PERIODO ROMANICO-PISANO:
La vita civile sarda fu influenzata dalla Chiesa sin dai tempi di papa Gregorio Magno e, indirettamente, anche dall'opera dei monaci che furono inviati sull'isola da Montecassino, da Camaldoli, da Vallombrosa. Ma prima dell'XI secolo sulla Sardegna aveva già avuto influenza Pisa, che inizialmente aveva stretto con l'isola soltanto rapporti commerciali per poi passare a una protezione di tipo militare (come nel caso dell'azione contro i saraceni, del 1016): in tale politica i pisani sostennero l'azione della Santa Sede, così ottenendo per l'arcivescovo di Pisa la nomina a legato pontificio per la Sardegna, cui spettava il diritto di controllo su tutti i vescovi dell'isola. In conseguenza di ciò, la potestà politica veniva condizionata (seppur debolmente) dalla supremazia religiosa, come si evidenziò fra l'XI e il XII secolo, quando consoli e ufficiali pisani ottennero concessioni, immunità, privilegi, oltre che donazioni di territori e la promessa del pagamento di un canone annuo da parte degli isolani. Durante il secolo XII, così, crebbero i legami e l'influenza fra pisani e sardi: è il caso dell'impresa delle Baleari (fra il 1113 e il 1115), a opera dell'arcivescovo pisano, cui presero parte forze sarde e corse, guadagnando la vittoria dei pisani, che comportò anche una maggiore influenza di questi sui "giudicati" sardi. Ben presto i genovesi avrebbero conteso ai pisani il privilegio dell'influenza sull'isola, così dando inizio a una lunga contesa che avrebbe visto nuovamente coinvolta anche la Santa Sede.