Descrizione

Comune collinare, fondato nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla remota antichità; la sua economia poggia prevalentemente su attività tradizionali, come la viticoltura e l’olivicoltura. I raviscaninesi, il cui indice di vecchiaia è nella media, mostrano una netta tendenza alla dispersione: il numero delle case sparse, infatti, è di poco inferiore a quello delle abitazioni concentrate nel capoluogo comunale; quest’ultimo è esposto a mezzogiorno ed è situato in posizione dominante sulla valle percorsa dal fiume Volturno. Il territorio comunale fa registrare sensibili oscillazioni altimetriche, degradando da un lato verso l’ampia vallata del fiume Volturno e inerpicandosi, dall’altro, in direzione della catena del Matese. Vigneti, oliveti, seminativi di pianura e di collina e boschi di querce, castagni e faggi si susseguono, scandendo le fasce altimetriche e conferendo al paesaggio notevole varietà.

Comune collinare, fondato nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla remota antichità; la sua economia poggia prevalentemente su attività tradizionali, come la viticoltura e l’olivicoltura. I raviscaninesi, il cui indice di vecchiaia è nella media, mostrano una netta tendenza alla dispersione: il numero delle case sparse, infatti, è di poco inferiore a quello delle abitazioni concentrate nel capoluogo comunale; quest’ultimo è esposto a mezzogiorno ed è situato in posizione dominante sulla valle percorsa dal fiume Volturno. Il territorio comunale fa registrare sensibili oscillazioni altimetriche, degradando da un lato verso l’ampia vallata del fiume Volturno e inerpicandosi, dall’altro, in direzione della catena del Matese. Vigneti, oliveti, seminativi di pianura e di collina e boschi di querce, castagni e faggi si susseguono, scandendo le fasce altimetriche e conferendo al paesaggio notevole varietà.

Storia

La parte pianeggiante del territorio comunale, presso la sponda del fiume Volturno, fu sede della sannitica RUFRIUM, conquistata dai romani nel 326 a.C. Nel Medioevo, in seguito alle invasioni barbariche e alle incursioni dei saraceni, venne edificato a fini difensivi un insediamento fortificato, chiamato Rupecanina, che viene ricordato come il più grande castello normanno della media valle del Volturno. Feudo nel XII secolo dei normanni Riccardo e Andrea Drengot, nel 1437 Rupecanina venne devastata dalle truppe pontificie del cardinale Vitelleschi e la popolazione si trasferì nell’attuale abitato. Aggregata a Sant’Angelo d’Alife, acquistò l’autonomia amministrativa nel 1809. Il toponimo è probabilmente un composto di RUBUS, ‘rovo’, e dell’aggettivo CANINUS. Nell’ambito del patrimonio storico-architettonico locale figurano: i resti del castello normanno di Rupecanina e del borgo medievale, situati sul colle Pallara; la chiesa del Sacro Cuore, costruita nel 1632, e la chiesa di Santa Croce, risalente anch’essa al Seicento. Il territorio comunale ospita anche i resti del monastero e della chiesa benedettina di Santo Stefano, un mausoleo dedicato a un console romano vincitore dei sanniti e il santuario rupestre di San Michele, ubicato in una grotta che si apre alla base di una parete rocciosa: all’interno di questo edificio sacro si trovano un’edicola e un ciborio risalenti probabilmente al IX secolo.

