CARTA DI REGOLA:
Strumento di autogoverno civico nato durante il medioevo, che faceva da contrappeso all'autorità feudale e religiosa imposta dall'alto. Nei piccoli centri, in special modo, rese possibile una relativa autonomia e indipendenza dal potere dei vescovi di Trento, Bolzano, Bressanone-Brixen (BZ) e Feltre (in Veneto, nell'attuale provincia di Belluno), le massime autorità politiche e religiose della zona. La comunità civica e rurale teneva riunioni e assemblee di piazza durante le quali venivano stabilite leggi e norme di comportamento valide sia per gli abitanti che per i forestieri. Solitamente l'infrazione della legge comportava una pena pecuniaria, di cui beneficiavano in parti uguali la comunità, la chiesa e il signore locale. Nella Carta di Regola erano però sanciti anche i diritti del soggetto e non solo i suoi doveri: emerge quindi chiaramente una volontà di autodeterminazione volta a perseguire il bene comune tramite il pubblico dibattito e la successiva "legislazione". A volte diversi comuni limitrofi aderivano a una stessa Carta di Regola, che diventava quindi lo statuto di base per la formazione di una Comunità o di una Vicinìa. In principio questo corpo di doveri e diritti era spesso tramandato oralmente. Quando lo scenario politico mutò con l'arrivo del potere asburgico, le assemblee popolari vennero considerate alla stregua delle moderne adunate sediziose e quindi rese illegali nel 1805. V. anche REGOLÀNO