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Provincia di BERGAMO

Capoluogo: Bèrgamo

Scheda

 
Stemma della provincia Bergamo
   

Provincia di Bergamo - Ambiti

DEFINIZIONE È possibile ripartire la circoscrizione bergamasca in cinque ambiti, individuati sulla base dell'analisi dei caratteri territoriali e urbanistici e della definizione della capacità di attrazione e del raggio d'influenza dei centri principali: la Pianura bergamasca, che trova il suo naturale punto di aggregazione nel capoluogo di provincia; il Lago d'Iseo, che riunisce i comuni distribuiti lungo la sponda orientale del Sebino e nella Valle Cavallina; la Val Brembana; la Valle Seriana e la Val di Scalve. Nonostante l'evidente omogeneità orografica, che nei secoli l'ha configurata come compagine storico-naturalistica autonoma, nella Val di Scalve non sono emersi poli in grado di esercitare un'attrazione socio-economica tale da contrastare la forza centrifuga, che fa gravitare quest'ambito in parte su Clusone (Valle Seriana) e in parte su Lovere (Lago d'Iseo).

Pianura bergamasca : Albano Sant'Alessandro, Almè, Ambivere, Antegnate, Arcene, Arzago d'Adda, Azzano San Paolo, Bagnatica, Barbata, Bariano, Barzana, Bergamo, Bolgare, Boltiere, Bonate Sopra, Bonate Sotto, Bottanuco, Brembate, Brembate di Sopra, Brignano Gera d'Adda, Brusaporto, Calcinate, Calcio, Calusco d'Adda, Calvenzano, Canonica d'Adda, Capriate San Gervasio, Caravaggio, Carobbio degli Angeli, Carvico, Casirate d'Adda, Castelli Calepio, Castel Rozzone, Cavernago, Cenate Sotto, Chignolo d'Isola, Chiuduno, Cisano Bergamasco, Ciserano, Cividate al Piano, Cologno al Serio, Comun Nuovo, Cortenuova, Costa di Mezzate, Covo, Curno, Dalmine, Fara Gera d'Adda, Fara Olivana con Sola, Filago, Fontanella, Fornovo San Giovanni, Ghisalba, Gorlago, Gorle, Grassobbio, Grumello del Monte, Isso, Lallio, Levate, Lurano, Madone, Mapello, Martinengo, Medolago, Misano di Gera d'Adda, Montello, Morengo, Mornico al Serio, Mozzanica, Mozzo, Orio al Serio, Osio Sopra, Osio Sotto, Pagazzano, Paladina, Palosco, Pedrengo, Pognano, Ponteranica, Ponte San Pietro, Pontida, Pontirolo Nuovo, Presezzo, Pumenengo, Romano di Lombardia, San Paolo d'Argon, Scanzorosciate, Seriate, Solza, Sorisole, Sotto il Monte Giovanni XXIII, Spirano, Stezzano, Suisio, Telgate, Terno d'Isola, Torre Boldone, Torre de' Roveri, Torre Pallavicina, Treviglio, Treviolo, Urgnano, Valbrembo, Verdellino, Verdello, Villa d'Adda, Villa d'Almè, Zanica.

Val Brembana : Algua, Almenno San Bartolomeo, Almenno San Salvatore, Averara, Bedulita, Berbenno, Blello, Bracca, Branzi, Brembilla, Brumano, Camerata Cornello, Capizzone, Caprino Bergamasco, Carona, Cassiglio, Corna Imagna, Cornalba, Costa di Serina, Costa Valle Imagna, Cusio, Dossena, Foppolo, Fuipiano Valle Imagna, Gerosa, Isola di Fondra, Lenna, Locatello, Mezzoldo, Moio de' Calvi, Olmo al Brembo, Oltre il Colle, Ornica, Palazzago, Piazza Brembana, Piazzatorre, Piazzolo, Roncobello, Roncola, Rota di Imagna, San Giovanni Bianco, San Pellegrino Terme, Santa Brigida, Sant'Omobono Imagna, Sedrina, Serina, Strozza, Taleggio, Ubiale Clanezzo, Valleve, Valnegra, Valsecca, Valtorta, Vedeseta, Zogno.

