CHIESA MARIA SS. DEL ROSARIO

In origine Chiesa dei Conventuali di S. Francesco d'Assisi con l'adiacente convento ( successivamente intitolata a Maria SS. del Rosario ) che fu eretta nel 1284 e terminata nel 1337 sul sito dove sorgeva l'antico teatro greco-romano. A confermare in maniera inequivocabile che il teatro sorgesse proprio in quel tratto tra il quartiere “Terravecchia” e la chiesa di S. Francesco d'Assisi è Alberto Santulli che in una cronaca del giornale locale “L'Avvenire Vibonese” del 1887 scrisse che “nel 1653 facendosi alcuni scavi nell'orto dei Padri Conventuali di S. Francesco (ora Chiesa del Rosario), furono scoperti gli avanzi dell'antica Ipponio che, poi, vennero distrutti, e la pietra da taglio fu impiegata nella costruzione della Chiesa di S. Carlo degli Agostiniani Scalzi,la quale, con convento annesso, sorgeva presso “casa D'Amico”. Successivamente nel 1870, scavandosi delle fondazioni nella strada dietro la Chiesa del Rosario, vennero scoperti avanzi di una piscina”. La chiesa fu completamente rifatta nel 1776,ma nonostante ciò, conserva tracce notevoli nei pilastri dell'arco maggiore a costoloni di tipico stampo gotico-angioino. La chiesa ad unica ampia navata e coro quadrangolare diviso dall'aula da un grande arco di trionfo, presenta le pareti articolate da una serie di specchiature laterali, contenenti altari; la navata ed il coro presentano una copertura a falsa volta lunettata. Il paramento decorativo interno è di gusto barocco. L'esterno, palesemente rifatto, è a due piani: quello inferiore che ospita il portale architravato sormontato da un arco, presenta un paramento murario a finto bugnato liscio; il livello superiore, ha coppie di lesene scanalate con capitello ionico e ghirlanda (tra le quali si notano uniche finestre di facciata), ed è concluso da un timpano con oculo centrale anteposto ad un timpano di maggiori dimensioni che corona l'intero complesso. Dell'antico splendore artistico del Tempio di S. Francesco d'Assisi facevano eloquente testimonianza le quattro cappelle monumentali che sul lato destro del Tempio si conservarono sino al 1710. Di queste quattro cappelle la De Sirica-Crispo è l'unica superstite, dove vi si conserva tutt'oggi un bellissimo sarcofago marmoreo che ha sul coperchio un altorilievo raffigurante il cavaliere angioino De Sirica ivi deposto (sec. XIV). Della Cappella si ammirano ancora in ottime condizioni i costoloni in stile gotico coi fiordalisi francesi, altri rilievi trecenteschi dinanzi e ai lati, raffiguranti una Madonna, e degli stemmi, e una leggenda latina in caratteri gallo-romani. All'interno della chiesa si possono però ammirare altri capolavori tra cui le statue policrome della Via Crucis di Ludovico Rubino, che vengono portate in processione il pomeriggio del venerdì Santo, ed il Cristo Risorto dello stesso autore, anch'esso portato in processione la domenica di Pasqua per l'Affrontata. Vi sono poi i quadri di Giulio Rubino che portano la data del 1747: il Martirio di S. Stefano, la Crocefissione, la Madonna della Salute, la Madonna in Glori con S. Francesco; sono di Giulio Rubino anche i quadri sotto i cornicioni. Vi è un quadro rappresentante S. Vito (del 1745) di Domenico Basile da Catanzaro .Vi è un quadro di S.Francesco d’Assisi, di ottima scuola, che alcuni vogliono attribuire a Francesco Zoda, altri alla scuola dello Zingaro , per il disegno e il colorito. Va notato infine di Emanuele Paparo il bellissimo quadro che rappresenta la Vergine del Rosario con S. Domenico,S. Tommaso, S. Rosa e S. Caterina da Siena in basso, con una bella corona di angeli che fiancheggiano il quadro, il quale è una copia della Madonna del Sacco di Andrea del Sarto. Documentazione : SPQVIBO