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GUERRA PUNICA (SECONDA)

Approfondimento

Approfondimento: GUERRA PUNICA (SECONDA)

Causata dagli avvenimenti interni della Sicilia, fu così denominata (come le altre due) dal nome "Poeni" che i romani davano ai cartaginesi e durò dal 218 al 202 a.C. La prima guerra punica aveva segnato la rottura del trattato tra Roma e Cartagine; l'occupazione della Spagna da parte dei cartaginesi costituì l'occasione per la seconda guerra. In Spagna dominava la famiglia dei Barca (di grandi generali e condottieri punici); uno dei Barca, il giovane Annibale, nel 218 a.C. mosse dalla penisola iberica a capo di un forte esercito e con un consistente numero di elefanti, per giungere in Italia e occupare Roma. Era la più straordinaria impresa storica mai udita in precedenza, soprattutto per la sua arditezza; gli uomini e gli elefanti di Annibale dovevano superare tre catene di monti, prima di raggiungere l'Urbe: i Pirenei, le Alpi e gli Appennini; Annibale contava anche sull'aiuto delle popolazioni autoctone che, sperava, si sarebbero alleate con lui contro il dominatore romano ma in ciò si ingannò. Agli inizi egli cominciò a collezionare vittorie, una volta entrato in Italia, anche se per un periodo i romani schivarono le battaglie, in ottemperanza alla politica temporeggiatrice del dittatore Quinto Fabio Massimo, tesa a logorare il nemico. Nel 216 a.C. a Canne, presso il fiume Ofanto, in Puglia, l'esercito romano fu duramente sconfitto: dalla narrazione dei fatti da parte di Tito Livio si apprende che le perdite per i romani furono di 70.000 uomini, contro gli 8.000 dei cartaginesi. Ma Annibale non riuscì a valersi fino in fondo della vittoria, per la lontananza dalla base dei propri rifornimenti: la presenza pressante della flotta romana impediva, peraltro, che questi arrivassero per via di mare. Annibale, così, si orientò per una soluzione politica, chiedendo aiuto a quel tiranno di Siracusa che era stato fedele alleato di Roma; ma il favore del tiranno non si rivelò risolutivo per Annibale: i romani nel 212 si impossessarono della città e in seguito spostarono la guerra in Spagna, dove si distinse il giovane Publio Cornelio Scipione, che in poco più di quattro anni riuscì a scacciare tutti i cartaginesi sottomettendo il paese. A questo punto Scipione, perciò detto l'Africano, capovolse la situazione spostando la guerra in Africa, nel 204. Dopo quattordici anni Annibale fu costretto a lasciare l'Italia, per soccorrere la patria che si trovava in pericolo: i due eserciti si incontrarono a Zama nel 202 e Roma ebbe una vittoria al termine della quale si strinse la pace che sanciva la fine della seconda guerra punica. Il prezzo da pagare per i cartaginesi fu molto alto: dovettero rinunciare alla Spagna, riconoscere l'indipendenza della Numidia (il cui re, Massinissa, già loro tributario si era loro ribellato) e impegnarsi a non intraprendere altre guerre in futuro, se non autorizzate preventivamente da Roma. Quest'ultima fu a sua volta segnata da una così lunga e logorante guerra: dissestata nell'economia, si ritrovava ampie zone dissestate dal passaggio di Annibale; dimezzata nella popolazione aveva visto scomparire nelle campagne tanti piccoli coltivatori (con conseguente vantaggio per i grandi proprietari terrieri, che si erano impossessati di vaste estensioni di terra e le avevano adibite a pascolo). In capo a qualche decennio la situazione avrebbe portato a problemi sociali che avrebbero sconvolto la storia di Roma.

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