Descrizione

Comune di montagna, sorto nel Medioevo in un territorio popolato sin dalla più remota antichità; è sorretto dalle attività rurali, da alcune piccole imprese industriali e dal turismo estivo. Più della metà dei cantianesi, il cui indice di vecchiaia è eccezionalmente elevato, risiede nel capoluogo comunale, arroccato sugli erti fianchi di un colle di calcare rosato; il resto della comunità si distribuisce invece in alcune altre località, in numerosi aggregati urbani elementari e in case sparse sui fondi. L’abitato è immerso in un paesaggio montano di grande bellezza: è dominato da un lato dalle vette dei monti Catria e Acuto, incisi da canaloni profondi e resi spettacolari da alte guglie calcaree, su cui nidificano le aquile; dall’altro lato s’innalza invece il massiccio montuoso della Serra di Burano, ammantato di faggete e praterie erbose. Alle quote meno elevate il territorio comunale, solcato da numerosi corsi d’acqua, presenta formazioni boschive di pino, cipresso, carpino nero, orniello, cerro, roverella, acero, faggio e sorbo, in gran parte governate a ceduo. Anche la fauna è ricca e diversificata: oltre a molti rapaci, comprende daini, cinghiali e piccoli mammiferi (lepre, scoiattolo, faina, martora, volpe e tasso).

Comune di montagna, sorto nel Medioevo in un territorio popolato sin dalla più remota antichità; è sorretto dalle attività rurali, da alcune piccole imprese industriali e dal turismo estivo. Più della metà dei cantianesi, il cui indice di vecchiaia è eccezionalmente elevato, risiede nel capoluogo comunale, arroccato sugli erti fianchi di un colle di calcare rosato; il resto della comunità si distribuisce invece in alcune altre località, in numerosi aggregati urbani elementari e in case sparse sui fondi. L’abitato è immerso in un paesaggio montano di grande bellezza: è dominato da un lato dalle vette dei monti Catria e Acuto, incisi da canaloni profondi e resi spettacolari da alte guglie calcaree, su cui nidificano le aquile; dall’altro lato s’innalza invece il massiccio montuoso della Serra di Burano, ammantato di faggete e praterie erbose. Alle quote meno elevate il territorio comunale, solcato da numerosi corsi d’acqua, presenta formazioni boschive di pino, cipresso, carpino nero, orniello, cerro, roverella, acero, faggio e sorbo, in gran parte governate a ceduo. Anche la fauna è ricca e diversificata: oltre a molti rapaci, comprende daini, cinghiali e piccoli mammiferi (lepre, scoiattolo, faina, martora, volpe e tasso).

Storia

Fu abitata, a partire dal VII secolo a.C., da popolazioni italiche, che vi edificarono un tempio dedicato a Giove Appennino. Il borgo medievale fu costruito nel XII secolo d.C. dagli abitanti dell’antica città di LUCEOLI, distrutta dai longobardi, e fu espugnato nel 1244 da Federico II di Svevia, che lo donò agli eugubini come premio per la loro fedeltà. Passata ben presto alla Chiesa, divenne feudo dei Montefeltro (1393), duchi di Urbino; uno di questi, Guidobaldo, fece distruggere nel 1502 la rocca costruita dall’architetto Francesco di Giorgio Martini, per non doverla consegnare a Cesare Borgia. Rimase sotto l’egida del ducato di Urbino fino al 1631, anno in cui l’intera provincia fu inserita tra i territori pontifici. Il toponimo è una formazione prediale dal personale latino CANTILIUS, con l’aggiunta del suffisso aggettivale –ANUS. Costruite in pietra finemente lavorata, le abitazioni del centro storico conservano l’originaria struttura medievale. Il patrimonio storico-artistico locale è costituito essenzialmente da pregevoli edifici religiosi: la chiesa di San Nicolò, eretta intorno all’anno mille ma restaurata nel XVIII secolo; la chiesa romanica di Sant’Agostino (XII secolo), con uno splendido portale in pietra calcarea rosa e bianca, che custodisce all’interno un crocifisso quattrocentesco, una statua lignea di Sant’Antonio Abate (secolo XIV), una tela dello Zuccari e una statua processionale del XV secolo; la collegiata rinascimentale di San Giovanni Battista, a una sola navata, con pianta a croce latina.

