Descrizione

Centro collinare, sorto nel Medioevo in un territorio popolato sin dalla preistoria; l'economia locale è sostenuta dalle tradizionali attività rurali, da alcune piccole imprese industriali e dal turismo. Più della metà dei gesualdini, con un indice di vecchiaia nella media, risiede nel capoluogo comunale, situato in posizione panoramica sulla cima di un colle e caratterizzato, nel centro storico, da una pianta tipicamente medievale, con strette stradine che si snodano tra le abitazioni; numerose sono le case sparse. Il territorio comunale, dall'andamento altimetrico prevalentemente collinare, è costituito da dolci rilievi, rivestiti di seminativi e vigneti, alternati a lembi di boschi di roverella, pino, acero e cerro. Sulle rive dei corsi d'acqua cresce la vegetazione riparia, rappresentata da filari di pioppi, tamerici, salici e ontani napoletani.

Centro collinare, sorto nel Medioevo in un territorio popolato sin dalla preistoria; l'economia locale è sostenuta dalle tradizionali attività rurali, da alcune piccole imprese industriali e dal turismo. Più della metà dei gesualdini, con un indice di vecchiaia nella media, risiede nel capoluogo comunale, situato in posizione panoramica sulla cima di un colle e caratterizzato, nel centro storico, da una pianta tipicamente medievale, con strette stradine che si snodano tra le abitazioni; numerose sono le case sparse. Il territorio comunale, dall'andamento altimetrico prevalentemente collinare, è costituito da dolci rilievi, rivestiti di seminativi e vigneti, alternati a lembi di boschi di roverella, pino, acero e cerro. Sulle rive dei corsi d'acqua cresce la vegetazione riparia, rappresentata da filari di pioppi, tamerici, salici e ontani napoletani.

Storia

Il ritrovamento di asce e manufatti di epoca neolitica testimonia che qui sorse il più antico insediamento dell'intera Irpinia; sopravvivono inoltre i resti di popolamenti più tardi, di età eneolitica (IV-III millennio a.C.) e romana. Il primo nucleo dell'attuale abitato, costituitosi con molta probabilità nella seconda metà dell'XI secolo, si sviluppa intorno al castello, edificato a difesa del Gastaldato di Quintodecimo dopo la Divisio ducatus beneventano dell'849 tra Radelchi e Siconolfo. Rimasto a lungo tra i possedimenti della casata dei Gesualdo –provenienti dai normanni, discesi dalla Normandia come cavalieri mercenari, il cui capostipide, Guglielmo d'Altavilla, primo signore della baronia di Gesualdo, aveva sposato la figlia del conte di Lecce Goffredo e aveva ricevuto, in seguito a questo matrimonio, la signoria sia di Lucera che del castrum di Gesualdo, nonché numerosissimi altri feudi e castra del Principato–, venne distrutto dalle truppe di Ferrante I d'Aragona (1460). Acquistato nel XVII secolo dai Caracciolo, fu devastato da un terribile terremoto del 1696. Nel 1980 fu nuovamente danneggiato dal violento terremoto che devastò tutta l'Irpinia. Il toponimo deriva da “Gisu-wald”, col significato di ‘bosco, terra di Gesù'. L'imponente castello longobardo, distrutto nel XV secolo dalle truppe aragonesi e trasformato nel 1594 in una magnifica residenza signorile, conserva quattro torri a pianta circolare, una corte interna con portico, una sala adibita a teatro e giardini all'italiana. Nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, fatta erigere per espiare l'assassinio della moglie, è esposto un dipinto degli inizi del Seicento intitolato “Perdono di Carlo Gesualdo”, eseguito da Giovanni Balducci. La settecentesca parrocchiale di San Nicola, con portale barocco e tele del XVII e del XVIII secolo, custodisce un busto ligneo cinquecentesco. Nella chiesa di Santa Maria della Pietà (1642) sono conservate due tele cinquecentesche e una tavola raffigurante una Madonna col Bambino (1534).