Valle Seriana : Albino, Alzano Lombardo, Ardesio, Aviatico, Casnigo, Castione della Presolana, Cazzano Sant'Andrea, Cene, Cerete, Clusone, Colzate, Fino del Monte, Fiorano al Serio, Gandellino, Gandino, Gazzaniga, Gorno, Gromo, Leffe, Nembro, Oltressenda Alta, Oneta, Onore, Parre, Peia, Piario, Ponte Nossa, Pradalunga, Premolo, Ranica, Rovetta, Selvino, Songavazzo, Valbondione, Valgoglio, Vertova, Villa di Serio, Villa d'Ogna.

Lago d'Iseo : Adrara San Martino, Adrara San Rocco, Berzo San Fermo, Bianzano, Borgo di Terzo, Bossico, Casazza, Castro, Cenate Sopra, Costa Volpino, Credaro, Endine Gaiano, Entratico, Fonteno, Foresto Sparso, Gandosso, Gaverina Terme, Grone, Lovere, Luzzana, Monasterolo del Castello, Parzanica, Pianico, Predore, Ranzanico, Riva di Solto, Rogno, Sarnico, Solto Collina, Sovere, Spinone al Lago, Tavernola Bergamasca, Trescore Balneario, Viadanica, Vigano San Martino, Vigolo, Villongo, Zandobbio.

Val di Scalve : Azzone, Colere, Schilpario, Vilminore di Scalve.

PIANURA BERGAMASCA

Territorio. La fascia collinare -compresa tra la Val Brembana e la Valle Seriana- che fa da sfondo a Bergamo e include il colle della Città Alta è tutelata dal Parco dei Colli di Bergamo. L'area è caratterizzata dalla peculiare fusione di valori naturali e culturali, da cui nasce un paesaggio composito: i boschi del versante settentrionale del Colle di Bergamo e del Canto Alto, le aree agricole nei tratti pianeggianti e sulle colline, gli ambienti fluviali lungo il Brembo e il Serio. Il nucleo di maggior interesse storico-architettonico è costituito dalla Città Alta, interamente inserita nel Parco, ma tutto il versante collinare occidentale di Bergamo è disseminato di edifici rurali e residenziali di notevole pregio. Il Parco del Serio segue il corso del fiume fino alla sua foce in Adda: nel primo tratto, da Seriate a Mozzanica, si manifesta il singolare fenomeno dell'inabissamento delle acque del fiume, che dà al letto fluviale l'aspetto di una biancheggiante distesa di ghiaie; nel tratto successivo la falda riemerge in superficie e il fiume riacquista un alveo definito, che origina zone paludose, la cui evoluzione naturale è contenuta dalle arginature e dalle bonifiche. Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di estese coltivazioni cerealicoli e di pioppeti e lungo le rive del fiume sono visibili i segni dell'intensa attività di escavazione di sabbia e ghiaia, che ha causato la formazione di numerosi laghi di cava. Fortemente antropizzato è il territorio rivierasco dell'Adda, che scorre tra rive profonde, lungo le quali prevalgono le attività agricole, l'attività estrattiva e gli insediamenti industriali.

Comunicazioni. La qualità dei collegamenti è di buon livello e si affida alle strade statali n. 11 Padana Superiore, n. 42 del Tonale e della Mendola, n. 342 Briantea, n. 469 Sebina Occidentale, n. 470 della Valle Brembana, n. 472 Bergamina, n. 498 Soncinese, n. 525 del Brembo, n. 573 l'Ogliese, n. 591 Cremasca, n. 639 dei Laghi di Pusiano e di Garlate; a queste va aggiunto il tracciato autostradale dell'A4 Torino-Trieste. Le linee ferroviarie Lecco-Rovato, Bergamo-Cremona, Seregno-Ponte San Pietro e l'aeroporto di Orio al Serio completano il quadro delle infrastrutture di trasporto.

