La leggenda di Diana Recco e i sette martiri monteleonesi

Narrano i cronisti che la mattina dell’8 maggio (altri dicono 8 giugno) del 1508 sette teste umane penzolavano dai merli del castello Normanno di Vibo Valentia e i corpi erano attaccati alle mura. I nomi dei 7 “martiri” (così furono definiti dalla tradizione) sono: Giovanni Recco, Ortensio Recco, G.Battista Capialbi, Domenico Milana, Francesco D’Alessandro, Sante Noplari, Tolomeo Ramolo.Dopo l’eccidio e l’insediamento dei Pignatelli i nobili monteleonesi, in segno di protesta, si trasferirono a Tropea. La leggenda vuole che ogni notte dell’8 giugno fino al giorno in cui i martiri non furono vendicati, scendesse dal castello e percorresse le vie principali della città, un cavallo che lanciava terrificanti nitriti e sprigionava faville dagli zoccoli. Diana Recco, sorella e figlia di due martiri, allora aveva 12 anni essendo nata nel 1498 e dopo il fatto tragico emigrò anche lei con il resto della famiglia a Tropea . Arrivò alla fine il momento della vendetta:donna Caterina Recco, madre di Diana , con la complicità di alcuni nobili monteleonesi trapiantati a Tropea, fece invitare la figlia al seguito di Joannes Baptiste Spinellus, firmatario insieme al Barone Lo Tufo delle “Gratie e privilegi” concessi alla città di Monteleone da Ettore Pignatelli il 13 marzo 1504 cioè 4 anni prima della strage. Durante i festeggiamenti per le nozze di Margherita Lo Tufo, Diana, poco più che ventenne, uccise con il pugnale Giovanni (o Giacomo ) Lo Tufo nel palazzo baronale di Lavello in Lucania. Catturata venne processata e giustiziata. Nel 1996 e nel 1998 a cura della Pro Loco, si sono svolti a Vibo il Corteo Storico e il Palio di Diana che si snoda dal Castello Normanno- Svevo, sull’acropoli della città, fino a Piazza Municipio dove si svolge il Palio vero e proprio. Il Palio, che ha come cornice il centro storico di Vibo, prevede innanzitutto la rappresentazione in costume della storia di Diana, e la sfida dei rioni; seguono poi una serie di sfide tradizionali, il tiro alla fune, la corsa dei sacchi e la rottura della pignatta.