Descrizione

Città collinare di origine molto antica, capoluogo di provincia; la sua economia, eminentemente terziaria, poggia anche su un vivace artigianato. I viterbesi, il cui indice di vecchiaia è compreso nei valori medi, si concentrano prevalentemente nel capoluogo comunale; quest’ultimo, chiuso nella possente e ben conservata cinta muraria, è caratterizzato da abitazioni in pietra tufacea e dalla presenza di quartieri di chiara impronta medievale; una vasta appendice di moderni palazzi, frutto dell’espansione edilizia verificatasi negli ultimi anni, si è sviluppata fuori delle mura. Il territorio comunale, che possiede un’isola amministrativa tra i comuni di Capranica, Ronciglione e Vetralla, è caratterizzato dalla presenza di vasti ripiani tufacei di origine vulcanica; i vicini laghi di Vico e Bolsena, la rigogliosa campagna bagnata da sorgenti di acqua termale, le distese di pascoli verdeggianti, seminativi e vigneti compongono un paesaggio particolarmente suggestivo. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è raffigurato un leone coronato, “accollato” a una palma con frutti rossi; l’animale sorregge con una zampa una bandiera bifida rossa con una croce d’argento, nei cui cantoni spiccano quattro chiavi poste in palo, anch’esse argentate.

Città collinare di origine molto antica, capoluogo di provincia; la sua economia, eminentemente terziaria, poggia anche su un vivace artigianato. I viterbesi, il cui indice di vecchiaia è compreso nei valori medi, si concentrano prevalentemente nel capoluogo comunale; quest’ultimo, chiuso nella possente e ben conservata cinta muraria, è caratterizzato da abitazioni in pietra tufacea e dalla presenza di quartieri di chiara impronta medievale; una vasta appendice di moderni palazzi, frutto dell’espansione edilizia verificatasi negli ultimi anni, si è sviluppata fuori delle mura. Il territorio comunale, che possiede un’isola amministrativa tra i comuni di Capranica, Ronciglione e Vetralla, è caratterizzato dalla presenza di vasti ripiani tufacei di origine vulcanica; i vicini laghi di Vico e Bolsena, la rigogliosa campagna bagnata da sorgenti di acqua termale, le distese di pascoli verdeggianti, seminativi e vigneti compongono un paesaggio particolarmente suggestivo. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è raffigurato un leone coronato, “accollato” a una palma con frutti rossi; l’animale sorregge con una zampa una bandiera bifida rossa con una croce d’argento, nei cui cantoni spiccano quattro chiavi poste in palo, anch’esse argentate.

Storia

Copiosi resti di necropoli rupestri attestano l’esistenza di un insediamento etrusco, distrutto dai romani nel 310 a.C. Nell’VIII secolo il re longobardo Desiderio, in lotta con papa Adriano I, fortificò l’antica area tuscanica, inaugurando un lungo periodo di dominazione longobarda. Cresciuta di importanza come libero comune nel periodo medievale, ricevette da Federico I Barbarossa il titolo di città e, ceduta dopo la morte di questi a papa Celestino III, nel 1192 divenne sede vescovile. Cadde quindi sotto il giogo di Federico II di Svevia e, uscita da un lungo assedio delle milizie sveve grazie all’energica azione del cardinale Raniero Capocci, fu scelta, nella seconda metà del Duecento, come residenza quasi permanente dei pontefici. Teatro di lotte fra opposte fazioni politiche sullo scorcio del XIII secolo, fu inclusa dai Farnese nel ducato di Castro ma tornò allo Stato Pontificio (1649), in seguito alla dissoluzione di quest’ultimo ad opera di papa Innocenzo X. Il toponimo, di etimologia incerta, deriverebbe, secondo l’ipotesi più accreditata, da VETUS URBS, ‘città vecchia’. Tra i monumenti: la splendida cattedrale, sorta tra il XII e il XIII secolo ma rimaneggiata fra il XVI e il XVII; la chiesa di Santa Maria Nuova, con mirabile chiostro longobardo; le chiese romaniche di San Sisto e di San Giovanni in Zoccoli; la chiesa di Santa Maria della Verità, con affreschi di Lorenzo da Viterbo; la chiesa di Santa Rosa, che custodisce il corpo incorrotto della Patrona, chiuso in una sontuosa urna; il palazzo dei Papi, edificato nella seconda metà del XIII secolo, con splendida loggia ad archi intrecciati; il palazzo dei Priori (XIII secolo), caratterizzato da un elegante porticato, che corre lungo l’intera facciata.

