Descrizione

Piccola comunità di pianura, di origini incerte, probabilmente medievali, la cui economia è sostenuta da imprese artigianali e dall’agricoltura. La comunità dei villanovesi, che presenta un indice di vecchiaia nella media, vive oltre che nel capoluogo comunale, anche in aggregati urbani minori (Cascina Grangia, Località Donna e Tre Stelle) nonché in alcune case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena accennate. È occupato a settentrione dalle ultime propaggini delle incolte lande di ciottoli e sassi della Baraggia; irrorate da sotterranee falde acquifere vi prosperano estensioni di felci, rovi, ginestre e robinie; laddove l’opera dell’uomo ha modellato l’originario assetto del terreno, si estendono invece vaste colture di seminativi percorse da torrenti e canali, cui contendono lo spazio gli uniformi specchi d’acqua delle risaie. L’abitato rispecchia le caratteristiche del territorio comunale, mostrando un andamento plano-altimetrico tipico pianeggiante. Lo stemma comunale, interzato in fascia, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. La prima sezione, a fondo rosso, riporta un airone volante d’argento, posto di profilo; il secondo campo è a scacchi dorati e verdi; nel terzo, infine, gli scacchi sono dorati e azzurri.

Piccola comunità di pianura, di origini incerte, probabilmente medievali, la cui economia è sostenuta da imprese artigianali e dall’agricoltura. La comunità dei villanovesi, che presenta un indice di vecchiaia nella media, vive oltre che nel capoluogo comunale, anche in aggregati urbani minori (Cascina Grangia, Località Donna e Tre Stelle) nonché in alcune case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena accennate. È occupato a settentrione dalle ultime propaggini delle incolte lande di ciottoli e sassi della Baraggia; irrorate da sotterranee falde acquifere vi prosperano estensioni di felci, rovi, ginestre e robinie; laddove l’opera dell’uomo ha modellato l’originario assetto del terreno, si estendono invece vaste colture di seminativi percorse da torrenti e canali, cui contendono lo spazio gli uniformi specchi d’acqua delle risaie. L’abitato rispecchia le caratteristiche del territorio comunale, mostrando un andamento plano-altimetrico tipico pianeggiante. Lo stemma comunale, interzato in fascia, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. La prima sezione, a fondo rosso, riporta un airone volante d’argento, posto di profilo; il secondo campo è a scacchi dorati e verdi; nel terzo, infine, gli scacchi sono dorati e azzurri.

Storia

Il toponimo, attestato fin dal 1300, è un composto del sostantivo “villa”, ossia ‘insediamento di modesta ampiezza’ e “nova”, ossia ‘nuova’, nel significato globale di piccolo insediamento di recente costruzione’. Compresa fin dal Medioevo nei territori del vicino feudo di Massazza, ne seguì a lungo le vicende storiche e amministrative. Infeudata ai signori di Casalvolone, passò in seguito sotto il controllo dei conti di Vercelli, dei signori di Verrone e di quelli di Robbio. Nel 1155 l’imperatore Federico I conferì il feudo a Bonifacio e Giovanni di Briandate; da questi, il territorio pervenne, attraverso successivi passaggi, alla famiglia degli Avogadro, che lo governarono per diversi secoli, nonostante l’intera area fosse passata, il 12 ottobre 1404, sotto la giurisdizione sabauda. La parrocchiale, intitolata a San Barnaba, è un rifacimento ottocentesco di un edificio preesistente, la cui originaria bellezza è rammentata da una pregiata pittura parietale avente per soggetto Santa Liberata; all’interno la chiesa è impreziosita da un bell’altare maggiore e da una balaustra marmorea attribuite al fratelli Catella di Viggiù (XIX secolo).

