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Provincia di TERAMO

Capoluogo: Tèramo

Scheda

 
Stemma della provincia Teramo
   

Provincia di Teramo - Ambiti

DEFINIZIONE La porzione di litorale e la zona dell'Appennino abruzzese che ricadono nella circoscrizione teramana costituiscono due ambiti ben riconoscibili, definiti da precisi caratteri ambientali ed antropici. Nell'uniforme successione di rilievi collinari che si dispiega fra questi due confini naturali è invece più difficile cogliere differenze e tracciare linee di demarcazione che non risultino in qualche modo arbitrarie. Ma poiché si impone con assoluta evidenza l'importanza delle valli trasversali, in virtù della loro funzione di assi di cerniera fra entroterra e litorale, è sembrato opportuno trattare distintamente le principali, ossia quelle dei fiumi Tordino e Vomano da un lato e la Val Vibrata dall'altro. Rimane esclusa da questa ipotesi di suddivisione della fascia collinare teramana la parte sud-orientale della provincia, ossia le

Medie e basse valli del torrente Piomba e del fiume Fino - (Atri, Castiglione Messer Raimondo, Castilenti, Cellino Attanasio e Montefino). [Priva di evidenti confini naturali, questa zona possiede tuttavia qualche elemento caratterizzante: la dipendenza più o meno accentuata dalla cittadina di Atri, la gloriosa colonia romana di HATRIA, e quelle caratteristiche forme di erosione dei terreni argillosi note come calanchi e conosciute in passato come "bolge" o "scrimoni"].

Le "sette sorelle" del litorale teramano -Alba Adriatica, Giulianova, Martinsicuro, Pineto, Roseto degli Abruzzi, Silvi e Tortoreto.

Val Vibrata -Ancarano (area di transizione), Colonnella, Controguerra, Corropoli, Nereto, Sant'Egidio alla Vibrata, Sant'Omero e Torano Nuovo.

Medie e basse valli dei fiumi Tordino e Vomano -Media e bassa Val Tordino: Bellante, Mosciano Sant'Angelo e Teramo; - Media e bassa Val Vomano: Basciano, Cermignano, Montorio al Vomano, Morro d'Oro e Penna Sant'Andrea; -Dorsale di spartiacque fra le valli dei due fiumi: Canzano, Castellalto e Notaresco.

Gran Sasso e Monti della Laga -Gran Sasso: Arsita, Bisenti, Castelli, Crognaleto, Fano Adriano, Isola del Gran Sasso d'Italia e Pietracamela; -Valle Siciliana: Castel Castagna, Colledara e Tossicia; -Monti della Laga: Campli, Civitella del Tronto, Cortino, Rocca Santa Maria, Torricella Sicura e Valle Castellana.

LE "SETTE SORELLE" DEL LITORALE TERAMANO

Territorio. Il litorale teramano si sviluppa dalla foce del fiume Tronto, che traccia il confine con le Marche, a quella del torrente Piomba, che sfocia nel mare Adriatico presso la stazione balneare di Silvi. Alla costruzione dell'arenile, orlato da dune sabbiose ora in parte spianate, hanno dato un decisivo contributo i principali corsi d'acqua della circoscrizione teramana (Tronto, Vibrata, Salinello, Tordino, Vomano e Piomba): accumulando alla foce depositi alluvionali, essi hanno concorso a formare una costa bassa, sabbiosa e quasi sempre rettilinea, che si estende in larghezza per circa un chilometro e si copre di ciottoli e ghiaia in corrispondenza delle loro foci. Lungo la linea di spiaggia si dispongono i sette centri rivieraschi della provincia, per lo più appendici moderne di borghi medievali arroccati sulle colline retrostanti -Tortoreto, Montepagano (Roseto degli Abruzzi), Mutignano (Pineto) e Silvi Paese-. La costa teramana, come del resto quella pescarese e buona parte del litorale chietino, è stata invasa dal cemento, che ha cancellato le forme della vegetazione e della fauna tipiche dei litorali sabbiosi; uno dei pochi angoli di natura sopravvissuti ai pesanti interventi dell'uomo è la maestosa pineta che orla l'arenile di Pineto e che offre refrigerio ai bagnanti nelle ore più calde delle giornate estive. Se si eccettuano poche altre oasi verdi, il resto è una successione di complessi residenziali, alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari e locali notturni; va comunque detto, a onor del vero, che si tratta di stazioni balneari ordinate e raccolte, di piacevoli centri turistici a misura d'uomo.