Storia. Il complesso collinare di Bergamo, posto alla confluenza delle retrostanti valli prealpine e affacciato sulla pianura, fertile e ricco di acque, è il naturale punto di contatto dell'economia silvo-pastorale dell'area montana e di quella agricola della pianura, felice sintesi che ne ha determinato, nei secoli, la continuità insediativa. I rinvenimenti archeologici, databili al V secolo a.C. e riferibili alla fase finale della cultura di Golasecca, attestano l'esistenza di un complesso protourbano dell'età del Ferro -in parte esteso sul colle, in parte nell'area pedecollinare meridionale- coincidente per estensione col successivo centro romano, medievale e postmedievale. La discesa dei galli nella pianura padana, alla fine del IV secolo a.C., interruppe la vita dell'abitato golasecchiano della Città Alta, che il processo di romanizzazione restituì a nuova vita con la fondazione della colonia latina nell'89 a.C. Le devastazioni seguite al crollo dell'impero romano d'Occidente e alle invasioni barbariche non impedirono ai longobardi di eleggere Bergamo sede di un ducato che comprendeva anche l'attuale Cremasco. Una parte delle istituzioni longobarde restò in vita con i franchi: al duca subentrò un conte, direttamente legato all'imperatore da un rapporto di vassallaggio; il vescovo fu però l'autorità maggiore sia per prestigio che per potere. Successivamente, proprio mentre i comuni affermavano la loro autonomia nei confronti dell'Impero, scoppiarono violente contese tra le città, che degenerarono in scontro aperto tra Bergamo e Brescia. I sanguinosi scontri tra guelfi e ghibellini, che si intrecciarono alle controversie tra Impero e Papato e coinvolsero i comuni lombardi nella guerra con Federico Barbarossa e Federico II di Svevia, segnarono la storia di Bergamo fino alla spontanea consegna della città a Giovanni di Boemia avvenuta nel 1331, che precedette il passaggio ai Visconti, che fecero di Bergamo e del Bergamasco un territorio di rapina, più volte percorso da eserciti in guerra. La sottomissione a Venezia non pose Bergamo al riparo dalle guerre: i conflitti che opposero la Repubblica veneta al ducato di Milano la esposero ai saccheggi e alle devastazioni degli eserciti e delle compagnie di ventura. La sottomissione a Venezia offrì tuttavia l'indubbio vantaggio di una stabilità politica, rafforzata dalla scomparsa delle guerre, e dal miglioramento dell'industria e del commercio. Brigantaggio, epidemie di peste e carestie scandirono il passaggio del XVII secolo, nel corso del quale, tuttavia, si assistette all'introduzione della bachicoltura e al progressivo sviluppo dell'industria della seta. L'inizio della dominazione austriaca, nei primi anni del XVIII secolo, pose fine alle guerre e allontanò le armi: da allora nessun esercito percorse in guerra il territorio bergamasco. La Restaurazione, seguita alla breve parentesi napoleonica, non riuscì a cancellare le idee rivoluzionarie, che esplosero nei moti risorgimentali, preludio dell'annessione al regno d'Italia.

Struttura socio-economica. L'area produttiva di Bergamo è un aggregato monopolare, concentrato attorno al polo di Bergamo, con presenza in tutti i comparti dell'industria manifatturiera, dominata dai comparti tessile, metalmeccanico e del legno. La presenza costante dell'industria manifatturiera si combina con specializzazioni locali: servizi a Bergamo; costruzioni, trasporti e telecomunicazioni a Grumello del Monte; servizi di sanità e salute a Ponte San Pietro. L'area identificata comprende, oltre al capoluogo di provincia, una serie di comuni che disegnano attorno a Bergamo un'area circolare che si estende verso sud e verso la zona milanese; La consistente crescita demografica delle polarità emergenti di Treviglio, specializzata in manifatture e trasporti, e di Romano di Lombardia (industria estrattiva e costruzioni) si inserisce inoltre nel flusso di insediamento demografico che ha caratterizzato le zone della bassa pianura, nelle quali è confluito il processo di decongestionamento delle circoscrizioni di Milano e Sesto San Giovanni.

VAL BREMBANA

Territorio. Attraversata dal fiume Brembo, affluente di sinistra dell'Adda, si estende per 26 km dal versante meridionale delle Alpi Orobiche fino alla pianura padana. A nord la valle è formata da tre rami principali, percorsi rispettivamente dal Brembo di -Mezzoldo che nasce presso il monte Azzaredo- da quello di Foppolo -che nasce presso il monte Cadelle- e da quello di Carona -che nasce presso il Pizzo del Diavolo- che confluiscono a Branzi, nei cui dintorni si sono formati alcuni laghetti (laghi Gemelli, lago Nero), utilizzati per la produzione di energia elettrica. Valli minori, punteggiate di piccoli centri turistici, si raccolgono nella valle principale.

Comunicazioni. Il sistema dei collegamenti di cui dispone è caratterizzato dalla prevalenza delle direttrici nord-sud (n. 342 Briantea, n. 470 della Valle Brembana, che segue il corso del fiume Brembo, e n. 639 dei Laghi di Pusiano e di Garlate) e comprende le linee ferroviarie Bergamo-Cremona e Seregno-Ponte San Pietro.

