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SILA

Approfondimento

Approfondimento: SILA

Massiccio montuoso della Calabria, costituito da un vasto altopiano dal contorno quadrilatero, che si erge tra la piana di Sibari a nord, la valle del Crati a ovest, la sella di Marcellinara a sud, mentre a sud-ovest si salda mediante larghe soglie alla Catena Costiera e a est termina verso il mar Ionio con una fascia di colline, formando come una tozza penisola tra il golfo di Taranto e il golfo di Squillace. L'altopiano silano ha un'altitudine media di 1.200-1.400 metri e presenta lunghe serie di groppe e dorsali montuose che lo solcano con direzione prevalente da nord-ovest a sud-est, declinando verso lo Ionio, culminanti in cime tondeggianti, cupoliformi, di facile accesso, rivestite di estesi boschi di conifere e latifoglie, e fianchi invece ripidi, dirupati, solcati dai corsi d'acqua che scendono verso lo Ionio: Mucone, Arente e altri affluenti minori del Crati; Neto e affluenti; Alli, Simeri, Crocchio, Tacina, Lipuda, Fiumenica, Trionto, mentre il Savuto è l'unico tributario del mar Tirreno. Spiccata è l'orlatura occidentale, dominante con versanti scoscesi la valle del Crati, mentre verso est e sud-est l'altopiano scende con ampie linee addolcite dalla presenza di una fascia di colline argillose e arenacee costiere. Tutto l'imponente altopiano si divide in: Sila Greca (monte Paleparto, 1.481 m) a nord, così detta dal nome dato in Calabria alle popolazioni albanesi stanziatesi sui versanti settentrionale e nord-occidentale (San Giorgio Albanese, San Demetrio Corone, Corigliano Calabro, Rossano, Spezzano Albanese, Vaccarizzo Albanese, ecc.); Sila Grande al centro (monte Botte Donato, 1.929 metri: massima quota di tutto il rilievo); Sila Piccola a sud (monte Gariglione, 1.765 metri). Il clima ha carattere di continentalità, con inverni freddi e lunghi ed estati invece miti, con una media di luglio-agosto tra i 16 e i 17° C; precipitazioni abbondanti, sotto forma di neve da dicembre a marzo-aprile. L'altopiano della Sila presenta la maggior ricchezza boschiva di tutta l'Italia meridionale: seminativi e colture arboree (olivi) promiscue coprono i bassi versanti ma oltre i 700 metri si susseguono boschi di castagni, cerri e latifoglie fino ai 1.200 metri; più in alto, faggete, pinete (caratteristico è il pino laricio, varietà molto resinosa) e rari abeti (bosco del Gariglione). Il sottobosco è ricchissimo di felci, funghi, fragole e fiori alpestri. L'allevamento brado (transumanza invernale verso le bassure ioniche) bovino e ovino è diffuso nelle zone disboscate e alimenta una buona produzione di latticini, come i provoloni, cacicavalli, butirri, e altri. Rari sono ormai i lupi della Sila, i caprioli e i cinghiali; abbondante resta la selvaggina più comune: volpi, lontre, martore e uccelli come le quaglie, starne, galli cedroni e pernici. Molto abbondanti le trote nei corsi d'acqua e nei laghi. Per la salvaguardia del patrimonio forestale e soprattutto per il razionale rimboschimento dell'altopiano, i boschi sono stati costituiti in zone di ripopolamento a cura soprattutto del demanio forestale. Notevole è l'esportazione di legname da ardere e da opera. Sviluppata è l'estrazione di materiali da costruzione: granito, marmo verde serpentino, porfido, kinzigite, pietra da calce. Tutta la regione silana è in corso di valorizzazione sia dal punto di vista agricolo e industriale, sia turistico, grazie soprattutto all'Opera per la valorizzazione della Sila, nata nel 1947, ente che provvede all'attuazione della riforma fondiaria (scorporo del latifondo, costruzione di case e centri rurali), alla costruzione di attrezzature turistico-alberghiere, e altro ancora. Grazie a essa, già è iniziato un notevole popolamento stabile della zona montuosa, che, disabitata fino agli inizi del secolo, conta oggi numerosi centri montani con popolazione superiore ai 1.000 abitanti; la popolazione sale poi a varie decine di migliaia nella stagione estiva, per il trasferimento stagionale in Sila di contadini, pastori, operai, boscaioli, nonché di villeggianti e turisti, richiamati dalla bellezza del paesaggio, ravvivato dalla presenza dei bellissimi laghi-serbatoio Ampollino, Arvo-Nocelle e di Cecita, dalle ampie possibilità di ascensioni e di escursioni, dai pittoreschi costumi e dalle tradizioni delle popolazioni del luogo, dalle interessanti opere d'arte e dalle annuali manifestazioni sportive e culturali (premio letterario "Sila"). Di recente sviluppo è il turismo invernale, favorito dai numerosi, buoni campi di sci. Le località meglio attrezzate per la villeggiatura e gli sport invernali sono: Camigliatello Silano (Spezzano della Sila), Silvana Mansio, Lorica (Pedace), Longobucco nella Sila Grande (in provincia di Cosenza), Trepidò (Cotronei), Villaggio Mancuso, Villa Racise nella Sila Piccola (in provincia di Catanzaro). La Sila è servita da una ferrovia e da una buona rete stradale.

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