Descrizione

Comune collinare, sorto probabilmente nell’antichità; sede di un fiorente artigianato, specializzato nella produzione di pizzi, merletti al tombolo, terrecotte e ceramiche, è sostenuto essenzialmente dall’agricoltura e dalla piccola industria. La maggior parte degli appignanesi, il cui indice di vecchiaia è di poco superiore alla media, si distribuisce in numerose case sparse sui fondi e nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità risiede nel minuscolo aggregato urbano di San Francesco. L’abitato, che si estende su un ripiano delimitato da un’ansa del torrente Chifente, ha acquisito nel tempo una caratteristica conformazione urbanistica “a mandorla”: attraversato dalla strada principale, è racchiuso tra due vie secondarie che descrivono un’ellissi. Intorno si distende il paesaggio tipico dell’ambiente collinare marchigiano: poggi segnati dalle linee regolari degli oliveti e dei vigneti degradano dolcemente verso pianure ricoperte di seminativi; in prossimità della valle del fiume Tronto, tuttavia, il territorio comunale appare inciso dai calanchi, profondi solchi prodotti dall’azione erosiva delle acque superficiali sui terreni argillosi.

Comune collinare, sorto probabilmente nell’antichità; sede di un fiorente artigianato, specializzato nella produzione di pizzi, merletti al tombolo, terrecotte e ceramiche, è sostenuto essenzialmente dall’agricoltura e dalla piccola industria. La maggior parte degli appignanesi, il cui indice di vecchiaia è di poco superiore alla media, si distribuisce in numerose case sparse sui fondi e nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità risiede nel minuscolo aggregato urbano di San Francesco. L’abitato, che si estende su un ripiano delimitato da un’ansa del torrente Chifente, ha acquisito nel tempo una caratteristica conformazione urbanistica “a mandorla”: attraversato dalla strada principale, è racchiuso tra due vie secondarie che descrivono un’ellissi. Intorno si distende il paesaggio tipico dell’ambiente collinare marchigiano: poggi segnati dalle linee regolari degli oliveti e dei vigneti degradano dolcemente verso pianure ricoperte di seminativi; in prossimità della valle del fiume Tronto, tuttavia, il territorio comunale appare inciso dai calanchi, profondi solchi prodotti dall’azione erosiva delle acque superficiali sui terreni argillosi.

Storia

Secondo un’attendibile tradizione sarebbe stata fondata in età imperiale da una famiglia romana; il ritrovamento di vari materiali litici risalenti addirittura alla preistoria attesta comunque che il territorio comunale fu popolato fin da epoche assai remote. Saccheggiata dai saraceni nel corso del IX secolo d.C., venne fortificata nel XII, dopo essere entrata a far parte della marca fermana. Nessun evento storico di rilievo si registra tra il XII e il XVIII secolo, alla fine del quale, ormai da tempo annessa ai territori ecclesiastici, subì l’invasione francese. Inserita da Napoleone nel dipartimento del Tronto, tornò allo Stato Pontificio dopo la caduta del Regno Italico e vi rimase fino all’unità d’Italia. Il toponimo è una formazione prediale dal personale latino APPONIUS, con il suffisso aggettivale –ANUS; la specificazione, che sostituì nel 1879 quella precedente “di Offida”, si riferisce chiaramente al fiume che scorre nei pressi dell’abitato. La chiesa romanico-gotica di San Giovanni Battista (XIV-XVI secolo) è affiancata da un alto campanile trecentesco e impreziosita da un portale sormontato da un bel rosone; l’interno, a tre navate, conserva un dipinto di Simone de Magistris (1589) e una trecentesca Pietà in terracotta. D’impronta romanico-gotica è anche la chiesa di San Michele Arcangelo, costruita da maestri lombardi durante la prima metà del Quattrocento e rimaneggiata più volte nei secoli successivi; presso l’altare maggiore si trovano un dipinto di Vincenzo Pagani del 1539 e un reliquiario della Croce, preziosa opera attribuita a Pietro Vannini, orefice ascolano del XV secolo.

