracciabile nel personale romano BAEBIUS, molto diffuso in Piemonte. Le sue origini risalgono all’XI secolo, come dimostrato dalle prime documentazioni storiche che riguardano il suo insediamento. Ceduta in feudo a diverse signorie locali, venne governata a lungo dai Luserna, suddivisi nei tre rami dei Manfredi, Bigliori e Rorenghi. Da questi ultimi venne costruito il castello-fortezza, quasi totalmente distrutto dagli eserciti del Lesdiguières, insieme alle mura che la circondavano. Il XVII secolo fu testimone di terribili e continue guerre oltre che dal riacutizzarsi delle persecuzioni contro i valdesi. La lotta religiosa causò la fuga di molti valdesi ma anche la resistenza armata da parte di alcuni di essi. Nel 1663 venne, infatti, duramente saccheggiata e il suo convento di Castelfiore profanato. Questo edificio religioso fu testimone del discorso pronunciato da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VITTORIOAMEDEOII'>Vittorio Amedeo II</a> riguardo la futura costruzione della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=BASILICADISUPERGA'>basilica di Superga</a> qualora avesse vinto contro i francesi. Durante l’invasione del 1808 da parte delle truppe napoleoniche venne colpita da un violento terremoto. Le vestigia del passato che danno un’importante testimonianza della sua storia sono: la bella piazza settecentesca su cui sono ubicati il palazzo Danesi, il palazzo Scaglia-Olivero, il palazzo de’ Bessone e il palazzo municipale, originaria abitazione dei conti Blanchetti e Bodo Albaretto della Torre; la parrocchiale di San Marcellino, eretta nel 1882; l’ala comunale, edificio a pianta rettangolare con fronti ritmate da archi e pilastri con lesene e pavimenti in lose di Luserna, e il castello Rorengo di Rorà, sorto sul sito dove era dislocato il convento dei francescani soppresso durante la dominazione napoleonica.

Economia

È sede di Pro Loco. L’agricoltura e l’allevamento rappresentano tuttora significative fonti di reddito: la produzione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva e altra frutta (in particolare mele golden) alimenta con quella delle carni bovine il comparto industriale alimentare e quello della lavorazione delle carni. Si allevano anche suini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita, inoltre, da aziende che operano nei comparti tessile, chimico, della lavorazione del legno ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Tra le strutture sociali si registra una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; è presente la biblioteca civica per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico.

È sede di Pro Loco. L’agricoltura e l’allevamento rappresentano tuttora significative fonti di reddito: la produzione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva e altra frutta (in particolare mele golden) alimenta con quella delle carni bovine il comparto industriale alimentare e quello della lavorazione delle carni. Si allevano anche suini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita, inoltre, da aziende che operano nei comparti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, chimico, della lavorazione del legno ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Tra le strutture sociali si registra una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; è presente la biblioteca civica per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più ambite della zona, la bellezza dell’ambiente naturale circostante attrae un discreto numero di visitatori amanti della natura. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Non si segnalano particolari manifestazioni religiose o folcloristiche in grado di richiamare visitatori dai dintorni. La Patrona, Santa Bibiana, si festeggia il 2 dicembre.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più ambite della zona, la bellezza dell’ambiente naturale circostante attrae un discreto numero di visitatori amanti della natura. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Non si segnalano particolari manifestazioni religiose o folcloristiche in grado di richiamare visitatori dai dintorni. La Patrona, Santa Bibiana, si festeggia il 2 dicembre.

Località

Famolasco, San Bartolomeo

Famolasco, San Bartolomeo

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Bibiana rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.