Descrizione
Comune collinare, con origine medioevale, con un’economia basata soprattutto sulle attività agricole e su quelle industriali. Gli zovencedesi, che fanno registrare un indice di vecchiaia nella media, vivono oltre che nel capoluogo comunale nella località San Gottardo, e in numerosissime case sparse. Il territorio, ricco di boschi di carpini, roveri, castagni e attraversato da molti sentieri nei quali si possono vedere le vecchie “masiere” di sasso dove con fatica si coltivavano nei terrazzamenti gli orti e le vigne, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. Analogamente, l’andamento plano-altimetrico dell’abitato, posto sulle colline nel cuore dei monti Berici, con segni di forte espansione edilizia, si presenta tipico collinare. Nello stemma comunale, argenteo, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un castello merlato alla guelfa, sormontato da un’aquila in volo abbassato, nell’atto di trattenere tra gli artigli un fascio di saette; il tutto è smaltato di rosso. Lo stemma usato dal comune è quello riprodotto in alto: vi è raffigurato, su sfondo argentato, un albero intorno al cui tronco si attorciglia una pianta di vite munita di frutti; il tutto è attraversato da una mucca al pascolo.
Storia
Il toponimo sembra derivare da JUGUM, ‘giogo montano’. Il suo castello è citato in un diploma imperiale del 1158 emesso da Federico Barbarossa per la chiesa Vicentina. Nel XII secolo i Malacappella, un ramo della famiglia dei conti Maltraversi, ricevettero l’investitura per questi territori. Venne poi a essere assorbita da Vicenza, come testimonia un documento che certifica la sua sottomissione al vescovo di questa città. Non si ricordano avvenimenti di rilievo e la sua storia per i secoli successivi si confonde con quella dell’intera zona. La parrocchiale, dedicata a San Nicolò, risulta esistente già nel XII secolo e probabilmente era autonoma dalla giurisdizione di Barbarano nel Duecento. Al suo interno, un altare del 1741 e una iscrizione del 1721. Ai primi del Novecento è stata completamente ristrutturata. Il castello, fortificazione attiva nell’anno Mille, fu in parte distrutto dall’attacco degli Ezzelini; nel 1316 era sede della casa comunale e nella seconda metà del Quattrocento della DOMUS EPISCOPATUS. Attualmente di tutta la fortificazione rimane solamente una torre e alcune adiacenze, adibite ad uso privato.
Economia
L’economia può contare ancora sull’agricoltura (con coltivazioni di cereali, frumento, ortaggi, viti e olivi) e sull’attività zootecnica; quest’ultima è specializzata nell’allevamento di bovini e avicoli. L’industria si compone di stabilimenti di piccola entità, che operano principalmente nel settore tessile, dell’edilizia e dell’attività estrattiva. Il terziario, di dimensioni modeste, è tuttavia tale da soddisfare le esigenze di base della popolazione. La cultura è ancora poco diffusa, considerato che non si registra la presenza di biblioteche o musei, che possano garantire la valorizzazione e la diffusione del patrimonio. Mancano anche strutture sociali, quali asili nido o case di riposo. Le uniche scuole presenti sul posto sono le materne e le elementari; per il proseguimento degli studi è necessario spostarsi nei centri vicini. Inesistenti le strutture sportive o per l’organizzazione del tempo libero. L’apparato ricettivo consente la ristorazione e, in minor misura, il soggiorno. Le strutture sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni bisogna rivolgersi altrove.
Relazioni
Non è meta di turismo. Il tessuto industriale, inoltre, richiama una parte poco rilevante della popolazione attiva delle zone limitrofe, mentre la carenza di alcuni servizi, come quelli sanitari e scolastici, fa gravitare gli abitanti sui centri maggiormente dotati e, naturalmente, sul capoluogo di provincia. Non si segnalano eventi ricorrenti nell’ambito fieristico o folcloristico, del tipo di quelli che solitamente hanno una notevole capacità attrattiva nei confronti dei comuni vicini, a eccezione della rassegna musicale e la festa della cultura e della storia della Val Lioma, che si svolge tra luglio e agosto. Il Patrono, San Nicola di Bari, si festeggia l’8 dicembre.
Località
Calto, Fontana, Gazzo, San Gottardo, Santiella
Fondi europei 2021-2027
Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Zovencedo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.
- Popolazione 773
- Lat 45° 25' 42,23'' 45.42839722
- Long 11° 30' 5,47'' 11.50151944
- CAP 36020
- Prefisso 0444
- Codice ISTAT 024121
- Codice Catasto M194
- Altitudine slm 276 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno E/2693 - Superficie 9.08 Km2
- Densità 85,13 ab/Km2
- Sismicità Zona 3
- Alba 05:07
- Tramonto 19:15
- Marzia Tapparo
- Via Roma, 6
- 36020 (VI) Veneto
- zovencedo.vi@cert.ip-veneto.net
- www.comune.zovencedo.vi.it
- 80006050241
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