Descrizione

Comune collinare di origini molto antiche; è sostenuto dalle tradizionali attività agricole, affiancate dal turismo e dal comparto industriale delle confezioni. La maggior parte dei bassanesi, il cui indice di vecchiaia è molto elevato, risiede nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità si distribuisce in numerose case sparse sui fondi. L’abitato sorge in posizione panoramica sulla cima e sulle pendici di un colle; il suo nucleo antico, situato più in basso rispetto alla parte moderna, venne gravemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale dall’esplosione di un convoglio di munizioni e, dopo essere rimasto a lungo in stato di abbandono, è stato fatto oggetto di un esemplare intervento di recupero. Il paesaggio circostante è caratterizzato dai colori della rigogliosa vegetazione spontanea, dei seminativi e degli ordinati filari di viti e olivi, che si alternano sulle dolci ondulazioni del territorio comunale, testimoniando la mitezza del clima.

Comune collinare di origini molto antiche; è sostenuto dalle tradizionali attività agricole, affiancate dal turismo e dal comparto industriale delle confezioni. La maggior parte dei bassanesi, il cui indice di vecchiaia è molto elevato, risiede nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità si distribuisce in numerose case sparse sui fondi. L’abitato sorge in posizione panoramica sulla cima e sulle pendici di un colle; il suo nucleo antico, situato più in basso rispetto alla parte moderna, venne gravemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale dall’esplosione di un convoglio di munizioni e, dopo essere rimasto a lungo in stato di abbandono, è stato fatto oggetto di un esemplare intervento di recupero. Il paesaggio circostante è caratterizzato dai colori della rigogliosa vegetazione spontanea, dei seminativi e degli ordinati filari di viti e olivi, che si alternano sulle dolci ondulazioni del territorio comunale, testimoniando la mitezza del clima.

Storia

Popolata anticamente dagli etruschi, in seguito fu probabilmente sede di un insediamento romano edificato a scopo strategico e difensivo, il CASTRUM AMERINUM. Inserita nei possedimenti della Chiesa dopo le invasioni barbariche, al tempo di Carlo Magno fu data in feudo alle famiglie Canali e Baldini; successivamente subì le scorrerie dei saraceni e nel 1070 fu donata da Matilde di Canossa a papa Gregorio VII insieme a una parte del territorio provinciale. Da allora fece sempre parte dei domini pontifici –nel Cinquecento fu comunque feudo di Fortunato Madruccio– e ne seguì le vicende fino all’unità d’Italia. Privata dell’autonomia amministrativa nel 1927, la riottenne nel 1958. Il toponimo è una formazione prediale dal personale latino BASS(I)US, con l’aggiunta del suffisso aggettivale -ANUS, che indica appartenenza; la specificazione rappresenta la denominazione del tratto della valle del fiume Tevere compreso tra Orvieto e Orte. Particolarmente suggestivo è il borgo antico, cui si accede attraverso una porta raggiungibile percorrendo una stradina tagliata nel tufo: vi si possono ammirare, tra l’altro, un’alta torre seicentesca, che ne ingloba un’altra di epoca medievale, e la romanica chiesa di Santa Maria dei Lumi. Degna di nota, nella zona moderna, è l’ottocentesca chiesa dell’Immacolata Concezione, nella quale sono custodite una tavola quattrocentesca raffigurante l’Assunzione e le statue dei Santi Patroni.

Popolata anticamente dagli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a>, in seguito fu probabilmente sede di un insediamento romano edificato a scopo strategico e difensivo, il CASTRUM AMERINUM. Inserita nei possedimenti della Chiesa dopo le invasioni barbariche, al tempo di Carlo Magno fu data in feudo alle famiglie Canali e Baldini; successivamente subì le scorrerie dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SARACENI'>saraceni</a> e nel 1070 fu donata da Matilde di Canossa a papa Gregorio VII insieme a una parte del territorio provinciale. Da allora fece sempre parte dei domini pontifici –nel Cinquecento fu comunque feudo di Fortunato Madruccio– e ne seguì le vicende fino all’unità d’Italia. Privata dell’autonomia amministrativa nel 1927, la riottenne nel 1958. Il toponimo è una formazione prediale dal personale latino BASS(I)US, con l’aggiunta del suffisso aggettivale -ANUS, che indica appartenenza; la specificazione rappresenta la denominazione del tratto della valle del fiume Tevere compreso tra Orvieto e Orte. Particolarmente suggestivo è il borgo antico, cui si accede attraverso una porta raggiungibile percorrendo una stradina tagliata nel tufo: vi si possono ammirare, tra l’altro, un’alta torre seicentesca, che ne ingloba un’altra di epoca medievale, e la romanica chiesa di Santa Maria dei Lumi. Degna di nota, nella zona moderna, è l’ottocentesca chiesa dell’Immacolata Concezione, nella quale sono custodite una tavola quattrocentesca raffigurante l’Assunzione e le statue dei Santi Patroni.

