Chiesa MATER ADMIRABILIS

La presenza di un edificio consacrato al culto nella zona mare di Riccione risale alla fine dell'800: a quei tempi esisteva una piccola cappella, officiata solo nei mesi estivi e annessa agli "Ospizi Marini". Ma già nel 1907 un gruppo di pie e facoltose persone, fra cui il conte Soleri Martinelli proprietario di un terreno, provenienti da diverse città del Nord d'Italia e sollecitate dal parroco di San Martino don Agostino Magnani, studiarono il progetto di una nuova, solenne chiesa, stile liberty. Venne creato un comitato che pose la prima pietra il giorno 8 Agosto del 1909. Vennero affidati i lavori alla ditta Pari. Nel 1918 la chiesa fu visitata dal Patriarca di Venezia e l'avvenimento è ricordato da una epigrafe muraria posta sulla parte sinistra entrando: "Il Patriarca di Venezia / cardinale Pietro Lafontaine / il 3 settembre 1918 / da questa chiesa consolava e benediva / quattromila suoi figli". Nel 1925 la chiesa fu affidata ai padri missionari comboniani che vi costruirono sul fronte mare il loro convento, mentre nella casa in via C. Battisti, ora delle Maestre Pie, vi istituirono il seminario. Col crescere dei turisti e della popolazione stabilmente residente, nel 1951 il vescovo Luigi Santa eresse la chiesa a parrocchia, sottraendola alla giurisdizione di San Martino e affidandola ovviamente agli stessi padri comboniani, prima a padre Girolamo Pattaro e quindi a padre Quinto Nonetti. Padre Nonetti si rese conto molto presto che durante il periodo estivo la chiesa diventava troppo piccola per la numerosa affluenza di fedeli e decise di ampliarla, aprendo due cappelle laterali e spostando l'abside e il presbiterio. La ditta Galli di Riccione, sotto la guida dell'ingegnere Elio Speroni, eseguì i lavori fra il 1959 ed il 1960. Il 1° novembre del 1961 la parrocchia fu affidata al nostro clero diocesano nella persona di don Mario Molari. Il nuovo parroco vide subito la necessità di dare all'interno della chiesa una uniformità di stile, venuto a mancare dopo l'ampliamento e iniziò una serie di lavori culminati nel grande affresco absidale, realizzato da padre Giovanni Lerario (OFM Conv.) nel 1966, esattamente in un anno e nove giorni. L'affresco prende spunto da una terzina del Paradiso di Dante: "In forma dunque di candida rosa / mi si mostrava la milizia santa / che nel suo sangue Cristo fece sposa". L’affresco vuole mostrare infatti la "ammirabilità" della Chiesa attraverso lo sfolgorio di 138 santi che fanno corona a Cristo, capo glorioso, ed a Maria "Mater Admirabilis".