Storia. I rinvenimenti archeologici, che coprono un arco cronologico piuttosto ampio, attestano la presenza di insediamenti già nel II millennio a.C.: la valle risulta abitata da una popolazione -che gli storici antichi definiscono liguri- dedita principalmente alla pastorizia. Nel corso del I millennio a.C. la tradizione storiografica antica registra la dominazione etrusca e l'invasione degli insubri prima, dei cenomani poi. Il processo di romanizzazione, a partire dal II secolo a.C., lascia tracce consistenti della centuriazione, nel moltiplicarsi degli insediamenti e nell'estrazione della fluorina nelle numerose cave presenti ne territorio. Il crollo dell'impero romano d'Occidente, che aprì la strada alle invasioni barbariche, fu causa dello smantellamento del sistema insediativo e politico-amministrativo realizzato dai romani la ricostruzione, lenta e faticosa, passò attraverso le dominazioni franca e longobarda fino ad arrivare all'affermazione delle autonomie comunali e agli scontri tra le opposte fazioni dei guelfi e dei ghibellini, che coinvolsero i borghi della valle nella contesa tra Impero e Papato, di cui la lotta fra i comuni lombardi e Federico Barbarossa fu una delle manifestazioni più significative. A causa della posizione geografica e delle difficoltà di accedervi dalle zone vicine, la valle rimase tuttavia quasi isolata fino al XVI secolo, quando Venezia promosse la realizzazione della Via Priula, che attraversava la Val Brembana per collegare il Veneto alla Svizzera.

Struttura socio-economica. L'isolamento di cui ha goduto nei secoli ha impedito uno sviluppo industriale indiscriminato: la valle conserva ancora oggi caratteristiche rurali -agricoltura e pascolo sono state, sin dall'antichità, le attività principali dei valligiani- e la valorizzazione delle bellezze naturali ha promosso lo sviluppo del turismo, specie in alta Val Brembana -lungo il ramo orientale del Brembo- dove si sono moltiplicati gli impianti di risalita e le strutture alberghiere. La valorizzazione degli alpeggi e della produzione foraggera e l'introduzione di impianti fruttiferi procede parallelamente allo sviluppo dell'artigianato, che si avvale della predisposizione di aree attrezzate nell'alta valle, nel tentativo di decongestionare le aree allo sbocco della pianura.

VALLE SERIANA

Territorio. Incassata ai piedi delle Alpi Orobie, la Valle Seriana attraversa le Prealpi Bergamasche e sbocca nella pianura padana; il solco vallivo, inciso dal fiume Serio -che nasce dal monte Torena, nella conca tra il Pizzo Coca e il monte Gleno- presenta un paesaggio variegato: dalle dolci colline alle porte del capoluogo agli altopiani che si affacciano sul fondovalle. Quest'ultimo è un susseguirsi di insediamenti senza soluzione di continuità, una "città lineare", che, lungo i fianchi vallivi, non ha cancellato la fitta trama dei sentieri e delle mulattiere, tracciati per collegare i borghi nei quali un tempo si svolgeva la vita delle popolazioni locali. Parte della valle è compresa nel Parco delle Orobie Bergamasche, che tutela il versante bergamasco della catena orobica, caratterizzato da rilievi tra i 2.000 e i 3.000 metri sul livello del mare e da profonde incisioni vallive che alimentano i principali fiumi bergamaschi; i boschi rappresentano uno degli aspetti più pregiati del Parco.

Comunicazioni. La valle è attraversata da una fitta e articolata rete di strade statali: n. 42 del Tonale e della Mendola, n. 294 della Val di Scalve, n. 342 Briantea, n. 470 della Valle Brembana e n. 525 del Brembo. La rete ferroviaria è costituita dalle linee Bergamo-Cremona, Lecco-Rovato e Brescia-Edolo (quest'ultima gestita dalle Ferrovie Nord Milano).