Secondo un’attendibile tradizione sarebbe stata fondata in età imperiale da una famiglia romana; il ritrovamento di vari materiali litici risalenti addirittura alla preistoria attesta comunque che il territorio comunale fu popolato fin da epoche assai remote. Saccheggiata dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=SARACENI'>saraceni</a> nel corso del IX secolo d.C., venne fortificata nel XII, dopo essere entrata a far parte della marca fermana. Nessun evento storico di rilievo si registra tra il XII e il XVIII secolo, alla fine del quale, ormai da tempo annessa ai territori ecclesiastici, subì l’invasione francese. Inserita da Napoleone nel dipartimento del Tronto, tornò allo Stato Pontificio dopo la caduta del Regno Italico e vi rimase fino all’unità d’Italia. Il toponimo è una formazione prediale dal personale latino APPONIUS, con il suffisso aggettivale –ANUS; la specificazione, che sostituì nel 1879 quella precedente “di Offida”, si riferisce chiaramente al fiume che scorre nei pressi dell’abitato. La chiesa romanico-gotica di San Giovanni Battista (XIV-XVI secolo) è affiancata da un alto campanile trecentesco e impreziosita da un portale sormontato da un bel rosone; l’interno, a tre navate, conserva un dipinto di Simone de Magistris (1589) e una trecentesca Pietà in terracotta. D’impronta romanico-gotica è anche la chiesa di San Michele Arcangelo, costruita da maestri lombardi durante la prima metà del Quattrocento e rimaneggiata più volte nei secoli successivi; presso l’altare maggiore si trovano un dipinto di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=VINCENZOPAGANI'>Vincenzo Pagani</a> del 1539 e un reliquiario della Croce, preziosa opera attribuita a Pietro Vannini, orefice ascolano del XV secolo.

Economia

La popolazione attiva locale è dedita con profitto alla coltivazione della terra (si producono frumento, uva, olive e frutta, in particolare pere e mele) nonché all’artigianato artistico. Il settore industriale, attivo perlopiù nei comparti dei tessuti, delle confezioni e delle calzature, è ancora di modesta rilevanza; il terziario annovera una rete commerciale commisurata alle esigenze della comunità e servizi qualificati, come il credito. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, non possiede strutture culturali e scolastiche di rilievo all’infuori delle scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado; l’assistenza sanitaria è assicurata dalla farmacia mentre l’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

La popolazione attiva locale è dedita con profitto alla coltivazione della terra (si producono frumento, uva, olive e frutta, in particolare pere e mele) nonché all’artigianato artistico. Il settore industriale, attivo perlopiù nei comparti dei tessuti, delle confezioni e delle <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=CALZATURE'>calzature</a>, è ancora di modesta rilevanza; il terziario annovera una rete commerciale commisurata alle esigenze della comunità e servizi qualificati, come il credito. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, non possiede strutture culturali e scolastiche di rilievo all’infuori delle scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado; l’assistenza sanitaria è assicurata dalla farmacia mentre l’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Relazioni

La posizione panoramica sulla campagna marchigiana e il clima salubre ne fanno una piacevole stazione climatica, ancora poco valorizzata sul piano delle strutture sportivo-ricreative. Le feste più note all’esterno sono quella dedicata a San Vincenzo Ferreri, che si svolge la domenica successiva alla Pasqua, la processione del Cristo morto del Venerdì Santo e il cosiddetto “Funerale dell’anno vecchio”, celebrato solennemente la notte di San Silvestro. La festa del Patrono San Giorgio si celebra il 23 aprile.

La posizione panoramica sulla campagna marchigiana e il clima salubre ne fanno una piacevole stazione climatica, ancora poco valorizzata sul piano delle strutture sportivo-ricreative. Le feste più note all’esterno sono quella dedicata a San Vincenzo Ferreri, che si svolge la domenica successiva alla Pasqua, la processione del Cristo morto del Venerdì Santo e il cosiddetto “Funerale dell’anno vecchio”, celebrato solennemente la notte di San Silvestro. La festa del Patrono San Giorgio si celebra il 23 aprile.

Località