Descrizione

Comune collinare, di origine antica, ha un’economia di tipo prettamente agricolo. La maggior parte dei volpedesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vive nel capoluogo comunale (contiguo al centro Corso Roma del comune di Monleale); il resto della popolazione si distribuisce negli aggregati urbani minori di Cà Barbieri, Cà di Stringa e Cascina Cappelletta, nonché numerose case sparse. Il territorio, che ospita una quercia che ha più di trecento anni, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato ha un andamento plano-altimetrico tipico di collina.

Comune collinare, di origine antica, ha un’economia di tipo prettamente agricolo. La maggior parte dei volpedesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vive nel capoluogo comunale (contiguo al centro Corso Roma del comune di Monleale); il resto della popolazione si distribuisce negli aggregati urbani minori di Cà Barbieri, Cà di Stringa e Cascina Cappelletta, nonché numerose case sparse. Il territorio, che ospita una quercia che ha più di trecento anni, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato ha un andamento plano-altimetrico tipico di collina.

Storia

L’attestazione più illuminante sul valore del suo toponimo è rappresentata da “Vicopedicus”, risalente al 1153, composta da VICUS e PECUS, a cui è applicato il suffisso -UDIS, e il cui significato è ‘paese del bestiame’. Le altre varianti documentate mostrano estrema incertezza nella resa del toponimo, di cui molto presto deve essersi persa la coscienza del significato. Tra queste vi sono: “Vico Piculo”, “Vipegolo”, “Vipeculo”, “Vepeculo”. Le sue origini risalgono al periodo antico: furono, infatti, alcune popolazioni liguri che si insediarono per prime in una parte del territorio dell’Oltrepò vogherese a colonizzare la zona. Dopo la romanizzazione, l’influenza vogherese continuò a farsi sentire, come è dimostrato dalle indagini topografiche che ancora rivelano tracce dell’antica centuriazione. Il borgo rappresentò un punto di importante passaggio, come evidenziano le estese necropoli rinvenute lungo la strada per Tortona e la fondazione, tra il V e il VI secolo, di un tempio. Intorno al X secolo venne eretta un’area fortificata (castrum), il cui impianto venne facilitato dalla collinetta naturale lambente le acque del Curone su cui si era formato il primitivo villaggio. Nel Medioevo la sua storia è strettamente legata a quella di Tortona; i suoi uomini e quelli di altri centri vicini accorsero in aiuto dei tortonesi durante l’assedio delle truppe di Federico I, avvenuto nel 1155. Nel XIV secolo passò nelle mani del ducato visconteo, con cui i legami si strinsero ulteriormente in seguito alla donazione testamentaria di Pierino Cameri da Tortona dei suoi possedimenti alla Fabbrica del Duomo di Milano. Nella seconda metà del XV secolo un fanciullo, Giovannino Costa, fu assassinato e presto elevato alla dignità di martire della fede. Nel 1756 entrò a far parte dello stato sabaudo. Tra le vestigia del suo passato figurano: la parrocchiale di San Pietro, terminata nel 1835, ospitante una tela minore del Pellizza; l’ottocentesco palazzo municipale; la romanica pieve di San Pietro, eretta nel XV secolo, ad opera di artisti della scuola dei fratelli Bosilio; palazzo Malaspina, sorto sul luogo dell’antica fortezza, ristrutturato nel corso degli anni Novanta.

