PICCOLOMINI:
Antica famiglia patrizia senese che la leggenda vorrebbe di origine romana oppure etrusca. È vero, comunque, che le sue radici sono piuttosto antiche: infatti, in un atto del 1908, compare un Martino di Piccolomo che professava legge longobarda e in un documento del 1165 un Piccolomo di Montone che rivestì la carica di console. Famiglia di parte guelfa, subì vari esili e confische quando la fortuna era ghibellina. Nel XIII secolo raggiunse una posizione preminente in campo commerciale e con un'oculata gestione seppe ritirarsi evitando la rovina quando, anche per il progressivo affermarsi dei mercati fiorentini, si delineò la crisi economica. I suoi vari rami mantennero fra loro legami ben saldi, cementati da una consorteria, che ancora oggi esiste, voluta da Enea Silvio, papa con il nome di Pio II. Uno dei rami, che ebbe come capostipite Bartolomeo di Piccolomo, originò quello collaterale di Todeachini; ad esso appartenne Antonio, nipote di Pio II, dal quale fu nominato governato di Castel Sant'Angelo. Antonio fu creato inoltre principe di Amalfi da Ferdinando I re di Napoli per la fedeltà dimostrata in occasione della congiura dei baroni; per altri servigi fu insignito della carica di gran giustiziere del regno e fu nominato anche conte di Celano e marchese di Capestrano. Morì a Napoli nel gennaio del 1493.