Descrizione

Piccola comunità collinare, di antiche origini, la cui principale attività economica è rappresentata dall'agricoltura, caratterizzata da una buona presenza di coltivazioni. Gli zenevredini, che presentano un indice di vecchiaia molto elevato, sono distribuiti in diversi abitati, dei quali, oltre al capoluogo comunale, i più popolosi sono: Campagnasso, Casa Gramegna, Casa Nuova, Cascina Vecchia, Fontanelle, Paolone e Poggio Pelato. Il territorio disegna un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche che vanno da un minimo di 82 metri sul livello del mare ad un massimo di 205 metri. L'abitato, che mostra segni evidenti di espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico collinare.

Piccola comunità collinare, di antiche origini, la cui principale attività economica è rappresentata dall'agricoltura, caratterizzata da una buona presenza di coltivazioni. Gli zenevredini, che presentano un indice di vecchiaia molto elevato, sono distribuiti in diversi abitati, dei quali, oltre al capoluogo comunale, i più popolosi sono: Campagnasso, Casa Gramegna, Casa Nuova, Cascina Vecchia, Fontanelle, Paolone e Poggio Pelato. Il territorio disegna un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche che vanno da un minimo di 82 metri sul livello del mare ad un massimo di 205 metri. L'abitato, che mostra segni evidenti di espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico collinare.

Storia

Sebbene venga menzionata per la prima volta in un documento della prima metà dell'undicesimo secolo (a proposito della sua vendita ad opera di un certo Gerardo al marchese Ugo d'Este, che successivamente la donò al vescovo di Pavia), ha origini più antiche, come provato dal rinvenimento di alcune tombe databili ad epoca romana. Anticamente fu chiamata "Uniperetum", forse in relazione alla presenza nella zona, prima della sua fondazione, di boschi di ginepro, detti in latino IUNIPERI, tagliati probabilmente dai monaci benedettini per rendere coltivabili i terreni. Assegnata nella seconda metà del XII secolo a Pavia da Federico Barbarossa, come altri del distretto vogherese, fu in seguito donata dal papa Lucio III al monastero pavese di Santa Teodata; questo, insieme al vescovo di Pavia, Bernardo, ne restaurò il castello, come risulta da un atto della fine del XII secolo. Alla fine del XIII secolo fu coinvolta nella guerra tra le forze alleate dei comuni di Milano, Piacenza e Cremona e il marchese del Monferrato, che assediava nella vicina Monte Acuto Manfredino Beccaria. Dopo essere stata inserita nella contea di Calvignano, entrando così a far parte dei possedimenti della famiglia pavese dei Fantoni, venne infeudata ai Masio di Fassano e, verso la fine del XVIII secolo, a Chiara Bandi di Selve. Povera la presenza di monumenti: non vi sono infatti edifici di particolare rilievo architettonico, fatta eccezione per la chiesa parrocchiale.

Sebbene venga menzionata per la prima volta in un documento della prima metà dell'undicesimo secolo (a proposito della sua vendita ad opera di un certo Gerardo al marchese Ugo d'Este, che successivamente la donò al vescovo di Pavia), ha origini più antiche, come provato dal rinvenimento di alcune tombe databili ad epoca romana. Anticamente fu chiamata "Uniperetum", forse in relazione alla presenza nella zona, prima della sua fondazione, di boschi di ginepro, detti in latino IUNIPERI, tagliati probabilmente dai monaci benedettini per rendere coltivabili i terreni. Assegnata nella seconda metà del XII secolo a Pavia da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=FEDERICOBARBAROSSA'>Federico Barbarossa</a>, come altri del distretto vogherese, fu in seguito donata dal papa Lucio III al monastero pavese di Santa Teodata; questo, insieme al vescovo di Pavia, Bernardo, ne restaurò il castello, come risulta da un atto della fine del XII secolo. Alla fine del XIII secolo fu coinvolta nella guerra tra le forze alleate dei comuni di Milano, Piacenza e Cremona e il marchese del Monferrato, che assediava nella vicina Monte Acuto Manfredino Beccaria. Dopo essere stata inserita nella contea di Calvignano, entrando così a far parte dei possedimenti della famiglia pavese dei Fantoni, venne infeudata ai Masio di Fassano e, verso la fine del XVIII secolo, a Chiara Bandi di Selve. Povera la presenza di monumenti: non vi sono infatti edifici di particolare rilievo architettonico, fatta eccezione per la chiesa parrocchiale.

