Descrizione

Città collinare di antichissime origini, capoluogo di provincia, la cui economia è proiettata verso tutti i settori dell’economia. La grande maggioranza dei beneventani, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, risiede nel capoluogo comunale, posto al centro di una depressione naturale; il resto della comunità si distribuisce in un cospicuo numero di piccolissimi aggregati urbani e in una serie di case sparse. Il territorio comunale, dal profilo geometrico vario ma non aspro, si estende per gran parte in una conca creatasi alla confluenza di alcuni tra i fiumi più importanti della Campania; tutt’intorno s’innalzano colli dai morbidi crinali, dove oliveti e vigneti si alternano a rade macchie di vegetazione mediterranea. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, presenta uno scudo ennagonale a forma di testa di cavallo ed è diviso in quattro quarti rossi e argentati alternati; nel capo, dorato, compare un cinghiale posto sulla linea di partizione e munito di cinghie rosse. Sotto lo scudo, su nastro bifido d’oro svolazzante, figurano la sigla S.P. Q. B. e le parole CONCORDES IN UNUM.

Città collinare di antichissime origini, capoluogo di provincia, la cui economia è proiettata verso tutti i settori dell’economia. La grande maggioranza dei beneventani, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, risiede nel capoluogo comunale, posto al centro di una depressione naturale; il resto della comunità si distribuisce in un cospicuo numero di piccolissimi aggregati urbani e in una serie di case sparse. Il territorio comunale, dal profilo geometrico vario ma non aspro, si estende per gran parte in una conca creatasi alla confluenza di alcuni tra i fiumi più importanti della Campania; tutt’intorno s’innalzano colli dai morbidi crinali, dove oliveti e vigneti si alternano a rade macchie di vegetazione mediterranea. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, presenta uno scudo ennagonale a forma di testa di cavallo ed è diviso in quattro quarti rossi e argentati alternati; nel capo, dorato, compare un cinghiale posto sulla linea di partizione e munito di cinghie rosse. Sotto lo scudo, su nastro bifido d’oro svolazzante, figurano la sigla S.P. Q. B. e le parole CONCORDES IN UNUM.

Storia

Fondata dai sanniti, divenne sede di una colonia romana nel 268 a.C. e fu elevata al rango di municipio nell’86 a.C. Nel 369 d.C. fu devastata da un forte terremoto. Distrutta nel VI secolo da Totila, re dei goti, fu conquistata dai longobardi e da questi dichiarata capoluogo dell’omonimo ducato. Sotto il longobardo Arechi II divenne capitale di principato e teatro di una notevole fioritura culturale. Nel 1059, al termine di lunghe dispute per la supremazia tra i normanni e la Chiesa, entrò nella sfera d’influenza del papato. Nel tentativo di sottrarla al papa, Federico II di Svevia la saccheggiò due volte, nel 1229 e nel 1241. Nel corso del Quattrocento fu retta dapprima da Ladislao di Durazzo e poi dagli Aragonesi; nel 1527 fu occupata dall’imperatore Carlo V. I flagelli della peste (1630) e di alcuni terremoti (1688-1702) decimarono la popolazione e rasero al suolo buona parte dell’abitato, che fu ricostruito dal cardinale Vincenzo Maria Orsini. Conquistata con la forza da re Ferdinando IV di Borbone, entrò a far parte del regno di Napoli (1768-1774), tornando in seno alla Chiesa dopo l’intervento del re di Spagna. Nel 1860 i garibaldini obbligarono al ritiro il delegato apostolico inaugurando un governo provvisorio, presieduto da Salvatore Rampone. Il 21 ottobre dello stesso anno un plebiscito sancì l’annessione al Regno d’Italia. L’antica MALOENTA o MALUENTUM sannita (da un’antica base MAL-, ‘colle, altura’), fu chiamata MALEVENTUM dai romani; in seguito alla vittoria delle truppe romane sull’esercito di Pirro (275 a.C.) il toponimo fu cambiato in BENEVENTUM. Risalgono all’età romana le terme, un teatro (III secolo d.C.), il ponte Leproso sul fiume Sabato e l’arco di Traiano (114-117 d.C.); sono invece di epoca longobarda il duomo e il monastero benedettino di Santa Sofia mentre la trecentesca rocca dei Rettori, a pianta poligonale, fu eretta sulle rovine di una fortificazione longobarda, a sua volta edificata su una costruzione romana. Vi sono inoltre la chiesa duecentesca di San Domenico e quelle settecentesche dell’Annunziata, di Sant’Anna, di San Bartolomeo e di San Filippo nonché la basilica della Madonna delle Grazie (XIX secolo).

