Descrizione
Cittadina di montagna di antica origine, con un’economia sostenuta dall’industria e dal terziario. Con delibera della Giunta provinciale le è stato conferito il titolo di città. La quasi totalità dei roveretani, il cui indice di vecchiaia è di poco superiore alla media, vive concentrata nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce nella località di Marco, in un buon numero di aggregati urbani elementari e in case sparse. Il territorio comunale, che duecento milioni di anni fa, durante il giurassico, era lambito da un oceano preistorico, racchiude eccezionali fenomeni geologici e paleontologici: vi sono state rinvenute centinaia di orme appartenenti a diverse specie di dinosauri; presso la località di Marco si distende inoltre il paesaggio roccioso e desolato dei cosiddetti Lavini di Marco, frutto del deposito dei detriti franati dal monte Zugna in epoche antichissime (anteriori all’ultima glaciazione) e modellati dal carsismo; la presenza tuttavia di due laghetti carsici popolati da rare specie floreali e faunistiche rende l’arido e selvaggio ambiente un’oasi insospettabile di vita. L’abitato ha per lo più un aspetto barocco, neoclassico e ottocentesco. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è rappresentato un albero di rovere munito di frutti, accostato, ai lati, dalle lettere maiuscole d’oro C e R. Il motto è: MAGNO CUM ROBORE QUERCUS INGENTES TENDET RAMOS.
Storia
Il toponimo deriva dal fitonimo ROBUR, ‘quercia’, con l’aggiunta del suffisso collettivo -ETUM. Sorta in epoca romana in un sito popolato almeno fin dall’età del ferro, è menzionata per la prima volta in un documento del X secolo; appartenne ai signori di Lizzana prima, poi, a partire dal XIV secolo, ai Castelbarco, che la munirono di fortificazioni. Nel 1416 passò ai veneziani e nel 1509, in seguito alla vittoria della lega di Cambrai su Venezia, all’Austria, che nel 1564 la inserì nella contea del Tirolo; di questa seguì poi le sorti. Dal XVI secolo conobbe un notevole sviluppo economico, grazie all’introduzione della coltivazione del gelso e all’impianto dell’industria serica; a partire dal Settecento, inoltre, sperimentò una grande crescita artistica e intellettuale –nel 1750 vi fu fondata l’Accademia degli Agiati, il cui principale esponente fu il filosofo Antonio Rosmini–. Nel 1796, durante la prima campagna d’Italia del Bonaparte, fu teatro della vittoria dei generali Massena e Vaubois sul generale austriaco Davidovich. Nel 1813 tornò sotto l’autorità austriaca e nel novembre 1918 divenne italiana. Domina l’abitato il castello trecentesco, oggi sede del Museo storico della guerra: ampliato dai veneziani nel Cinquecento, custodiva fino a qualche decennio fa la monumentale campana dei caduti, chiamata “Maria Dolens”, fabbricata nel 1925 con il bronzo dei cannoni delle nazioni che parteciparono alla prima guerra mondiale. Tra le chiese barocche (S. Marco, Santa Maria delle Grazie, Santa Maria del Carmelo) spicca quella di S. Giovanni Battista. Interessanti sono anche alcuni edifici rinascimentali. Nel territorio comunale si trova inoltre Castel Dante, sorto sulle rovine del castello di Lizzana e visitato, secondo la tradizione, da Dante Alighieri: oggi è sede del monumento-ossario nel quale sono custodite le salme dei patrioti Damiano Chiesa e Fabio Filzi e di altri 12.000 caduti della prima guerra mondiale.
Economia
È sede della Comunità montana e del distretto sanitario. Alla base della fiorente e articolata economia roveretana figurano il terziario, particolarmente vivace nel comparto turistico, e un poderoso settore secondario, attivo in svariati comparti –tra gli altri, quelli alimentare, tessile, della carta, della stampa, dell’editoria, metalmeccanico, della gomma e della plastica, della fabbricazione di apparecchiature elettriche e ottiche, della produzione e distribuzione di energia elettrica–. Possiede istituti d’istruzione secondaria di secondo grado e alcune biblioteche; vanta inoltre diversi musei (il Museo civico, il Museo di arte moderna e contemporanea e il Museo storico della guerra) e ospita alcuni corsi di laurea e laboratori di ricerca dell’Università degli studi di Trento. L’apparato ricettivo è vario e articolato. Le sue strutture sanitarie annoverano, tra l’altro, un ospedale e una casa di cura privata accreditata.
Relazioni
I suoi stabilimenti industriali richiamano manodopera da tutta la Vallagarina. Dotata di un notevole patrimonio naturale e storico-architettonico, ospita importanti manifestazioni culturali, come il festival dedicato a Wolfgang Amadeus Mozart, che tenne il suo primo concerto italiano proprio a Rovereto, e numerose rassegne di spettacolo (tra esse quella intitolata “Oriente-Occidente”). La festa della Patrona Maria Santissima Ausiliatrice si celebra il 5 agosto. È gemellata con Kufstein (Austria), Marathonas (Grecia) dal 1983 e con Forchheim/Breisgau (Germania) dal 1989. Ha dato i natali, tra gli altri, a Damiano Chiesa (1894-1916), al musicista Riccardo Zandonai (1883-1944) e al filosofo Antonio Rosmini (1797-1855). Vi si spense Fortunato Depero nel 1960.
Località
Cisterna, Marco, Moietto, Saltaria, Senter, Toldi, Zaffoni
- Popolazione 39.289
- Lat 45° 53' 15,20'' 45.88755556
- Long 11° 2' 13,15'' 11.03698611
- CAP 38068
- Prefisso 0464
- Codice ISTAT 022161
- Codice Catasto H612
- Altitudine slm 204 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno E/2713 - Superficie 50.9 Km2
- Densità 771,89 ab/Km2
- Sismicità Zona 3
- Alba 06:11
- Tramonto 18:02
- Francesco Valduga
- Piazza Podesta', 11
- 38068 (TN) Trentino Alto Adige
- comunerovereto.tn@legalmail.it
- www.comune.rovereto.tn.it
- 00125390229
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Il T Quotidiano
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La Provincia di Biella
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la VOCE del TRENTINO
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