Economia

La comunità conduce una vita tranquilla, nel pieno rispetto delle tradizioni, ma nello stesso tempo manifesta un discreto interesse nei confronti delle novità. L’agricoltura, specializzata nella produzione di frumento, uva da vino e olive, costituisce una risorsa economica ancora significativa: per il momento, infatti, l’industria manifesta un apprezzabile dinamismo solo nel comparto delle confezioni e anche il terziario, sebbene stimolato dal turismo, appare ancora poco sviluppato, comprendendo solo pochi esercizi commerciali e non includendo servizi qualificati, come il credito o le assicurazioni. Il comune fa registrare anche qualche carenza infrastrutturale: sede degli ordinari uffici municipali e postali, dispone di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma difetta di strutture di rilievo preposte alla conservazione e alla divulgazione del patrimonio culturale; l’apparato ricettivo appare adeguato mentre, per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, è presente soltanto la farmacia.

La comunità conduce una vita tranquilla, nel pieno rispetto delle tradizioni, ma nello stesso tempo manifesta un discreto interesse nei confronti delle novità. L’agricoltura, specializzata nella produzione di frumento, uva da vino e olive, costituisce una risorsa economica ancora significativa: per il momento, infatti, l’industria manifesta un apprezzabile dinamismo solo nel comparto delle confezioni e anche il terziario, sebbene stimolato dal turismo, appare ancora poco sviluppato, comprendendo solo pochi esercizi commerciali e non includendo servizi qualificati, come il credito o le assicurazioni. Il comune fa registrare anche qualche carenza infrastrutturale: sede degli ordinari uffici municipali e postali, dispone di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma difetta di strutture di rilievo preposte alla conservazione e alla divulgazione del patrimonio culturale; l’apparato ricettivo appare adeguato mentre, per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, è presente soltanto la farmacia.

Relazioni

Costituiscono motivi di attrazione turistica il lago vulcanico di Vadimone e il borgo medievale: il primo, alimentato da sorgenti sulfuree, largo una cinquantina di metri e profondo circa quattro, rappresenta una cornice ideale per scampagnate ed escursioni; il secondo è ricco di angoli suggestivi e di caratteristici locali ricavati da vecchie botteghe, nei quali si svolgono serate musicali e spettacoli di vario genere. Contribuiscono a richiamare l’interesse dei visitatori alcune manifestazioni all’insegna della cultura e delle antiche tradizioni, come la “Mostra di arte contemporanea” (seconda quindicina di agosto), allestita lungo le stradine del borgo medievale, e il presepe vivente (24 dicembre-6 gennaio), in occasione del quale nel nucleo antico dell’abitato vengono accuratamente ricostruiti ambienti romani e vecchie botteghe di calzolai, fabbri e falegnami; la stessa attenzione viene rivolta alla realizzazione dei costumi degli oltre cento figuranti che vi prendono parte. Chi si reca sul posto ha anche l’opportunità di gustare alcune specialità gastronomiche tipiche, come gli “strozzapreti”, un tipo di pasta simile a spessi spaghetti. La festa dei Patroni, i Santi Fidenzio e Terenzio, si celebra il 27 settembre.

Costituiscono motivi di attrazione turistica il lago vulcanico di Vadimone e il borgo medievale: il primo, alimentato da sorgenti sulfuree, largo una cinquantina di metri e profondo circa quattro, rappresenta una cornice ideale per scampagnate ed escursioni; il secondo è ricco di angoli suggestivi e di caratteristici locali ricavati da vecchie botteghe, nei quali si svolgono serate musicali e spettacoli di vario genere. Contribuiscono a richiamare l’interesse dei visitatori alcune manifestazioni all’insegna della cultura e delle antiche tradizioni, come la “Mostra di arte contemporanea” (seconda quindicina di agosto), allestita lungo le stradine del borgo medievale, e il presepe vivente (24 dicembre-6 gennaio), in occasione del quale nel nucleo antico dell’abitato vengono accuratamente ricostruiti ambienti romani e vecchie botteghe di calzolai, fabbri e falegnami; la stessa attenzione viene rivolta alla realizzazione dei costumi degli oltre cento figuranti che vi prendono parte. Chi si reca sul posto ha anche l’opportunità di gustare alcune specialità gastronomiche tipiche, come gli “strozzapreti”, un tipo di pasta simile a spessi spaghetti. La festa dei Patroni, i Santi Fidenzio e Terenzio, si celebra il 27 settembre.

Località

Lucignano, Stazione di Bassano in Teverina

Lucignano, Stazione di Bassano in Teverina

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Bassano in Teverina rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.