Il ritrovamento di asce e manufatti di epoca neolitica testimonia che qui sorse il più antico insediamento dell'intera Irpinia; sopravvivono inoltre i resti di popolamenti più tardi, di età eneolitica (IV-III millennio a.C.) e romana. Il primo nucleo dell'attuale abitato, costituitosi con molta probabilità nella seconda metà dell'XI secolo, si sviluppa intorno al castello, edificato a difesa del Gastaldato di Quintodecimo dopo la Divisio ducatus beneventano dell'849 tra Radelchi e Siconolfo. Rimasto a lungo tra i possedimenti della casata dei Gesualdo –provenienti dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=NORMANNI'>normanni</a>, discesi dalla Normandia come cavalieri mercenari, il cui capostipide, Guglielmo d'Altavilla, primo signore della baronia di Gesualdo, aveva sposato la figlia del conte di Lecce Goffredo e aveva ricevuto, in seguito a questo matrimonio, la signoria sia di Lucera che del castrum di Gesualdo, nonché numerosissimi altri feudi e castra del Principato–, venne distrutto dalle truppe di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=FERRANTEIDARAGONA'>Ferrante I d'Aragona</a> (1460). Acquistato nel XVII secolo dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARACCIOLO'>Caracciolo</a>, fu devastato da un terribile terremoto del 1696. Nel 1980 fu nuovamente danneggiato dal violento terremoto che devastò tutta l'Irpinia. Il toponimo deriva da “Gisu-wald”, col significato di ‘bosco, terra di Gesù'. L'imponente castello <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=LONGOBARDO'>longobardo</a>, distrutto nel XV secolo dalle truppe <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=ARAGONESI'>aragonesi</a> e trasformato nel 1594 in una magnifica residenza signorile, conserva quattro torri a pianta circolare, una corte interna con portico, una sala adibita a teatro e giardini all'italiana. Nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, fatta erigere per espiare l'assassinio della moglie, è esposto un dipinto degli inizi del Seicento intitolato “Perdono di Carlo Gesualdo”, eseguito da Giovanni Balducci. La settecentesca parrocchiale di San Nicola, con portale barocco e tele del XVII e del XVIII secolo, custodisce un busto ligneo cinquecentesco. Nella chiesa di Santa Maria della Pietà (1642) sono conservate due tele cinquecentesche e una tavola raffigurante una Madonna col Bambino (1534).

Economia

La fertilità del territorio favorisce lo sviluppo delle attività rurali: la produzione di cereali, uva, olive e frutta costituisce ancora un'importante risorsa economica. Il settore secondario è composto da imprese di piccole e medie dimensioni, attive nei comparti dei prodotti alimentari, dell'estrazione della pietra, del legno, dei materiali da costruzione e della lavorazione dei metalli; il terziario include un discreto numero di esercizi commerciali ma è ancora privo di servizi più qualificati, fatta eccezione per quello bancario. Ospita le scuole dell'obbligo, un istituto tecnico commerciale e uno per geometri, un istituto professionale commerciale e una biblioteca comunale; l'assistenza sanitaria è garantita dalla guardia medica, da un consultorio familiare e dalla farmacia; l'apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno.

La fertilità del territorio favorisce lo sviluppo delle attività rurali: la produzione di cereali, uva, olive e frutta costituisce ancora un'importante risorsa economica. Il settore secondario è composto da imprese di piccole e medie dimensioni, attive nei comparti dei prodotti alimentari, dell'estrazione della pietra, del legno, dei materiali da costruzione e della lavorazione dei metalli; il terziario include un discreto numero di esercizi commerciali ma è ancora privo di servizi più qualificati, fatta eccezione per quello bancario. Ospita le scuole dell'obbligo, un istituto tecnico commerciale e uno per geometri, un istituto professionale commerciale e una biblioteca comunale; l'assistenza sanitaria è garantita dalla guardia medica, da un consultorio familiare e dalla farmacia; l'apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno.

Relazioni

Frequentata stazione turistica, ospita un buon numero di manifestazioni: si ricordano, in particolare, le “Giornate gesualdiane”, comprendenti mostre, visite guidate al centro storico, concerti di musica polifonica e il “Palio dell'alabarda” (11-15 agosto); quest'ultimo evento culmina con un magnifico corteo in costume d'epoca che rievoca la vicenda di Carlo Gesualdo. Tra le altre manifestazioni figurano: le fiere che si svolgono l'11 di ogni mese; il carnevale, con le sfilate di carri allegorici; la festa dedicata a San Vincenzo Ferrari, accompagnata dal “Volo dell'Angelo” (ultima domenica di agosto), durante il quale un personaggio raffigurante un angelo, appeso a un filo d'acciaio, effettua un “volo” dal castello alla chiesa del Santissimo Rosario; il presepe vivente (23-25 dicembre). L'antico castello longobardo, inoltre, è stato spesso utilizzato come scenario di film e romanzi da registi e scrittori provenienti da ogni parte d'Europa. Il Patrono, San Nicola, si festeggia il 6 dicembre.

Frequentata stazione turistica, ospita un buon numero di manifestazioni: si ricordano, in particolare, le “Giornate gesualdiane”, comprendenti mostre, visite guidate al centro storico, concerti di musica polifonica e il “Palio dell'alabarda” (11-15 agosto); quest'ultimo evento culmina con un magnifico corteo in costume d'epoca che rievoca la vicenda di Carlo Gesualdo. Tra le altre manifestazioni figurano: le fiere che si svolgono l'11 di ogni mese; il carnevale, con le sfilate di carri allegorici; la festa dedicata a San Vincenzo Ferrari, accompagnata dal “Volo dell'Angelo” (ultima domenica di agosto), durante il quale un personaggio raffigurante un angelo, appeso a un filo d'acciaio, effettua un “volo” dal castello alla chiesa del Santissimo Rosario; il presepe vivente (23-25 dicembre). L'antico castello longobardo, inoltre, è stato spesso utilizzato come scenario di film e romanzi da registi e scrittori provenienti da ogni parte d'Europa. Il Patrono, San Nicola, si festeggia il 6 dicembre.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Gesualdo rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.