GUERRA DI SIENA:
Le continue lotte intestine che dilaniavano Siena nella prima metà del XVI secolo permisero a Carlo V, imperatore si Spagna, d'introdursi nella gestione del governo cittadino, con il pretesto di porre fine ai contrasti. Egli, infatti, inviò nella città un governatore,con una guarnigione al seguito, e vi ordinò la costruzione di una fortezza. I Senesi si ribellarono a quest'ingerenza e, sotto la guida del nobile Enea Piccolomini, discendente del papa senese Pio II (Enea Silvio Piccolomini), insorsero con l'aiuto della Francia e degli esuli fiorentini, scacciando la guarnigione nel 1552. Quest'alleanza con la Francia preoccupò l'imperatore che, nel 1554, inviò a stringere d'assedio la città un forte esercito capeggiato da Gian Giacomo Medici di Marignano. La guerra, finanziata da Cosimo I de' Medici che aspirava al governo della città, fu combattuta strenuamente dai Senesi, guidati da Piero Strozzi e Biagio di Montluc, sino alla resa del 1555. Due anni dopo, tranne le piazze forti di Monte Argentario, Orbetello, Porto Ercole, Porto Santo Stefano e Talamone, che vennero a costituire il cosiddetto Stato dei Presidi, in dipendenza del Regno di Napoli, la città fu ceduta a Cosimo I, duca di Firenze, da Filippo II, che aveva ricevuto l'investitura da Carlo V. Ciò legò definitivamente le sorti della città a quelle di Firenze e del Granducato di Toscana, con le semplici apparenze di un governo indipendente.