Copiosi resti di necropoli rupestri attestano l’esistenza di un insediamento <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCO'>etrusco</a>, distrutto dai romani nel 310 a.C. Nell’VIII secolo il re <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=LONGOBARDO'>longobardo</a> Desiderio, in lotta con papa Adriano I, fortificò l’antica area tuscanica, inaugurando un lungo periodo di dominazione <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=LONGOBARDA'>longobarda</a>. Cresciuta di importanza come libero comune nel periodo medievale, ricevette da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=FEDERICOIBARBAROSSA'>Federico I Barbarossa</a> il titolo di città e, ceduta dopo la morte di questi a papa Celestino III, nel 1192 divenne sede vescovile. Cadde quindi sotto il giogo di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=FEDERICOIIDISVEVIA'>Federico II di Svevia</a> e, uscita da un lungo assedio delle milizie sveve grazie all’energica azione del cardinale Raniero Capocci, fu scelta, nella seconda metà del Duecento, come residenza quasi permanente dei pontefici. Teatro di lotte fra opposte fazioni politiche sullo scorcio del XIII secolo, fu inclusa dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=FARNESE'>Farnese</a> nel ducato di Castro ma tornò allo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=STATOPONTIFICIO'>Stato Pontificio</a> (1649), in seguito alla dissoluzione di quest’ultimo ad opera di papa Innocenzo X. Il toponimo, di etimologia incerta, deriverebbe, secondo l’ipotesi più accreditata, da VETUS URBS, ‘città vecchia’. Tra i monumenti: la splendida cattedrale, sorta tra il XII e il XIII secolo ma rimaneggiata fra il XVI e il XVII; la chiesa di Santa Maria Nuova, con mirabile chiostro <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=LONGOBARDO'>longobardo</a>; le chiese romaniche di San Sisto e di San Giovanni in Zoccoli; la chiesa di Santa Maria della Verità, con affreschi di Lorenzo da Viterbo; la chiesa di Santa Rosa, che custodisce il corpo incorrotto della Patrona, chiuso in una sontuosa urna; il palazzo dei Papi, edificato nella seconda metà del XIII secolo, con splendida loggia ad archi intrecciati; il palazzo dei Priori (XIII secolo), caratterizzato da un elegante porticato, che corre lungo l’intera facciata.

Economia

L’agricoltura e l’allevamento costituiscono ancora un punto di forza dell’economia locale: si coltivano cereali, uva, ortaggi e nocciole, che vengono ampiamente commercializzati. È presente inoltre un vivace artigianato e l’intensità del movimento turistico favorisce le iniziative imprenditoriali nel terziario, come testimonia il numero rilevante di servizi. Il comune, sede della Comunità montana, della Usl e di tutte le strutture amministrative di un capoluogo di provincia, è dotato di istituti di istruzione secondaria di secondo grado e ospita la prestigiosa Università della Tuscia; vanta inoltre due biblioteche, svariati musei, alcune sale cinematografiche e due teatri; possiede numerose strutture ricettive, fra cui due attrezzati stabilimenti termali alimentati dalla sorgente di Bulicame, con acque solfato-alcalino-terrose; per l’assistenza sanitaria può contare, tra l’altro, su un ospedale, case di cura accreditate, un Sert (Servizio Tossicodipendenze), un centro di salute mentale e un consultorio.