Storia. I reperti archeologici rinvenuti nella grotta della "Corna Altezza" e del "Bus de la Scabla" sono segni di un popolamento antichissimo, databile alla preistoria; tuttavia poco si conosce del popolo che Plinio il Vecchio chiamò OROBIUM STIRPS, che per primo abitò le montagne della Valle Seriana: gli orobi, nome con cui i greci identificarono i galli cenomani. Conquistata dai romani nei primi anni del II secolo a.C., la valle entrò nel numero dei confederati e solo nell'88 a.C. divenne colonia romana. La prima occupazione romana riguardò il territorio valligiano solo fino ad Albino: solamente dopo Augusto furono sottomesse le genti retiche che popolavano la media e l'alta valle. Scarsamente documentato è il periodo del crollo dell'impero romano d'Occidente e delle invasioni barbariche; tuttavia, a partire dall'ottavo secolo d.C., i nomi dei borghi disseminati nella valle fanno la loro comparsa nei documenti. Nel corso dell'alto Medioevo si affermò l'autorità dei vescovi, spesso contrastata dai primi sintomi delle autonomie comunali. Le lotte civili tra guelfi e ghibellini e la disastrosa signoria dei Visconti precedettero la volontaria sottomissione a Venezia, che inaugurò un lungo periodo di pace favorendo i commerci e i traffici, dando notevole impulso alle attività artigianali della valle. Alla breve parentesi napoleonica seguì la dominazione austriaca, spazzata via dal periodo risorgimentale, culminato nell'unità d'Italia. Alla fine del XIX secolo sorsero i primi insediamenti industriali, che si moltiplicarono all'inizio del secolo successivo, per svilupparsi maggiormente dopo la seconda guerra mondiale.

Struttura socio-economica. La Valle Seriana è uno dei poli a maggiore sviluppo industriale della provincia: la lavorazione della lana mantiene la sua tradizione nelle industrie manifatturiere che utilizzano soprattutto fibre sintetiche mentre notevole impulso è dato dal comparto meccanotessile, che promuove la nascita di nuovi poli industriali disseminati lungo la vallata. Lo sviluppo industriale della valle è iniziato intorno a Ponte Nossa e a Clusone, dove apposite aree sono state destinate ad accogliere gli insediamenti industriali. L'agricoltura, che per secoli ha rappresentato l'attività fondamentale dei valligiani, si è andata sempre più qualificando nelle aziende della Media Valle. Il turismo di massa ha fatto la sua comparsa nelle zone climatiche più favorite, dove si sono moltiplicati gli insediamenti residenziali, le strutture alberghiere e gli impianti di risalita. Il patrimonio artistico, custodito nelle chiese e nei centri storici, ha sviluppato anche il "turismo d'arte".

LAGO D'ISEO

Territorio. Compresa tra la valle Seriana e il bacino del lago d'Iseo, la Val Cavallina è punteggiata da sorgenti termali (terme di Trescore e di Gaverina) e specchi d'acqua (laghi di Endine e Gaiano). Il monte Misma, il Colle Gallo, l'altopiano dei Colli di San Fermo, i rilievi boscosi del monte di Grone, il crinale dei Sommi disegnano il profilo della valle. Il clima temperato, con estati piuttosto fresche e inverni non troppo freddi, favorisce la presenza di oasi ecologiche: la Valle del Freddo -biotopo le cui correnti di aria fredda, a una quota di soli 340 metri sul livello del mare, consentono la crescita e la riproduzione di specie vegetali alpine- e l'oasi WWF della Valpredina, che ospita una vegetazione tipica del clima mediterraneo. Le montagne e i boschi della Val Cavallina dominano l'ampia distesa del lago d'Iseo, che si allunga tra le province di Brescia e Bergamo con rive assai ripide, punteggiate di viti e olivi.

Comunicazioni. L'asse viario principale è costituito dalla strada statale n. 42 del Tonale e della Mendola, che da Bergamo raggiunge la Val Camonica, dove segue il corso del fiume Oglio. Le strade statali n. 469 Sebina Occidentale e n. 510 Sebina Orientale e le linee ferroviarie Lecco-Rovato e Brescia-Edolo (quest'ultima gestita dalle Ferrovie Nord Milano) completano il quadro delle infrastrutture di trasporto.

Storia. Liguri, etruschi, insubri, cenomani e romani hanno segnato la storia più antica delle valli che si aprono lungo la sponda del lago d'Iseo, le cui vicende più significative ricalcano il percorso storico della Bergamasca: ai violenti scontri tra le opposte fazioni dei guelfi e dei ghibellini seguirono le contese con Federico Barbarossa; all'annessione al ducato di Milano seguì la lunga dominazione veneziana. La breve parentesi napoleonica, la Restaurazione e l'attiva partecipazione ai moti risorgimentali precedettero l'annessione, con tutta la Lombardia, al regno d'Italia.

