ARNALDO DA BRESCIA:
Riformatore religioso vissuto nel secolo XII. Uomo di vasta cultura e di alti ideali, predicò la ribellione nei confronti di ogni forma di corruzione clericale, rimanendo coinvolto in dispute teologiche e in sommosse politico-religiose. Presi gli ordini minori, si ispirò al cristianesimo delle origini e sostenne la necessità della povertà della Chiesa. Accusò il clero corrotto e immorale dell'epoca e si schierò contro il vescovo di Brescia, motivo per il quale fu costretto da papa Innocenzo II a rifugiarsi in Francia (1139), dove prese a sostenere Abelardo, in polemica con San Bernardo. Condannato dal concilio di Lens del 1140, fondò a Parigi una scuola di teologia ma venne espulso dal paese. Dopo varie peregrinazioni ottenne la protezione del cardinale Guido del Castello, grazie al quale poté tornare in Italia nel 1145 e giungere ad una pacificazione con l'autorità papale, rappresentata in quel periodo da Eugenio II. Una volta giunto a Roma (retta da un regime repubblicano, in seguito ad un'insurrezione che aveva cacciato il papa) riprese a predicare il principio evangelico della povertà del clero, esortando alla ribellione e al rifiuto dei sacramenti amministrati da ecclesiastici corrotti. Trovò il consenso delle masse popolari e fu sostenuto da numerosi rappresentanti del basso clero. Nel 1154 la repubblica ebbe fine; Arnaldo fu catturato, impiccato e poi bruciato sul rogo per ordine di papa Adriano IV.