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TRIPARTIZIONE MEDIOEVALE (DELLA SICILIA)

Approfondimento

Approfondimento: TRIPARTIZIONE MEDIOEVALE (DELLA SICILIA)

Operata nel Medioevo dagli Arabi come divisione amministrativa, ripartiva la Sicilia nelle sue valli: Demone, di Noto e di Mazara (Vallis Deminae, Terra Notensium, Vallis Mazariae). La divisione viene indotta da quanto riportato da un documento del 1094 (risalente agli inizi del dominio normanno), che ricorda "antiquae divisiones Saracenorum"; durò fino al 1812. Dai documenti si evince l'utilizzo del doppio genere (maschile e femminile): il maschile derivante dal latino "vallum" e il femminile da "vallis", anch'esso latino; per indicare la provincia, soprattutto, prevalse l'uso del maschile. Un documento di re Martino (periodo aragonese), del 1408, dà sicura testimonianza della determinazione dei limiti della provincia della Val Demone, posta nella zona nord-orientale della regione; come le altre circoscrizioni, aveva carattere amministrativo e, soprattutto, finanziario. Era delimitata dall'intero massiccio vulcanico dell'Etna, a sud, e si protendeva fino alla foce del fiume Imera da Taormina verso la costa tirrenica, dove aveva la sua ossatura nei monti Peloritani, Nebrodi e nelle Madonie. Da questa valle i Calcidesi diedero inizio alla prima colonizzazione greca dell'isola, nell'VIII secolo: fondarono Naxos, poi Zancle (l'odierna Messina) e Milazzo (l'antica Mylai). La zona assistette a un periodo di splendore e floridezza economica (in seguito alla dominazione bizantina) mentre, per contro, nel periodo successivo la conquista araba fu pervasa da un periodo di stasi. Nell'XI secolo i Normanni diedero nuovo vigore all'economia dello Stretto e ne trasse vantaggio anche la Val Demone; in particolare, dopo la conquista della Sicilia da parte di Ruggero (che la strappò agli Arabi) il fratello, Roberto il Guiscardo, pretese per sé la Val Demone. Dall'età sveva fino a tutta l'epoca angioina la Sicilia fu divisa in due ampie zone: "Sicilia citra flumen Salsum" e "Sicilia ultra flumen Salsum"; dall'età aragonese ricomparve la divisione che prevedeva l'esistenza della Val Demone, forse mai completamente scomparsa nell'uso; le vecchie e le nuove divisioni, anzi, furono parallelamente in uso agli inizi dell'epoca aragonese; all'interno della Val Demone fu compresa anche una Val di Milazzo. Alla fine furono riconosciute quattro valli: Val Demone, Val di Mazara, Val di Agrigento e Val di Noto. Dal punto di vista demografico, il periodo compreso fra i secoli XVI e XVIII non fu particolarmente positivo per la Val Demone: la popolazione, infatti, aumentò solo di una volta e mezza, cioè meno che nelle altre due valli. La causa della lenta crescita demografica è forse da attribuire alla situazione politica tesa della valle, oltre che alla prevalenza di città e terre feudali e alla orografia del territorio, in buona parte montuoso. Dal canto suo, la Val di Noto, posta fra la costa del canale di Sicilia (che la delimita a sud) e la foce dell'Alcantara (che lungo il litorale ionico ne segna il confine nordorientale), fu dominata dalla cosiddetta feudalità catalana. Dopo l'abolizione della feudalità nel 1812, dal 1817 fu riorganizzata nei tre nuovi valli di Caltanissetta, Catania e Siracusa, in seguito divenuti province. La Val di Mazara, infine, estesa verso sud, dalla foce del fiume Imera (sul versante tirrenico) fino a Sciacca e comprendente anche Palermo, divenne la circoscrizione amministrativa più grande dell'isola durante i secoli XVI-XVII, nel periodo di dominazione spagnola: le furono accorpati, infatti, anche i territori del Vallo d'Agrigento, che era stato soppresso. Soppressa anch'essa nel 1812, nel 1817 fu ricostituita in maniera diversa: se ne ricavarono i tre valli di Girgenti, Palermo e Trapani, da cui sarebbero nate le province omonime. Dal 1812, in seguito alla promulgazione della costituzione siciliana, la tripartizione fu abolita e soppiantata dall'istituzione di 23 distretti, in cui l'isola fu divisa. Le tre valli sarebbero state ricostituite nel 1817, in numero di 7; la Val Demone, in tale occasione, fu annessa in buona parte al vallo di Messina; al vallo di Palermo passò il distretto di Cefalù, un tempo inglobato nella Val Demone e al vallo di Catania fu assegnata la zona a sud del fiume Alcantara (comprendente il grande comune dell'Etna).

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