Struttura socio-economica. L'agricoltura e le attività silvo-pastorali sono le principali risorse economiche della zona montana al confine con la pianura, con le colline della Valle Cavallina e con il lago d'Iseo: numerosi sono gli interventi istituzionali volti a potenziare la vitivinicoltura, l'olivicoltura e la zootecnia. L'industria è articolata in aziende di piccole dimensioni, con un numero di addetti limitato. Gli insediamenti industriali si moltiplicano intorno a Lovere, dove la crisi del comparto siderurgico ha imposto uno spostamento delle risorse e degli incentivi sul terziario e sul commercio, sull'agricoltura e sul turismo.

VAL DI SCALVE

Territorio. La Val di Scalve occupa l'estrema porzione nord-orientale della provincia e ne costituisce un'appendice notevolmente isolata anche perché lontana dal grande sistema idrografico che caratterizza il territorio bergamasco e che è impostato sui due assi portanti del Brembo e del Serio, con le relative valli e i numerosi affluenti. Il suo isolamento è evidenziato dalla presenza di due catene montuose -che contribuiscono a creare un ambiente climatico del tutto particolare- con numerosi passi di collegamento con la Valtellina, la Val Camonica e la Valle Seriana. A settentrione corre infatti una barriera ininterrotta di montagne che appartengono alla fascia orientale delle Alpi Orobie e che separano la Val di Scalve dalla Valtellina. La catena che invece fa da barriera alla valle a sud e a est è costituita essenzialmente da calcari di Esino e annovera alcune delle cime più maestose delle Orobie. Tutta la valle -costituita da ampi terrazzamenti di origine morenica- è percorsa dal torrente Dezzo, che scorre quasi costantemente da est a ovest, salvo piegare bruscamente a sud subito dopo aver ricevuto da destra l'affluente Povo e prima di gettarsi nell'orrido della via Mala. Una delle attrattive della valle è rappresentata dai laghetti alpini: il lago di Polzone, incassato in una profonda conca ai piedi della Presolana; il lago artificiale del Gleno; il laghi di Cornalta e di Varro, alimentati da sorgenti sotterranee e da neve di fusione; i quattro laghi del Venerocolo, i laghetti della zona del Vivione; il laghetto dei Campelli, ai piedi della cuspide dolomitica del Cimon della Bagozza.

Comunicazioni. L'asse viario principale della valle è la strada statale n. 494 della Val di Scalve; il traffico su rotaia è garantito dalla linea Brescia-Edolo, gestita dalle Ferrovie Nord Milano.

Storia. Sulle origini dei primi abitatori della valle sono state formulate diverse ipotesi: le più accreditate ne ricostruiscono il viaggio dall'alta Valle Seriana, attraverso il passo della Manina, o dalla Val Camonica o addirittura dalla Valtellina. Il toponimo Scalve deriva dal termine celtico "skalf", strettoia, con chiaro riferimento all'aspetto geografico della parte inferiore della valle. In epoca romana la valle fu indicata col nome di Val Decia: i romani promossero l'attività di estrazione del minerale di ferro, che divenne una notevole fonte di reddito -in alternativa al taglio del legname, alla pastorizia e alla stentata agricoltura- quando l'imperatore Enrico III concesse ai valligiani il privilegio di scavo e vendita del ferro in tutto l'Impero. Il periodo di floridezza culminò nel XVI secolo, nel corso del quale oltre cinquanta miniere alimentavano sei forni fusori. La sottomissione a Venezia non impedì agli scalvini di salvaguardare l'autonomia della quale godevano fin dall'epoca romana e la valle fu repubblica amministrata da un podestà.

Struttura socio-economica. La popolazione assomma a poco più di 4.500 unità ed è distribuita in numerose località che danno luogo ai quattro comuni della valle: le aree urbanizzate rappresentano, tuttavia, una percentuale irrilevante del territorio valligiano, occupato principalmente da prati permanenti e pascoli, da boschi e da zone rocciose e specchi d'acqua. Il turismo è la principale risorsa economica della Val di Scalve, con gli impianti di risalita di Colere e le piste di fondo nella pineta di Schilpario. La chiusura delle miniere di Colere e Schilpario non ha impedito il moltiplicarsi degli insediamenti industriali -specializzati nei comparti tessile e meccanico- gestiti da cooperative di lavoro successive alla chiusura di alcuni laboratori gestiti da imprenditori esterni alla valle: gli scalvini sono passati dalla maglia alla meccanica, per giungere all'abbigliamento sportivo, alla biancheria per la casa, alla plastica.

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