Economia

Oltre agli uffici deputati al funzionamento dei consueti servizi municipali e postali, non se ne registrano altri degni di nota. Il sindaco è chiamato a svolgere, all'occorrenza, anche le funzioni di autorità di pubblica sicurezza, per l'assenza, sul posto, di una stazione dei carabinieri. La principale, se non proprio l'unica, risorsa economica è rappresentata dall'agricoltura, in cui si registra un buono sviluppo delle coltivazioni di cereali, foraggi, frutteti e soprattutto vite (i vini più rappresentativi sono il Barbera e il Bonarda); è praticato anche l'allevamento di bovini. Le attività industriali, limitate al comparto edile, sono pressoché insignificanti e molto modesta è anche l'attività del terziario, che si compone soltanto di una piccola rete distributiva (sufficiente comunque a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dei servizi indispensabili. Non dispone di strutture sociali particolarmente significative (quali asili nido e case di riposo); mancano anche strutture sanitarie, scolastiche, culturali, sportive e per il tempo libero, mentre quelle ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; chiaramente tutte queste carenze strutturali rendono la comunità notevolmente dipendente dall'esterno.

Oltre agli uffici deputati al funzionamento dei consueti servizi municipali e postali, non se ne registrano altri degni di nota. Il sindaco è chiamato a svolgere, all'occorrenza, anche le funzioni di autorità di pubblica sicurezza, per l'assenza, sul posto, di una stazione dei carabinieri. La principale, se non proprio l'unica, risorsa economica è rappresentata dall'agricoltura, in cui si registra un buono sviluppo delle coltivazioni di cereali, foraggi, frutteti e soprattutto vite (i vini più rappresentativi sono il Barbera e il Bonarda); è praticato anche l'allevamento di bovini. Le attività industriali, limitate al comparto edile, sono pressoché insignificanti e molto modesta è anche l'attività del terziario, che si compone soltanto di una piccola rete distributiva (sufficiente comunque a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dei servizi indispensabili. Non dispone di strutture sociali particolarmente significative (quali asili nido e case di riposo); mancano anche strutture sanitarie, scolastiche, culturali, sportive e per il tempo libero, mentre quelle ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; chiaramente tutte queste carenze strutturali rendono la comunità notevolmente dipendente dall'esterno.

Relazioni

Non figura tra le mete turistiche più celebrate, poiché manca di attrattive di rilievo. I suoi rapporti con i centri limitrofi sono particolarmente scarsi, limitati come sono al normale movimento determinato dal modestissimo livello dei servizi e dalla totale assenza di scuole, che costringono gli zenevredini a rivolgere all'esterno del proprio comune la relativa domanda, anche ricorrendo a forme di pendolarismo. Di contro, non si registrano manifestazioni legate a tradizioni folcloristiche, che altrove costituiscono occasione di richiamo per numerosi visitatori, benché sia festeggiata la Madonna cosiddetta "delle cinture", la terza domenica di agosto. La festa del Patrono, San Vincenzo, viene celebrata il 22 gennaio.

Non figura tra le mete turistiche più celebrate, poiché manca di attrattive di rilievo. I suoi rapporti con i centri limitrofi sono particolarmente scarsi, limitati come sono al normale movimento determinato dal modestissimo livello dei servizi e dalla totale assenza di scuole, che costringono gli zenevredini a rivolgere all'esterno del proprio comune la relativa domanda, anche ricorrendo a forme di pendolarismo. Di contro, non si registrano manifestazioni legate a tradizioni folcloristiche, che altrove costituiscono occasione di richiamo per numerosi visitatori, benché sia festeggiata la Madonna cosiddetta "delle cinture", la terza domenica di agosto. La festa del Patrono, San Vincenzo, viene celebrata il 22 gennaio.

Località

Campagnasso, Casa Gramegna, Casa Nuova, Cascina Vecchia, Fontanelle, Poalone, Poggio Pelato

Campagnasso, Casa Gramegna, Casa Nuova, Cascina Vecchia, Fontanelle, Poalone, Poggio Pelato

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Zenevredo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.