Comunicazioni. La strada statale n. 16 Adriatica, la linea ferroviaria Bologna-Bari e l'autostrada Bologna-Taranto (A14) sono gli assi portanti della struttura urbana, residenziale e produttiva che si estende lungo il litorale teramano. Presso quattro delle sette stazioni balneari la direttrice longitudinale della costa incontra importanti arterie trasversali: la strada statale n. 553 di Atri a Silvi, la n. 150 della Valle del Vomano a Roseto degli Abruzzi, la n. 80 del Gran Sasso d'Italia a Giulianova, la n. 259 della Val Vibrata ad Alba Adriatica. Nella cittadina di Giulianova è in fase di ammodernamento il porto eminentemente peschereccio.

Storia. A causa delle scorrerie piratesche la costa teramana, interessata anticamente dalle tribù dei sabini, dei pretuzii e dei picenti - questi ultimi fondarono CASTRUM TRUENTUM alla foce del Tronto, a poca distanza dall'attuale Martinsicuro- rimase per secoli deserta. Solo nella seconda metà del XIX secolo, con la costruzione della ferrovia, ebbero inizio il suo popolamento e, con gradualità, lo sfruttamento turistico. La tipologia architettonica più caratteristica è la torre di avvistamento, edificata per arginare le incursioni dei pirati barbareschi. Quasi ogni comune costiero ne possiede una: fra le meglio conservate spicca quella di Cerrano (Pineto), che ospita attualmente il Centro di biologia marina della provincia di Teramo.

Struttura socio-economica. Le "sette sorelle" del litorale teramano hanno in comune la spiccata vocazione per le attività marinare e soprattutto per il turismo balneare. Attraverso un'oculata politica di investimenti in questo settore, gli operatori economici locali sono riusciti a farne luoghi ambiti di villeggiatura, di svago e di riposo dinamico: il modello turistico a cui s'ispirano i centri rivieraschi del Teramano è caratterizzato infatti da una buona dose di efficienza, coniugata ad approccio di tipo familiare e ad un rapporto soddisfacente fra qualità e costi dei beni e dei servizi offerti. Alle spalle degli invitanti arenili e dei moderni abitati che li costeggiano, lungo gli assi stradali, trovano posto concentrazioni di attività commerciali e stabilimenti industriali o artigianali, attive nei settori tradizionali dell'abbigliamento, della pelletteria, delle calzature, del mobile e dei materiali da costruzione. Poli industriali e terziari di un certo rilievo sono Roseto degli Abruzzi Tortoreto e Giulianova; quest'ultima esercita anche la funzione di riferimento burocratico-amministrativo.

VAL VIBRATA

Territorio. Al margine settentrionale della circoscrizione teramana, fra Tordino e Salinello, si snoda la valle del fiume Vibrata, che per buona parte del suo corso lambisce la fascia collinare del Subappennino Aprutino ma che ha sulla Montagna dei Fiori le sorgenti e scorre in principio incassato all'interno di strette gole. Alimentato da insignificanti torrentelli, il fiume bagna morbide colline sui cui, per influsso degli orti marchigiani, dilagano i seminativi arborati, i casolari e i borghi arroccati sulla sommità dei rilievi. Fanno parte di questo paesaggio dall'impronta arcaica anche i vulcanelli di fango che scaturiscono dai terreni marnoso-sabbiosi e, fra gli elementi antropici, qualche "pinciaia", dimora antica dai muri di paglia e argilla.

Comunicazioni. La strada statale n. 259 della Val Vibrata, lungo la quale si dispongono a nastro numerose attività produttive e commerciali, fa da ponte fra la direttrice longitudinale della costa (la strada statale n. 16 Adriatica, la ferrovia Bologna-Bari e l'autostrada A14 Bologna-Taranto) e le arterie trasversali che corrono lungo il confine con le Marche (la strada statale n. 4 Salaria, la linea ferroviaria Ascoli Piceno-Porto d'Ascoli e il raccordo autostradale che congiunge i medesimi estremi).

Storia. Assai frequentata nelle diverse ere preistoriche, vi si manifestò il pieno fulgore del neolitico, con l'affermazione di una cultura molto evoluta detta di Ripoli dalla località presso Corropoli dove se ne sono trovate le tracce più significative. Le colline della Val Vibrata sfumano nel fondovalle del Tronto, che in passato segnava grosso modo il confine fra i domini della Chiesa e il regno di Napoli: i numerosi borghi medievali, arroccati in posizione dominante e lungamente soggetti all'influenza della città e della curia vescovile di Ascoli Piceno, esercitarono un'importante funzione strategica di difesa dal 1140, data della conquista dell'Abruzzo da parte di Ruggero II, all'unità d'Italia.

