Descrizione

Comune di pianura, di origini antiche, la cui economia si basa sull’agricoltura e sull’industria. I vischesi, con un indice di vecchiaia superiore alla media, sono quasi tutti concentrati nel capoluogo comunale, contiguo alla località omonima di Aiello del Friuli. Il territorio, poco esteso, presenta un profilo geometrico molto regolare, con differenze di altitudine quasi irrilevanti, che imprimono all’abitato, interessato da espansione edilizia, un andamento plano-altimetrico completamente pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, riporta, su sfondo azzurro, una falce, un rastrello a otto denti e una vanga d’argento disposti a ventaglio; un piccone e un falcetto, anch’essi d’argento, sono addossati ai manici della falce e della vanga; sul tutto un cestino di vimini d’oro ricolmo di fiori di campo variopinti.

Comune di pianura, di origini antiche, la cui economia si basa sull’agricoltura e sull’industria. I vischesi, con un indice di vecchiaia superiore alla media, sono quasi tutti concentrati nel capoluogo comunale, contiguo alla località omonima di Aiello del Friuli. Il territorio, poco esteso, presenta un profilo geometrico molto regolare, con differenze di altitudine quasi irrilevanti, che imprimono all’abitato, interessato da espansione edilizia, un andamento plano-altimetrico completamente pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, riporta, su sfondo azzurro, una falce, un rastrello a otto denti e una vanga d’argento disposti a ventaglio; un piccone e un falcetto, anch’essi d’argento, sono addossati ai manici della falce e della vanga; sul tutto un cestino di vimini d’oro ricolmo di fiori di campo variopinti.

Storia

Citata per la prima volta in un documento della fine del XII secolo, fu abitata fin da tempi più antichi, come testimoniato dai reperti, di epoca romana, rinvenuti nel territorio: tra questi figura una lapide di ringraziamento per l’ingrandimento del borgo, fatto eseguire dal proprietario o dalla proprietaria di allora. Chiamata in origine Babuleia, che significa ‘pascolo’, forse si sviluppò attorno a uno degli insediamenti di pastori presenti nella zona. Con la caduta dell'impero romano d'occidente si aprì alle invasioni barbariche, che seminarono ovunque morte e distruzione. Devastata, nel X-XI secolo, dalle incursioni degli ungari, entrò poi a far parte dei possedimenti dei patriarchi di Aquileia, che provvidero a ripopolare le campagne friulane con immigrazioni forzate di coloni slavi, cui sembra vada riportato lo stesso toponimo, fatto derivare dal termine sloveno "visek", avente il significato di ‘sommità, altura’. Inserita, durante la dominazione patriarcale, nella gastaldia di Aiello del Friuli, nel 1420 fu conquistata dalla Repubblica di Venezia, passando, nella prima metà del XVI secolo, sotto l’Austria, che l’aggregò alla contea di Gorizia. Attiva ne fu la partecipazione ai moti risorgimentali, durante i quali fu teatro di dolorosi eventi bellici: quasi completamente distrutta da un incendio nel 1848, subì notevoli danni anche nel 1866. La storia successiva ha seguito quella del resto della provincia. Tra i monumenti si può ammirare la chiesa parrocchiale, costruita, nel XVII secolo, su un precedente edificio di culto, già esistente nel Duecento; vi si conserva, tra l’altro, una cinquecentesca statua in legno, raffigurante San Martino a cavallo.

