Descrizione

Centro rivierasco di origine medievale, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole, affiancate da una discreta attività industriale. Gli acatesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in numerose case sparse e nel centro temporaneo Marina di Acate. Il territorio, fertile per la ricchezza di sorgive, caratterizzato da una folta e lussureggiante vegetazione, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate ma è complessivamente classificato di pianura. L’abitato, che sorge su un modesto rilievo, alle pendici del monte Calvo, in prossimità di una fiumara e non lontano dalla costa, è in forte espansione edilizia.

Centro rivierasco di origine medievale, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole, affiancate da una discreta attività industriale. Gli acatesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in numerose case sparse e nel centro temporaneo Marina di Acate. Il territorio, fertile per la ricchezza di sorgive, caratterizzato da una folta e lussureggiante vegetazione, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate ma è complessivamente classificato di pianura. L’abitato, che sorge su un modesto rilievo, alle pendici del monte Calvo, in prossimità di una fiumara e non lontano dalla costa, è in forte espansione edilizia.

Storia

Fino al 1938 il suo nome fu Bìscari, poi sostituito dall’attuale denominazione, verosimilmente in riferimento all’antico nome del vicino fiume Dirillo. L’etimo è da ricercarsi nel termine latino ACHATES, ‘Agata’. Da documentazione certa la prima notizia della concessione del feudo di Bìscari –da parte di Martino I– risale al 1396: ne fu beneficiario Nicolò Castagna. Nel 1409 fu venduto a Bernardo Caprera conte di Modica, per poi passare ad Antonio Castello. Nel 1478 ne fu barone Guglielmo Raimondo Castello, che si può considerare il fondatore del borgo di Bìscari: fu lui, infatti, a dare inizio alla costruzione del castello e delle prime abitazioni. Estintosi il ramo dei Castello, morti senza lasciare eredi, la baronia e il feudo passarono in possesso dei Paternò Castello; con Agatino Patrenò Castello la baronia fu elevata alla dignità di principato. Fra i principi il più illustre, conosciuto in tutta l’Europa, fu il quinto: Ignazio Vincenzo Paternò Castello. Tra le testimonianze storico-architettoniche dei secoli passati si annoverano: la chiesa madre, dedicata a S. Nicolò di Bari, eretta nel 1492, restaurata e ampliata dopo il terremoto del 1693; la chiesa di S. Vincenzo Martire, un tempo di proprietà dei Principi, annessa al castello, costruita nel Settecento; la chiesa del Carmelo, edificata nella seconda metà del XVII secolo; il convento dei Cappuccini, realizzato nel 1737; il castello medievale, fatto innalzare da Guglielmo Raimondo Castello nel 1494.

Fino al 1938 il suo nome fu Bìscari, poi sostituito dall’attuale denominazione, verosimilmente in riferimento all’antico nome del vicino fiume Dirillo. L’etimo è da ricercarsi nel termine latino ACHATES, ‘Agata’. Da documentazione certa la prima notizia della concessione del feudo di Bìscari –da parte di Martino I– risale al 1396: ne fu beneficiario Nicolò Castagna. Nel 1409 fu venduto a Bernardo Caprera conte di Modica, per poi passare ad Antonio Castello. Nel 1478 ne fu barone Guglielmo Raimondo Castello, che si può considerare il fondatore del borgo di Bìscari: fu lui, infatti, a dare inizio alla costruzione del castello e delle prime abitazioni. Estintosi il ramo dei Castello, morti senza lasciare eredi, la baronia e il feudo passarono in possesso dei Paternò Castello; con Agatino Patrenò Castello la baronia fu elevata alla dignità di principato. Fra i principi il più illustre, conosciuto in tutta l’Europa, fu il quinto: Ignazio Vincenzo Paternò Castello. Tra le testimonianze storico-architettoniche dei secoli passati si annoverano: la chiesa madre, dedicata a S. Nicolò di Bari, eretta nel 1492, restaurata e ampliata dopo il terremoto del 1693; la chiesa di S. Vincenzo Martire, un tempo di proprietà dei Principi, annessa al castello, costruita nel Settecento; la chiesa del Carmelo, edificata nella seconda metà del XVII secolo; il convento dei Cappuccini, realizzato nel 1737; il castello medievale, fatto innalzare da Guglielmo Raimondo Castello nel 1494.