Fu abitata, a partire dal VII secolo a.C., da popolazioni italiche, che vi edificarono un tempio dedicato a Giove Appennino. Il borgo medievale fu costruito nel XII secolo d.C. dagli abitanti dell’antica città di LUCEOLI, distrutta dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a>, e fu espugnato nel 1244 da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=FEDERICOIIDISVEVIA'>Federico II di Svevia</a>, che lo donò agli eugubini come premio per la loro fedeltà. Passata ben presto alla Chiesa, divenne feudo dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MONTEFELTRO'>Montefeltro</a> (1393), duchi di Urbino; uno di questi, Guidobaldo, fece distruggere nel 1502 la rocca costruita dall’architetto <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=FRANCESCODIGIORGIOMARTINI'>Francesco di Giorgio Martini</a>, per non doverla consegnare a <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=CESAREBORGIA'>Cesare Borgia</a>. Rimase sotto l’egida del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=DUCATODIURBINO'>ducato di Urbino</a> fino al 1631, anno in cui l’intera provincia fu inserita tra i territori pontifici. Il toponimo è una formazione prediale dal personale latino CANTILIUS, con l’aggiunta del suffisso aggettivale –ANUS. Costruite in pietra finemente lavorata, le abitazioni del centro storico conservano l’originaria struttura medievale. Il patrimonio storico-artistico locale è costituito essenzialmente da pregevoli edifici religiosi: la chiesa di San Nicolò, eretta intorno all’anno mille ma restaurata nel XVIII secolo; la chiesa romanica di Sant’Agostino (XII secolo), con uno splendido portale in pietra calcarea rosa e bianca, che custodisce all’interno un crocifisso quattrocentesco, una statua lignea di Sant’Antonio Abate (secolo XIV), una tela dello Zuccari e una statua processionale del XV secolo; la collegiata rinascimentale di San Giovanni Battista, a una sola navata, con pianta a croce latina.

Economia

Le tradizionali attività rurali, in fase di crisi fisiologica, consistono nella silvicoltura, nell’allevamento ovino e nella coltivazione di frumento e foraggi. Il settore industriale mostra una particolare vitalità nei comparti delle confezioni, della lavorazione dei metalli e della meccanica. Per quanto riguarda il terziario, si registra la presenza di una valida rete commerciale e di un articolato ventaglio di servizi, comprendente sportelli bancari e agenzie assicurative e immobiliari. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune annovera le scuole dell’obbligo, una biblioteca comunale e una del “Centro sociale di educazione permanente”. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno, quelle sanitarie includono la farmacia.

Le tradizionali attività rurali, in fase di crisi fisiologica, consistono nella silvicoltura, nell’allevamento ovino e nella coltivazione di frumento e foraggi. Il settore industriale mostra una particolare vitalità nei comparti delle confezioni, della lavorazione dei metalli e della meccanica. Per quanto riguarda il terziario, si registra la presenza di una valida rete commerciale e di un articolato ventaglio di servizi, comprendente sportelli bancari e agenzie assicurative e immobiliari. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune annovera le scuole dell’obbligo, una biblioteca comunale e una del “Centro sociale di educazione permanente”. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno, quelle sanitarie includono la farmacia.

Relazioni

È frequentata soprattutto in estate da quanti amano trascorrere le proprie vacanze in un ambiente naturale integro e culturalmente stimolante. Dispone di interessanti itinerari naturalistici, che si snodano all’interno del Parco naturale del Bosco di Tecchie: coperto di cerri e faggi, quest’ultimo ospita una ricca fauna, che include la rara salamandrina dagli occhiali. Sentieri segnalati, percorribili a piedi o a cavallo, conducono inoltre alla vetta del monte Catria. L’abitato si anima in occasione della cosiddetta “Turba”, sacra rappresentazione della Passione di Cristo (Venerdì Santo), e della mostra-mercato del cavallo (ottobre). Il Patrono San Giovanni Battista si festeggia il 24 giugno.

È frequentata soprattutto in estate da quanti amano trascorrere le proprie vacanze in un ambiente naturale integro e culturalmente stimolante. Dispone di interessanti itinerari naturalistici, che si snodano all’interno del Parco naturale del Bosco di Tecchie: coperto di cerri e faggi, quest’ultimo ospita una ricca fauna, che include la rara salamandrina dagli occhiali. Sentieri segnalati, percorribili a piedi o a cavallo, conducono inoltre alla vetta del monte Catria. L’abitato si anima in occasione della cosiddetta “Turba”, sacra rappresentazione della Passione di Cristo (Venerdì Santo), e della mostra-mercato del cavallo (ottobre). Il Patrono San Giovanni Battista si festeggia il 24 giugno.

Località

Casale, Chiaserna, Fossato, I Conti, Il Borgo, Il Piano, Moria, Palazzo, Palcano, Pian di Balbano, Pian di Lucchio, Pontedazzo, Pontericcioli, San Rocco, Tranquillo, Vilano

Casale, Chiaserna, Fossato, I Conti, Il Borgo, Il Piano, Moria, Palazzo, Palcano, Pian di Balbano, Pian di Lucchio, Pontedazzo, Pontericcioli, San Rocco, Tranquillo, Vilano