Fondata dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=SANNITI'>sanniti</a>, divenne sede di una colonia romana nel 268 a.C. e fu elevata al rango di municipio nell’86 a.C. Nel 369 d.C. fu devastata da un forte terremoto. Distrutta nel VI secolo da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=TOTILA'>Totila</a>, re dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=GOTI'>goti</a>, fu conquistata dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a> e da questi dichiarata capoluogo dell’omonimo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=DUCATO'>ducato</a>. Sotto il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=LONGOBARDO'>longobardo</a> Arechi II divenne capitale di principato e teatro di una notevole fioritura culturale. Nel 1059, al termine di lunghe dispute per la supremazia tra i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=NORMANNI'>normanni</a> e la Chiesa, entrò nella sfera d’influenza del papato. Nel tentativo di sottrarla al papa, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=FEDERICOIIDISVEVIA'>Federico II di Svevia</a> la saccheggiò due volte, nel 1229 e nel 1241. Nel corso del Quattrocento fu retta dapprima da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=LADISLAODIDURAZZO'>Ladislao di Durazzo</a> e poi dagli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=ARAGONESI'>Aragonesi</a>; nel 1527 fu occupata dall’imperatore Carlo V. I flagelli della peste (1630) e di alcuni terremoti (1688-1702) decimarono la popolazione e rasero al suolo buona parte dell’abitato, che fu ricostruito dal cardinale Vincenzo Maria <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=ORSINI'>Orsini</a>. Conquistata con la forza da re <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=FERDINANDOIVDIBORBONE'>Ferdinando IV di Borbone</a>, entrò a far parte del regno di Napoli (1768-1774), tornando in seno alla Chiesa dopo l’intervento del re di Spagna. Nel 1860 i garibaldini obbligarono al ritiro il delegato apostolico inaugurando un governo provvisorio, presieduto da Salvatore Rampone. Il 21 ottobre dello stesso anno un plebiscito sancì l’annessione al Regno d’Italia. L’antica MALOENTA o MALUENTUM <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=SANNITA'>sannita</a> (da un’antica base MAL-, ‘colle, altura’), fu chiamata MALEVENTUM dai romani; in seguito alla vittoria delle truppe romane sull’esercito di Pirro (275 a.C.) il toponimo fu cambiato in BENEVENTUM. Risalgono all’età romana le terme, un teatro (III secolo d.C.), il ponte Leproso sul fiume Sabato e l’arco di Traiano (114-117 d.C.); sono invece di epoca <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=LONGOBARDA'>longobarda</a> il duomo e il monastero <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=BENEDETTINO'>benedettino</a> di Santa Sofia mentre la trecentesca rocca dei Rettori, a pianta poligonale, fu eretta sulle rovine di una fortificazione <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=LONGOBARDA'>longobarda</a>, a sua volta edificata su una costruzione romana. Vi sono inoltre la chiesa duecentesca di San Domenico e quelle settecentesche dell’Annunziata, di Sant’Anna, di San Bartolomeo e di San Filippo nonché la basilica della Madonna delle Grazie (XIX secolo).

Economia

Il terziario e l’industria, che include i comparti dei prodotti alimentari, del tabacco, delle confezioni, del legno, dei materiali da costruzione, della lavorazione dei metalli e dell’energia elettrica, dominano il quadro dell’economia beneventana ma le attività rurali sono ancora largamente praticate e si articolano nella coltivazione di cereali, ortaggi, frutta e tabacco e nell’allevamento di ovini, bovini e suini. Sede di tutti gli uffici burocratici che competono a un capoluogo di provincia, della Usl di Benevento e dell’Università degli Studi del Sannio, possiede molteplici istituti d’istruzione secondaria di secondo grado nonché strutture culturali e sanitarie di rilievo; vanta inoltre una sviluppata capacità ricettiva.

Il terziario e l’industria, che include i comparti dei prodotti alimentari, del tabacco, delle confezioni, del legno, dei materiali da costruzione, della lavorazione dei metalli e dell’energia elettrica, dominano il quadro dell’economia beneventana ma le attività rurali sono ancora largamente praticate e si articolano nella coltivazione di cereali, ortaggi, frutta e tabacco e nell’allevamento di ovini, bovini e suini. Sede di tutti gli uffici burocratici che competono a un capoluogo di provincia, della Usl di Benevento e dell’Università degli Studi del Sannio, possiede molteplici istituti d’istruzione secondaria di secondo grado nonché strutture culturali e sanitarie di rilievo; vanta inoltre una sviluppata capacità ricettiva.

Relazioni

Centro d’arte di notevole interesse, richiama flussi turistici grazie anche alle manifestazioni culturali e folcloristiche che vi si svolgono. Le più note tra queste sono rappresentate dal “Carnevale delle streghe”, sfilata di maschere e carri allegorici, dal premio Strega (luglio), evento letterario di tradizione pluridecennale, e dalla rassegna di arti varie denominata “Città spettacolo” (settembre). La festa del Patrono, San Bartolomeo, si celebra il 24 agosto.

Centro d’arte di notevole interesse, richiama flussi turistici grazie anche alle manifestazioni culturali e folcloristiche che vi si svolgono. Le più note tra queste sono rappresentate dal “Carnevale delle streghe”, sfilata di maschere e carri allegorici, dal premio Strega (luglio), evento letterario di tradizione pluridecennale, e dalla rassegna di arti varie denominata “Città spettacolo” (settembre). La festa del Patrono, San Bartolomeo, si celebra il 24 agosto.

Località

Cancelleria, Cardoni, Ciancelle, Corvacchini, Francavilla, La Francesca, Lammia, Masseria del Ponte, Masseria Nuova, Monte Calvo, Mosti, Olivola, Ponte Tavole, San Cumano, San Liberatore, San Vitale, Torre Alfieri

Cancelleria, Cardoni, Ciancelle, Corvacchini, Francavilla, La Francesca, Lammia, Masseria del Ponte, Masseria Nuova, Monte Calvo, Mosti, Olivola, Ponte Tavole, San Cumano, San Liberatore, San Vitale, Torre Alfieri

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Benevento rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.