L’agricoltura e l’allevamento costituiscono ancora un punto di forza dell’economia locale: si coltivano cereali, uva, ortaggi e nocciole, che vengono ampiamente commercializzati. È presente inoltre un vivace artigianato e l’intensità del movimento turistico favorisce le iniziative imprenditoriali nel terziario, come testimonia il numero rilevante di servizi. Il comune, sede della Comunità montana, della Usl e di tutte le strutture amministrative di un capoluogo di provincia, è dotato di istituti di istruzione secondaria di secondo grado e ospita la prestigiosa Università della Tuscia; vanta inoltre due biblioteche, svariati musei, alcune sale cinematografiche e due teatri; possiede numerose strutture ricettive, fra cui due attrezzati stabilimenti termali alimentati dalla sorgente di Bulicame, con acque solfato-alcalino-terrose; per l’assistenza sanitaria può contare, tra l’altro, su un ospedale, case di cura accreditate, un Sert (Servizio Tossicodipendenze), un centro di salute mentale e un consultorio.

Relazioni

La rara ricchezza del patrimonio artistico, la presenza di sorgenti e stabilimenti termali nonché di una vasta zona di verde attrezzato costituiscono solo una parte delle innumerevoli attrattive locali, fra cui spiccano manifestazioni religiose e folcloristiche di antica e nobile tradizione: la domenica successiva al 4 settembre tutta la comunità si reca in processione al santuario della Madonna della Quercia; nel periodo natalizio, invece, è particolarmente suggestiva la rappresentazione del presepe vivente in località Villa Rosa. La festa della Patrona Santa Rosa si celebra il 4 settembre; la sera della vigilia il centro storico fa da sfondo all’evento più importante per la comunità viterbese: un enorme baldacchino con l’immagine della Santa, alto 30 metri, pesante quattro tonnellate e adorno di luci e immagini simboliche, viene trasportato da 100 “facchini” per le vie della città, a ricordo della traslazione del corpo incorrotto della Santa, avvenuta il 4 settembre del 1258 dalla chiesa di Santa Maria del Poggio a quella di San Damiano (oggi Santa Rosa).

La rara ricchezza del patrimonio artistico, la presenza di sorgenti e stabilimenti termali nonché di una vasta zona di verde attrezzato costituiscono solo una parte delle innumerevoli attrattive locali, fra cui spiccano manifestazioni religiose e folcloristiche di antica e nobile tradizione: la domenica successiva al 4 settembre tutta la comunità si reca in processione al santuario della Madonna della Quercia; nel periodo natalizio, invece, è particolarmente suggestiva la rappresentazione del presepe vivente in località Villa Rosa. La festa della Patrona Santa Rosa si celebra il 4 settembre; la sera della vigilia il centro storico fa da sfondo all’evento più importante per la comunità viterbese: un enorme baldacchino con l’immagine della Santa, alto 30 metri, pesante quattro tonnellate e adorno di luci e immagini simboliche, viene trasportato da 100 “facchini” per le vie della città, a ricordo della traslazione del corpo incorrotto della Santa, avvenuta il 4 settembre del 1258 dalla chiesa di Santa Maria del Poggio a quella di San Damiano (oggi Santa Rosa).

Località

Buon Respiro, Campo Nuovo, Campolungo, Canale, Canepinetta, Carcarelle, Centro Giovanni XXIII, Fastello, Grotte Santo Stefano, La Scorticata, Le Farine, Montecalvello, Montefalco, Monterazzano, Norchia, Pian di Legname, Ponte di Cetti, Pratoleva, Roccalvecce, San Martino al Cimino, Sant'Angelo, Strada Romana, Tobia, Vallebona, Villa Immacolata

Buon Respiro, Campo Nuovo, Campolungo, Canale, Canepinetta, Carcarelle, Centro Giovanni XXIII, Fastello, Grotte Santo Stefano, La Scorticata, Le Farine, Montecalvello, Montefalco, Monterazzano, Norchia, Pian di Legname, Ponte di Cetti, Pratoleva, Roccalvecce, San Martino al Cimino, Sant'Angelo, Strada Romana, Tobia, Vallebona, Villa Immacolata

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Viterbo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.