Citata per la prima volta in un documento della fine del XII secolo, fu abitata fin da tempi più antichi, come testimoniato dai reperti, di epoca romana, rinvenuti nel territorio: tra questi figura una lapide di ringraziamento per l’ingrandimento del borgo, fatto eseguire dal proprietario o dalla proprietaria di allora. Chiamata in origine Babuleia, che significa ‘pascolo’, forse si sviluppò attorno a uno degli insediamenti di pastori presenti nella zona. Con la caduta dell'impero romano d'occidente si aprì alle invasioni barbariche, che seminarono ovunque morte e distruzione. Devastata, nel X-XI secolo, dalle incursioni degli ungari, entrò poi a far parte dei possedimenti dei patriarchi di Aquileia, che provvidero a ripopolare le campagne friulane con immigrazioni forzate di coloni slavi, cui sembra vada riportato lo stesso toponimo, fatto derivare dal termine sloveno "visek", avente il significato di ‘sommità, altura’. Inserita, durante la dominazione patriarcale, nella gastaldia di Aiello del Friuli, nel 1420 fu conquistata dalla Repubblica di Venezia, passando, nella prima metà del XVI secolo, sotto l’Austria, che l’aggregò alla contea di Gorizia. Attiva ne fu la partecipazione ai moti risorgimentali, durante i quali fu teatro di dolorosi eventi bellici: quasi completamente distrutta da un incendio nel 1848, subì notevoli danni anche nel 1866. La storia successiva ha seguito quella del resto della provincia. Tra i monumenti si può ammirare la chiesa parrocchiale, costruita, nel XVII secolo, su un precedente edificio di culto, già esistente nel Duecento; vi si conserva, tra l’altro, una cinquecentesca statua in legno, raffigurante San Martino a cavallo.

Economia

L’agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno, si articola in numerose produzioni, delle quali le maggiori riguardano i cereali, il frumento, gli ortaggi, i foraggi e soprattutto vari tipi di uve, da cui si ricavano vini a denominazione di origine controllata; parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l’allevamento di bovini, suini e avicoli. L’altra fonte di reddito, l’industria, è costituta da piccole aziende che operano nei comparti edile, metalmeccanico e della fabbricazione di mobili, apparecchiature medicali e prodotti petroliferi raffinati. Il terziario non assume dimensioni rilevanti: mancano servizi più qualificati, come quello bancario. La rete commerciale è sufficiente al soddisfacimento delle esigenze fondamentali degli abitanti. Nelle scuole del posto si impartisce soltanto l'istruzione materna ed elementare; si può però usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico; per altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.

L’agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno, si articola in numerose produzioni, delle quali le maggiori riguardano i cereali, il frumento, gli ortaggi, i foraggi e soprattutto vari tipi di uve, da cui si ricavano vini a denominazione di origine controllata; parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l’allevamento di bovini, suini e avicoli. L’altra fonte di reddito, l’industria, è costituta da piccole aziende che operano nei comparti edile, metalmeccanico e della fabbricazione di mobili, apparecchiature medicali e prodotti petroliferi raffinati. Il terziario non assume dimensioni rilevanti: mancano servizi più qualificati, come quello bancario. La rete commerciale è sufficiente al soddisfacimento delle esigenze fondamentali degli abitanti. Nelle scuole del posto si impartisce soltanto l'istruzione materna ed elementare; si può però usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico; per altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.

Relazioni

Oltre a non registrare un significativo movimento di turisti, per l’assenza di particolari attrattive dal punto di vista paesaggistico, è poco frequentata anche per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera locale; diffuso è il pendolarismo verso le vicine aree più industrializzate. I rapporti con il circondario non sono rilevanti; i vischesi vi si rivolgono pure per frequentare le altre scuole dell’obbligo e gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado nonché per usufruire dei servizi non disponibili sul posto. La festa dei Patroni, i Santi Pietro e Paolo, si celebra il 29 giugno.

Oltre a non registrare un significativo movimento di turisti, per l’assenza di particolari attrattive dal punto di vista paesaggistico, è poco frequentata anche per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera locale; diffuso è il pendolarismo verso le vicine aree più industrializzate. I rapporti con il circondario non sono rilevanti; i vischesi vi si rivolgono pure per frequentare le altre scuole dell’obbligo e gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado nonché per usufruire dei servizi non disponibili sul posto. La festa dei Patroni, i Santi Pietro e Paolo, si celebra il 29 giugno.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Visco rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.