ETRUSCHI:
Circa le origini degli Etruschi si contrappongono sin dall'antichità due tesi: di Erodoto,  quella della migrazione per mare della Lidia; di Dionigi d'Alicarnasso, quella dell'autoctonia. Nell'VIII secolo a. C., nell'odierna Toscana sorsero numerose città, autonome e governate da re-sacerdoti, detti lucumoni,  assistiti da un consiglio di anziani scelti tra i capi delle famiglie nobili,  mentre l'assemblea del popolo veniva convocata periodicamente per deliberare sulle loro decisioni. La classe sociale più ricca era costituita da proprietari terrieri, mercanti ed imprenditori che organizzavano il lavoro della classe artigiana. Gli schiavi erano impegnati nei lavori agricoli o nelle miniere i cui materiali, assieme ai prodotti agricoli ed artigianali, alimentavano scambi commerciali nel Mediterraneo e nell'Europa occidentale e settentrionale. Le città (Tarquinia, Volterra, Arezzo, Cortona, Chiusi, Perugia, Veio, tra le principali), spesso in lotta fra loro, no raggiunsero mai l'unità politica anche se, forse nel VI secolo, si costituì una federazione fra le dodici più importanti. Verso il '500 a. C., la civiltà etrusca realizzava l'unificazione culturale di buona parte dell'Italia, esteso il suo dominio dalla Pianura Padana alla Campania. Fondamentale il ruolo degli Etruschi anche nella diffusione dell'alfabeto. In tutte le arti raggiunsero singolare altezza, come testimoniano i resti di strutture architettoniche e di tombe dai ricchi corredi funebri a dalle raffinate decorazioni. Popolo religiosissimo e politeista predicava la divinazione per interpretare la volontà degli dei. Dopo il VI sec. subentrerà, rapido, il declino di questa civiltà, sotto la cui influenza Roma inizierà la sua ascesa.