Il toponimo, attestato fin dal 1300, è un composto del sostantivo “villa”, ossia ‘insediamento di modesta ampiezza’ e “nova”, ossia ‘nuova’, nel significato globale di piccolo insediamento di recente costruzione’. Compresa fin dal Medioevo nei territori del vicino feudo di Massazza, ne seguì a lungo le vicende storiche e amministrative. Infeudata ai signori di Casalvolone, passò in seguito sotto il controllo dei conti di Vercelli, dei signori di Verrone e di quelli di Robbio. Nel 1155 l’imperatore <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=FEDERICOI'>Federico I</a> conferì il feudo a Bonifacio e Giovanni di Briandate; da questi, il territorio pervenne, attraverso successivi passaggi, alla famiglia degli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=AVOGADRO'>Avogadro</a>, che lo governarono per diversi secoli, nonostante l’intera area fosse passata, il 12 ottobre 1404, sotto la giurisdizione sabauda. La parrocchiale, intitolata a San Barnaba, è un rifacimento ottocentesco di un edificio preesistente, la cui originaria bellezza è rammentata da una pregiata pittura parietale avente per soggetto Santa Liberata; all’interno la chiesa è impreziosita da un bell’altare maggiore e da una balaustra marmorea attribuite al fratelli Catella di Viggiù (XIX secolo).

Economia

Legata profondamente alle proprie tradizioni la comunità villanovese conserva ritmi di vita tranquilli. Il settore primario è presente con la coltivazione di riso, frumento, foraggi e l’allevamento di bovini e caprini; lo affianca un settore secondario che include poche imprese a carattere artigianale, legate ai comparti tessile, meccanico ed edile, mentre il terziario, fermo a uno stadio embrionale di sviluppo per ciò che concerne il comparto dei servizi, include un’attività commerciale che si va man mano specializzando. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Dotata degli uffici preposti al funzionamento dei normali servizi municipali e postali, non dispone né delle scuole né di strutture preposte alla diffusione della cultura. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. In materia di assistenza sanitaria la comunità non può contare neanche sulla farmacia locale.

Legata profondamente alle proprie tradizioni la comunità villanovese conserva ritmi di vita tranquilli. Il settore primario è presente con la coltivazione di riso, frumento, foraggi e l’allevamento di bovini e caprini; lo affianca un settore secondario che include poche imprese a carattere artigianale, legate ai comparti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a> ed edile, mentre il terziario, fermo a uno stadio embrionale di sviluppo per ciò che concerne il comparto dei servizi, include un’attività commerciale che si va man mano specializzando. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Dotata degli uffici preposti al funzionamento dei normali servizi municipali e postali, non dispone né delle scuole né di strutture preposte alla diffusione della cultura. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. In materia di assistenza sanitaria la comunità non può contare neanche sulla farmacia locale.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, riserva al visitatore e al villeggiante i benefici di un clima salubre e quella componente di novità e di imprevisto che caratterizza le aree non ancora colonizzate dal turismo di massa. È, tuttavia, poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera locale, costretta ogni giorno a raggiungere il capoluogo provinciale e le altre aree più sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per usufruire dei servizi non disponibili sul posto. Il modesto livello di organizzazione della collettività, anche sul piano delle iniziative culturali e ricreative, si riflette nell’assenza di manifestazioni in grado di esercitare un forte richiamo. L’unico appuntamento di rilievo è la sagra del riso, che si tiene solitamente ogni due anni nel mese di agosto. Il Patrono, San Barnaba, si festeggia la domenica successiva all’11 giugno.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, riserva al visitatore e al villeggiante i benefici di un clima salubre e quella componente di novità e di imprevisto che caratterizza le aree non ancora colonizzate dal turismo di massa. È, tuttavia, poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera locale, costretta ogni giorno a raggiungere il capoluogo provinciale e le altre aree più sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per usufruire dei servizi non disponibili sul posto. Il modesto livello di organizzazione della collettività, anche sul piano delle iniziative culturali e ricreative, si riflette nell’assenza di manifestazioni in grado di esercitare un forte richiamo. L’unico appuntamento di rilievo è la sagra del riso, che si tiene solitamente ogni due anni nel mese di agosto. Il Patrono, San Barnaba, si festeggia la domenica successiva all’11 giugno.

Località

Cascina Grangia

Cascina Grangia

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Villanova Biellese rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.