L’attestazione più illuminante sul valore del suo toponimo è rappresentata da “Vicopedicus”, risalente al 1153, composta da VICUS e PECUS, a cui è applicato il suffisso -UDIS, e il cui significato è ‘paese del bestiame’. Le altre varianti documentate mostrano estrema incertezza nella resa del toponimo, di cui molto presto deve essersi persa la coscienza del significato. Tra queste vi sono: “Vico Piculo”, “Vipegolo”, “Vipeculo”, “Vepeculo”. Le sue origini risalgono al periodo antico: furono, infatti, alcune popolazioni <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=LIGURI'>liguri</a> che si insediarono per prime in una parte del territorio dell’Oltrepò vogherese a colonizzare la zona. Dopo la romanizzazione, l’influenza vogherese continuò a farsi sentire, come è dimostrato dalle indagini topografiche che ancora rivelano tracce dell’antica centuriazione. Il borgo rappresentò un punto di importante passaggio, come evidenziano le estese necropoli rinvenute lungo la strada per Tortona e la fondazione, tra il V e il VI secolo, di un tempio. Intorno al X secolo venne eretta un’area fortificata (castrum), il cui impianto venne facilitato dalla collinetta naturale lambente le acque del Curone su cui si era formato il primitivo villaggio. Nel Medioevo la sua storia è strettamente legata a quella di Tortona; i suoi uomini e quelli di altri centri vicini accorsero in aiuto dei tortonesi durante l’assedio delle truppe di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=FEDERICOI'>Federico I</a>, avvenuto nel 1155. Nel XIV secolo passò nelle mani del ducato visconteo, con cui i legami si strinsero ulteriormente in seguito alla donazione testamentaria di Pierino Cameri da Tortona dei suoi possedimenti alla Fabbrica del Duomo di Milano. Nella seconda metà del XV secolo un fanciullo, Giovannino Costa, fu assassinato e presto elevato alla dignità di martire della fede. Nel 1756 entrò a far parte dello stato sabaudo. Tra le vestigia del suo passato figurano: la parrocchiale di San Pietro, terminata nel 1835, ospitante una tela minore del Pellizza; l’ottocentesco palazzo municipale; la romanica pieve di San Pietro, eretta nel XV secolo, ad opera di artisti della scuola dei fratelli Bosilio; palazzo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MALASPINA'>Malaspina</a>, sorto sul luogo dell’antica fortezza, ristrutturato nel corso degli anni Novanta.

Economia

È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. Il settore primario, la principale fonte di ricchezza della popolazione locale, è presente con la coltivazione di frutta (uva da tavola e da vino, pesche, albicocche, ciliegie, fragole, susine), cereali, frumento, foraggi e ortaggi (pomodori); si pratica anche l’allevamento di avicoli. L’industria, modestamente sviluppata, è costituita da aziende che operano nei comparti dei prodotti genericamente alimentari, della pelletteria, dei macchinari per l’agricoltura, delle confezioni, della lavorazione del legno, della gomma e della plastica, edile e metallurgico. Il terziario si compone di una buona rete commerciale oltre che dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado. Per l’arricchimento culturale si segnala lo “Studio museo di Pellizza”, al cui interno è possibile ammirare quadri, ricordi, libri e manoscritti dell’artista. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno. Le strutture sanitarie assicurano il servizio farmaceutico.

È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. Il settore primario, la principale fonte di ricchezza della popolazione locale, è presente con la coltivazione di frutta (uva da tavola e da vino, pesche, albicocche, ciliegie, fragole, susine), cereali, frumento, foraggi e ortaggi (pomodori); si pratica anche l’allevamento di avicoli. L’industria, modestamente sviluppata, è costituita da aziende che operano nei comparti dei prodotti genericamente alimentari, della pelletteria, dei macchinari per l’agricoltura, delle confezioni, della lavorazione del legno, della gomma e della plastica, edile e metallurgico. Il terziario si compone di una buona rete commerciale oltre che dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado. Per l’arricchimento culturale si segnala lo “Studio museo di Pellizza”, al cui interno è possibile ammirare quadri, ricordi, libri e manoscritti dell’artista. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno. Le strutture sanitarie assicurano il servizio farmaceutico.

Relazioni

Il bel paesaggio che la circonda, la possibilità di effettuare delle piacevoli escursioni nel verde e di degustare le specialità frutticole locali, costituiscono una ragione sufficiente per attirare un discreto afflusso turistico sul posto. Non vi si svolgono particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni, ad eccezione della sagra delle fragole, a maggio. La festa del Patrono, San Giovannino, si celebra la terza domenica di agosto. Ha dato i natali al pittore Giuseppe Pellizza (1868-1907).

Il bel paesaggio che la circonda, la possibilità di effettuare delle piacevoli escursioni nel verde e di degustare le specialità frutticole locali, costituiscono una ragione sufficiente per attirare un discreto afflusso turistico sul posto. Non vi si svolgono particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni, ad eccezione della sagra delle fragole, a maggio. La festa del Patrono, San Giovannino, si celebra la terza domenica di agosto. Ha dato i natali al pittore Giuseppe Pellizza (1868-1907).

Località

Ca' Barbieri, Ca' di Stringa, Cascina Cappelletta

Ca' Barbieri, Ca' di Stringa, Cascina Cappelletta

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Volpedo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.