Struttura socio-economica. La Val Vibrata vanta una tradizione nobile e antica di vitivinicoltura ma è nota nel resto d'Italia soprattutto per l'intenso sviluppo industriale a scarso impatto ambientale che ha conosciuto negli ultimi decenni. È una zona caratterizzata da un sistema diffuso di imprenditoria locale, con unità produttive di dimensioni piccole e medie attive nei settori cosiddetti tradizionali (abbigliamento, pelletteria, mobili, materiali da costruzione, ecc.): vecchi fabbricati, capannoni e perfino abitazioni private sono trasformate in piccoli stabilimenti e laboratori nella cornice quasi intatta della campagna coltivata. L'assetto economico della Val Vibrata è dunque un esempio di felice convivenza fra tradizione e progresso; il locale centro di informatica e telematica, tra l'altro, rappresenta uno degli strumenti che nell'immediato futuro permetteranno l'elevazione del livello di innovazione e di qualità dell'intero sistema produttivo abruzzese. Il terziario trae enormi vantaggi dal dinamismo dell'industria: il commercio e i servizi sono distribuiti in modo abbastanza uniforme nell'armatura urbana policentrica della Val Vibrata e solo -il settore della pubblica amministrazione va però ricercato altrove: sono Teramo e Giulianova i punti di riferimento burocratico-amministrativi dei comuni della vallata-.

MEDIE E BASSE VALLI DEI FIUMI TORDINO E VOMANO

Territorio. Alimentato dalle sorgenti del versante nord-orientale del Gran Sasso, il fiume Vomano nasce sotto il passo delle Capannelle e, dopo aver attraversato le anguste gole che incidono il fronte montuoso teramano fino a Montorio al Vomano, si gonfia delle acque del suo principale affluente, il torrente Mavone, e da allora si espande in un'ampia valle alluvionale fino alla foce, frangendosi in numerosi meandri. Il fiume Tordino ha origine invece dai Monti della Laga ma difetta di sorgenti carsiche ed ha quindi regime più irregolare; scorre in una valle stretta e inospitale fino a Teramo, dove riceve da sinistra il torrente Vezzola; quindi si allarga e prosegue la sua corsa verso il mare su un territorio quasi pianeggiante. Come si può notare, Montorio a Vomano e Teramo dividono il corso dei due fiumi in altrettanti segmenti dai caratteri diametralmente opposti: ad occidente dei due abitati la parte montuosa e inospitale delle valli fluviali; a oriente quella collinare e pianeggiante, da una miriade d'insediamenti residenziali e produttivi. Parallele e contigue, le medie e basse valli del Tordino e del Vomano presentano quindi un'omogenea caratterizzazione antropica e detengono una larga parte dei beni, delle risorse e delle potenzialità espansive dell'intera circoscrizione.

Comunicazioni. Dall'Aquilano la strada statale n. 80 del Gran Sasso si immette nella provincia di Teramo attraverso il Passo delle Capannelle, assecondando l'alto corso del fiume Vomano. All'altezza di Montorio al Vomano da questa fondamentale arteria se ne stacca un'altra di pari importanza, la n. 150 della valle del Vomano, e tutte e due, libere ormai dall'ingombro delle masse orografiche, corrono parallele, rettilinee e scorrevoli, verso il litorale, raggiungendolo l'una in corrispondenza di Giulianova, l'altra presso Roseto degli Abruzzi. La valle del Tordino, inoltre, ospita la linea ferroviaria che unisce il capoluogo di provincia alla stazione balneare di Giulianova.

Storia. Il territorio di queste due valli conobbe insediamenti preromani ascrivibili alle tribù dei pretuzii e dei sabini. Quasi tutti i borghi della zona, sorti per lo più all'epoca dell'incastellamento alto-medievale, soggiacquero alla signoria dei potentissimi duchi di Atri, gli Acquaviva, che dal XIV al XVI secolo affermarono il proprio dominio su buona parte della circoscrizione teramana -su Montorio al Vomano si fece sentire anche l'influenza degli aquilani Camponeschi-.

Struttura socio-economica. Il fertile terreno delle valli fluviali si presta alle coltivazioni intensive e la conformazione del suolo favorisce l'insediamento delle strutture produttive. Nelle due vallate prevale un sistema diffuso di imprenditoria locale, caratterizzata da livelli tecnologici moderatamente innovativi ma capace di imporsi sul mercato extra-regionale. Il livello di concentrazione di industrie s'impenna nella valle del Tordino e più precisamente nella zona contigua al capoluogo di provincia, che costituisce un polo industriale ad elevata capacità di assorbimento e con ampia diversificazione produttiva (stabilimenti metalmeccanici, chimici, alimentari, tessili, dell'abbigliamento, del legno e dei materiali da costruzione). In questa zona anche il terziario -commercio, pubblica amministrazione e intermediazione finanziaria- ha trovato la sua sede elettiva.

GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA

Territorio. La circoscrizione teramana abbraccia una parte dell'arco esterno dell'Appennino abruzzese, ossia il versante orientale della catena della Laga, con le montagne gemelle dei Fiori e di Campli separate dalle gole selvagge del fiume Salinello, e la parte nord-orientale del massiccio del Gran Sasso, di cui il Passo delle Capannelle e le profonde gole del fiume Vomano segnano il confine occidentale e settentrionale. I due massicci differiscono per composizione geologica e per caratteristiche morfologiche: la catena della Laga è formata da marne e arenarie, rocce tenere e impermeabili; rivolge verso Teramo il suo versante più dolce, inciso però da profondi valloni (i fossi della Cavata e della Fiumata), che occhieggiano sotto la coltre di immense foreste di faggio, abete bianco e castagno (Bosco Martese e di Langammella). Il Gran Sasso, invece, ostenta ripide vette di nudo calcare che, con il suo chiarore, crea un suggestivo contrasto con le faggete disposte nella fascia altimetrica sottostante; in direzione del litorale il profilo dentellato di questo massiccio lascia il posto alle morbide curve della Valle Siciliana, bagnata dal torrente Mavone. La tradizione pastorale della Laga è documentata da qualche capanna d'alta quota in arenaria, che fungeva da ricovero dei pastori e delle greggi, mentre poco sopravvive delle antiche sedi umane -pregevoli esempi di edilizia civile a Cortino e Crognaleto-. Tenace e radicata la presenza dell'uomo sul Gran Sasso, che sul versante teramano come su quello aquilano conserva suggestivi borghi di chiara impronta medievale.

Comunicazioni. Al servizio delle località turistiche della montagna teramana c'è l'autostrada Roma-Teramo (A24), che penetra nelle viscere del Corno Grande mediante una galleria di oltre 10 chilometri, e la strada statale n. 80 del Gran Sasso d'Italia, che dalla provincia di L'Aquila sfocia in quella di Teramo attraverso la sella erbosa del Passo delle Capannelle. Di rilievo comprensoriale ma di grande importanza turistica la statale n. 491 di Isola del Gran Sasso d'Italia, che si snoda per buona parte del suo tracciato nella splendida Valle Siciliana.

Storia. È stata ipotizzata l'esistenza di un tracciato viario a cavallo dei Monti della Laga, che Annibale, reduce dalla battaglia del lago Trasimeno, avrebbe percorso diretto al mare Adriatico, e se ne è proposta l'identificazione con la fantomatica via Metella della storiografia classica. Le tappe successive della storia locale non sono puntualmente ricostruibili ma hanno lasciato tracce di grande prestigio, come il castello fatto edificare, in posizione dominante le gole del fiume Salinello, da re Manfredi nel XIII secolo e la storica fortezza di Civitella del Tronto a guardia del confine settentrionale del regno di Napoli. I pascoli e i valichi del Gran Sasso sono stati oggetto, fin da epoca remota, di notevoli interessi economici e politici. I resti di antichi tracciati, le abbazie -splendida Santa Maria a Ronzano nel territorio di Castel Castagna- e i borghi fortificati sono testimonianze eloquenti dell'importanza della civiltà sviluppatasi sul versante teramano del principale massiccio appenninico.

Struttura socio-economica. Esiste un fisiologico divario fra le zone interne e montuose della provincia e quelle collinari e costiere in termini di densità demografica, di occupazione e di strutture produttive. Ma da quando l'economia agro-pastorale e silvicola, da cui dipendeva il benessere della montagna abruzzese, è entrata in crisi irreversibile, nuove fonti di reddito si sono affacciate all'orizzonte delle comunità locali. Il turismo invernale della neve ha portato alla costituzione delle moderne stazioni sciistiche di Prato Selva e di Prati di Tivo, mentre il Parco nazionale del Gran Sasso e dei monti della Laga, disegnato per ora soltanto sulla carta, è garanzia di ulteriori sviluppi del turismo ecologico. Questo scenario autorizza ottimistiche previsioni sugli sviluppi futuri del terziario, anche se per quanto riguarda il settore della pubblica amministrazione Teramo è destinata a rimanere un insostituibile punto di riferimento.

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