Descrizione
Piccola comunità collinare, di probabili origini medievali, la cui economia è di tipo agricolo (rinomata è la produzione di pere, mele, kiwi e, soprattutto, uva); in crescita è il turismo. I rocchettesi, che presentano un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, si distribuiscono tra il capoluogo comunale e un elevatissimo numero di case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, interessato da crescita edilizia, sorge su una dorsale collinare. Nello stemma comunale, partito, si raffigura un castello turrito, merlato alla guelfa, smaltato di rosso e d’argento in campo argenteo e rosso rispettivamente. La sua concessione ufficiale è avvenuta con Decreto del Presidente della Repubblica.
Storia
Il toponimo è composto da un determinato “rocchetta”, diminutivo di “Rocca” e dal determinante “Palafea”, derivato da “fea”, che significa ‘pecora’, in dialetto piemontese, e dalla voce forse prelatina ‘pala’ che significa ‘rupe’ o forse corrispondente all’imperativo di “palare” o “pelare”. Il significato sarebbe quindi ‘scuoiatore di pecore’. La prima attestazione è del 1227 con “Rocheta de Palaphea”. I più antichi abitanti furono i romani poi l’antico presidio militare entrò a far parte come feudo del comitato di Acqui e del marchesato aleramico, e successivamente passò ai marchesi di Ponzone, per essere da questi ceduto al vescovo di Acqui, Ugo Tornielli. Nel 1306 il vescovo Ottone Bellingeri investì del feudo e del castello il signore di Calamandrana, Federico Semplice, ma nel 1340 questi possedimenti pervennero al marchese Giovanni di Monferrato; nel 1347 passarono al comune di Genova che ne fece feudatario Enrico Del Carretto. Ne furono poi investiti due anni dopo i marchesi di Incisa e nel 1380 i Catena. Nella seconda metà del Cinquecento, esattamente nel 1580, fu sottoposta alla contessa Maria dei Valperga Scarampi di Canelli e alla famiglia Bruno. Dopo l’investitura, avvenuta nel 1652 da parte dei Falletti di Barolo, il luogo fu denominato, anche se per breve tempo, Rocchetta Falletti. La quadrata torre in pietra ornata da un doppia decorazione ad archetti ciechi, di origine saracena, è, insieme al mastio medievale e parte dei bastioni, quanto resta del castello sorto intorno all’anno mille e demolito durante le guerre del XVII secolo; ha piccole finestre di osservazione e costituisce il classico esempio di fortificazione della Langa Astigiana. La parrocchiale barocca di Sant’Evasio ha una sola navata, un magnifico altare in marmo, nel presbiterio una grande pala e due tele di scuola moncalvesca rappresentanti episodi della vita del Santo. Nel vicino oratorio dei Disciplinanti, in stile barocco, degno di visita è l’affresco dell’Annunciazione, della fine del Settecento. Si segnalano ancora, nelle vicinanze, la piccola chiesa di San Rocco, del Seicento e la chiesa della Madonna del Buon Consiglio, presso il cimitero, che conserva affreschi seicenteschi.
Economia
Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva e altra frutta e con l’allevamento di bovini, caprini e avicoli. L’industria è pressoché inesistente, se si eccettuano semplici imprese operanti nel campo dell’edilizia. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle sole classi elementari; per l’arricchimento culturale si può usufruire della biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione; quelle sanitarie necessitano anche della farmacia.
Relazioni
La bella posizione a grappolo su una collina a dominio della Valle Belbo la rende una meta ideale per gli amanti della natura. Un ulteriore richiamo è rappresentato, inoltre, dal bel patrimonio artistico, che conserva alcune strutture originarie e gli interventi barocchi, come l’armoniosa parrocchiale e l’oratorio, ben inseriti nel contesto urbanistico. Non mancano, infine, attrattive gastronomiche come i formaggi e i salumi tipici, tra cui il curioso biclet, un salame crudo dalla taglia più lunga del normale e dalla forma affusolata, che viene ricavato dalle parti nobili del maiale. Non si segnalano manifestazioni di rilievo. Il Patrono, Sant’Evasio, si festeggia il primo dicembre. Dal 1973 è gemellata con la città francese di Castagniers. Ha dato i natali a Massimo Berruti, un simbolo, negli anni Settanta, dello sport più popolare delle Langhe e del Monferrato, il pallone elastico.
Località
Casa Borgatta
Fondi europei 2021-2027
Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Rocchetta Palafea rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.
- Popolazione 338
- Lat 44° 42' 25,53'' 44.70709167
- Long 8° 20' 40,68'' 8.34463333
- CAP 14040
- Prefisso 0141
- Codice ISTAT 005095
- Codice Catasto H466
- Altitudine slm 423 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno E/2837 - Superficie 7.83 Km2
- Densità 43,17 ab/Km2
- Sismicità Zona 4
- Alba 04:52
- Tramonto 19:54
- Giuseppe Gallo
- Piazza Giovanni Berruti, 25
- 14042 (AT) Piemonte
- rocchetta.palafea@cert.ruparpiemonte.it
- www.comune.rocchettapalafea.at.it
- 00209670058
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