VIRGILIO:
Nato ad Andes (l'odierna Pietole, in provincia di Mantova) nel 70 a. C., Publio Virgilio Marone morì a Brindisi nel 19 a. C. Il poeta, reso personaggio dalla Commedia di Dante, fu autore, fra l'altro, di opere la cui fortuna è giunta fino ai nostri giorni, immutata anzi accresciuta. La sua attività si inserisce nel primo periodo dell'età augustea, affiancata a quella degli altri intellettuali (fra i quali Livio e Orazio) che costituirono la generazione formatasi nel mezzo delle lotte civili: essi, in accordo con la politica culturale augustea, si diressero verso una cauta restaurazione dei valori passati, interpretando il senso della civiltà romana. Dopo aver studiato retorica a Milano, si reca a Roma, ove si prepara come oratore. La sua scarsa attitudine all'eloquenza, la sua incapacità di affrontare il pubblico causano il suo abbandono degli studi retorici. Si reca così a Napoli, dove può dedicarsi agli studi filosofici, che gli sono più congeniali. All'anno 41 risale la distribuzione ai veterani dei poderi del poeta, seguita alla battaglia di Filippi. La perdita sarebbe stata temporanea, grazie all'intervento del governatore della Cisalpina: Asinio Pollione. In seguito avrebbe dimorato alternativamente a Roma e Napoli e proprio nell'Urbe sarebbe entrato a far parte del circolo culturale di Mecenate. Alla sua produzione giovanile appartengono le dieci ecloghe delle "Bucoliche" (i cui personaggi sono mandriani e pastori), dove appare come erede dei "carmina docta" di età cesariana e nelle quali canta con affettuosa umanità. In Campania comporrà le "Georgiche" (poema in cui viene celebrata l'agricoltura), per poi passare alla composizione della sua opera più importante: l'"Eneide", il poema epico nazionale, la cui composizione, secondo la tradizione, sarebbe stata suggerita da Augusto, al fine di celebrare la gens Julia (discendente dal figlio di Enea Iulo, altrimenti detto Ascanio). Benché‚ fosse stata frutto del lavoro di undici anni, l'opera non rispondeva ancora alle sue esigenze; di qui il viaggio in Oriente (Grecia ed Asia Minore), alla volta dei luoghi ove erano ambientati gli avvenimenti narrati. Ivi incontrò Augusto, con il quale avrebbe compiuto il viaggio di ritorno: proprio in quell'occasione, sarebbe morto a Brindisi. La sua salma fu sepolta a Napoli.