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La Mefite

La Mefite è un lago di origine sulfurea che si trova nella Valle d’Ansanto, a circa 4 km dal centro abitato di Rocca San Felice. Si tratta di un luogo di straordinaria bellezza paesaggistica e di incredibile forza naturale. Ciò che lo caratterizza è il continuo ribollire delle acque e le forti esalazioni gassose che provengono dalle fenditure nel terreno. Recenti studi scientifici hanno attestato che la mefite rappresenta il fenomeno non vulcanico con la più alta concentrazione di anidride carbonica mai misurata in tutto il mondo. Si tratta, dunque, di un fenomeno unico dal punto di vista geotermico e geofisico. Per via della sua particolarità la mefite ha da sempre colpito l’immaginario collettivo dei suoi visitatori. Nell’antichità nacque e si sviluppò il culto della dea Mefite, prima presso le popolazioni italiche e, successivamente, in età romana. Inizialmente la dea Mefite era una divinità benigna e protettrice, simbolo di fertilità, cui i pellegrini rendeva omaggio con doni e sacrifici. In seguito il volto di Mefite cambiò e passò ad indicare un’entità malefica intorno alla quale sorsero leggende ancora vive nella tradizione popolare. Tra le diverse testimonianze letterarie che parlano del sito della mefite, quella più nota è indubbiamente la citazione di Virgilio nel VII canto dell’Eneide, in cui la mefite viene presentata come la porta d’ingresso degli Inferi, il luogo del trapasso dalla vita alla morte. Il culto di Mefite durò circa mille anni, dal VI sec. a.C. al IV sec. d.C., fino a quando nella Valle d’Ansanto arrivò S. Felice da Nola con l’intento di evangelizzarlo; così il tempio della dea pagana fu distrutto per essere sostituito da una chiesetta dedicata a Santa Felicita e i suoi sette figli martiri, oggi meta di pellegrinaggio religioso.