La parte pianeggiante del territorio comunale, presso la sponda del fiume Volturno, fu sede della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=SANNITICA'>sannitica</a> RUFRIUM, conquistata dai romani nel 326 a.C. Nel Medioevo, in seguito alle invasioni barbariche e alle incursioni dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=SARACENI'>saraceni</a>, venne edificato a fini difensivi un insediamento fortificato, chiamato Rupecanina, che viene ricordato come il più grande castello <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=NORMANNO'>normanno</a> della media valle del Volturno. Feudo nel XII secolo dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=NORMANNI'>normanni</a> Riccardo e Andrea Drengot, nel 1437 Rupecanina venne devastata dalle truppe pontificie del cardinale Vitelleschi e la popolazione si trasferì nell’attuale abitato. Aggregata a Sant’Angelo d’Alife, acquistò l’autonomia amministrativa nel 1809. Il toponimo è probabilmente un composto di RUBUS, ‘rovo’, e dell’aggettivo CANINUS. Nell’ambito del patrimonio storico-architettonico locale figurano: i resti del castello <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=NORMANNO'>normanno</a> di Rupecanina e del borgo medievale, situati sul colle Pallara; la chiesa del Sacro Cuore, costruita nel 1632, e la chiesa di Santa Croce, risalente anch’essa al Seicento. Il territorio comunale ospita anche i resti del monastero e della chiesa <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=BENEDETTINA'>benedettina</a> di Santo Stefano, un mausoleo dedicato a un console romano vincitore dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=SANNITI'>sanniti</a> e il santuario rupestre di San Michele, ubicato in una grotta che si apre alla base di una parete rocciosa: all’interno di questo edificio sacro si trovano un’edicola e un ciborio risalenti probabilmente al IX secolo.

Economia

Il legame con la tradizione è ancora molto vivo nei raviscaninesi, che cominciano ad aprirsi al nuovo, avvertendo la necessità del progresso, mirato alla valorizzazione turistica del comprensorio comunale. Le attività rurali sono ancora largamente praticate ed eccellono nella produzione di uva e olive, trasformate sul posto in ottimo vino e in olio pregiato; molto meno significativo è il ruolo dell’industria mentre è in fase di crescita il terziario, che conta una rete distributiva adeguata alle esigenze della comunità ma ancora non include servizi più qualificati, come quello bancario e le assicurazioni. L’insieme delle strutture e dei servizi di pubblica utilità fa registrare alcune lacune: è provvista degli ordinari uffici municipali e postali, di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado e di una biblioteca comunale ma è priva di strutture sanitarie –sul posto manca anche la farmacia–; l’apparato ricettivo, inoltre, non include strutture per il soggiorno.

Il legame con la tradizione è ancora molto vivo nei raviscaninesi, che cominciano ad aprirsi al nuovo, avvertendo la necessità del progresso, mirato alla valorizzazione turistica del comprensorio comunale. Le attività rurali sono ancora largamente praticate ed eccellono nella produzione di uva e olive, trasformate sul posto in ottimo vino e in olio pregiato; molto meno significativo è il ruolo dell’industria mentre è in fase di crescita il terziario, che conta una rete distributiva adeguata alle esigenze della comunità ma ancora non include servizi più qualificati, come quello bancario e le assicurazioni. L’insieme delle strutture e dei servizi di pubblica utilità fa registrare alcune lacune: è provvista degli ordinari uffici municipali e postali, di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado e di una biblioteca comunale ma è priva di strutture sanitarie –sul posto manca anche la farmacia–; l’apparato ricettivo, inoltre, non include strutture per il soggiorno.

Relazioni

La salubrità del clima, la tranquillità che la avvolge e la possibilità di compiere salutari escursioni nei lussureggianti boschi, popolati da numerose specie di animali selvatici (tra gli altri cinghiali, volpi, lepri, faine, donnole e tassi), la rendono una meta ideale per tutti coloro che amano la natura. Chi si reca in questi luoghi ha inoltre la possibilità di approvvigionarsi di pregiati oli ed eccellenti vini nonché l’opportunità di accostarsi ai sapori e agli odori della civiltà contadina locale: la sagra della pannocchia (dal 26 al 28 agosto) rappresenta un’occasione privilegiata per conoscere la gastronomia del posto. La festa del Patrono, San Michele, si celebra il 29 settembre.

La salubrità del clima, la tranquillità che la avvolge e la possibilità di compiere salutari escursioni nei lussureggianti boschi, popolati da numerose specie di animali selvatici (tra gli altri cinghiali, volpi, lepri, faine, donnole e tassi), la rendono una meta ideale per tutti coloro che amano la natura. Chi si reca in questi luoghi ha inoltre la possibilità di approvvigionarsi di pregiati oli ed eccellenti vini nonché l’opportunità di accostarsi ai sapori e agli odori della civiltà contadina locale: la sagra della pannocchia (dal 26 al 28 agosto) rappresenta un’occasione privilegiata per conoscere la gastronomia del posto. La festa del Patrono, San Michele, si celebra il 29 settembre.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Raviscanina rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.