Economia

È sede di stazione dei carabinieri. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva (utilizzata per la produzione del noto vino “Cerasuolo”), olive, agrumi e altra frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti: estrattivo, alimentare, della lavorazione del legno, della tipografia, della chimica, della meccanica, dell’edilizia e dell’informatica. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale e dell’insieme dei servizi più qualificati, che comprendono quello bancario. Le strutture scolastiche locali garantiscono la frequenza delle classi dell’obbligo; per l’arricchimento culturale sono presenti la biblioteca civica “Enzo Maganuco” e quella della “Società Operaia del Mutuo Soccorso”. Le strutture ricettive, comprese alcune agrituristiche, offrono possibilità di ristorazione e ora anche di soggiorno. Per gli amanti dello sport e del tempo libero sono a disposizione campi di calcio e da tennis e una palestra. È assicurato il servizio farmaceutico.

È sede di stazione dei carabinieri. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva (utilizzata per la produzione del noto vino “Cerasuolo”), olive, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=AGRUMI'>agrumi</a> e altra frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti: estrattivo, alimentare, della lavorazione del legno, della tipografia, della chimica, della meccanica, dell’edilizia e dell’informatica. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale e dell’insieme dei servizi più qualificati, che comprendono quello bancario. Le strutture scolastiche locali garantiscono la frequenza delle classi dell’obbligo; per l’arricchimento culturale sono presenti la biblioteca civica “Enzo Maganuco” e quella della “Società Operaia del Mutuo Soccorso”. Le strutture ricettive, comprese alcune agrituristiche, offrono possibilità di ristorazione e ora anche di soggiorno. Per gli amanti dello sport e del tempo libero sono a disposizione campi di calcio e da tennis e una palestra. È assicurato il servizio farmaceutico.

Relazioni

Oltre a gustare i semplici ma genuini prodotti locali (la ricotta di pecora, il formaggio “tuma”, la pasta “c’a cucuzza”, i “sarmugghi” –coniglietti– alla cacciatora, la “mustata”, mostarda d’uva, e la “mustata di ficurignia”, mostarda di fichi d’India) è possibile effettuare piacevoli escursioni nei dintorni: la sua favorevole posizione geografica permette, infatti, di raggiungere facilmente interessanti siti naturalistici, come la costa meridionale siciliana, con le sue splendide e incontaminate spiagge, nonché la Riserva Naturale orientata Pino d’Aleppo. Tra le manifestazioni si registrano: il carnevale; i riti della Settimana Santa; la festa di San Vincenzo con il suo tradizionale “palio”, la terza domenica dopo Pasqua; la festa di San Giuseppe, a marzo; la festa della Madonna del Carmelo, a luglio; l’”Estate Acatese”, tra luglio e agosto; il “Settembre a Bìscari”, una serie di iniziative culturali che annualmente si svolgono per tutto il mese di settembre; la festa di Santa Lucia, a dicembre. Il Patrono, San Biagio, si festeggia il 3 febbraio. Ha dato i natali al poeta e scrittore Carlo Addario (1876-1955) e al professore universitario Enzo Maganuco (1896-1968), critico d’arte e studioso di tradizioni popolari.

Oltre a gustare i semplici ma genuini prodotti locali (la ricotta di pecora, il formaggio “<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=TUMA'>tuma</a>”, la pasta “c’a cucuzza”, i “sarmugghi” –coniglietti– alla cacciatora, la “mustata”, mostarda d’uva, e la “mustata di ficurignia”, mostarda di fichi d’India) è possibile effettuare piacevoli escursioni nei dintorni: la sua favorevole posizione geografica permette, infatti, di raggiungere facilmente interessanti siti naturalistici, come la costa meridionale siciliana, con le sue splendide e incontaminate spiagge, nonché la Riserva Naturale orientata Pino d’Aleppo. Tra le manifestazioni si registrano: il carnevale; i riti della Settimana Santa; la festa di San Vincenzo con il suo tradizionale “palio”, la terza domenica dopo Pasqua; la festa di San Giuseppe, a marzo; la festa della Madonna del Carmelo, a luglio; l’”Estate Acatese”, tra luglio e agosto; il “Settembre a Bìscari”, una serie di iniziative culturali che annualmente si svolgono per tutto il mese di settembre; la festa di Santa Lucia, a dicembre. Il Patrono, San Biagio, si festeggia il 3 febbraio. Ha dato i natali al poeta e scrittore Carlo Addario (1876-1955) e al professore universitario Enzo Maganuco (1896-1968), critico d’arte e studioso di tradizioni popolari.

Località

Marina di Acate, Stazione di Acate

Marina di Acate, Stazione di Acate

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Acate rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.