Descrizione

Comune di montagna, dalle origini medievali, con un'economia basata prevalentemente sulle attività agricolo-zootecniche e sull'industria. La comunità dei villesi, nella quale si registra un indice di vecchiaia con valori nella media, si distribuisce, oltre che nel capoluogo comunale, anche nelle località di Canete, Chete, Dogana, Giavera, Pian della Cà e San Barnaba. Il territorio comunale, in cui si rileva un fenomeno di forte espansione edilizia, presenta un profilo geometrico estremamente mosso e animato da considerevoli variazioni altimetriche, che vanno da un minimo di 508 metri sul livello del mare ad un massimo di 3.107 metri. Il paesaggio è caratterizzato da una natura tipicamente alpestre ed arricchito dall'abbondanza di boschi e prati e dalla presenza di un piccolo lago artificiale costruito a scopo idroelettrico negli anni '50.  

Comune di montagna, dalle origini medievali, con un'economia basata prevalentemente sulle attività agricolo-zootecniche e sull'industria. La comunità dei villesi, nella quale si registra un indice di vecchiaia con valori nella media, si distribuisce, oltre che nel capoluogo comunale, anche nelle località di Canete, Chete, Dogana, Giavera, Pian della Cà e San Barnaba. Il territorio comunale, in cui si rileva un fenomeno di forte espansione edilizia, presenta un profilo geometrico estremamente mosso e animato da considerevoli variazioni altimetriche, che vanno da un minimo di 508 metri sul livello del mare ad un massimo di 3.107 metri. Il paesaggio è caratterizzato da una natura tipicamente alpestre ed arricchito dall'abbondanza di boschi e prati e dalla presenza di un piccolo lago artificiale costruito a scopo idroelettrico negli anni '50.  

Storia

Il toponimo compare per la prima volta in una pergamena del X secolo. Nella zona, precisamente sulla rocca di Campedello, sorgeva anticamente una piccola fortezza, i cui resti si potevano ancora vedere all'inizio del '600. A partire dal X secolo i torrenti Lovero e Casnaggina delimitavano i possedimenti di due importanti vescovadi, quello di Como e quello di Coira, nel territorio che oggi si trova tra la Svizzera e l'Italia: si tratta dunque di uno tra i più antichi confini di stato non naturali. Nel '400 la duchessa Bona di Savoia, che ricopriva il ruolo di reggente per il figlio Gian Galeazzo Sforza, ordinò la fortificazione del ponte di confine. Nel '500 il borgo, che apparteneva al territorio di Piuro, si rese autonomo, continuando però a chiamarsi Villa di Piuro; solo nel 1861 assunse il nome che ha attualmente. Risale al XII secolo la chiesa di S. Martino dei Piuri, oggi nota come S. Barnaba, che conserva nell'interno una mirabile Ultima Cena del XV secolo, purtroppo mutila, ed è affiancata da un campaniletto di struttura romanica. Della stessa epoca era anche la chiesa di S. Eusebio, semidistrutta nel '700 e abbattuta verso la fine del secolo. Interessanti anche il santuario della Madonna della Salute, del '700, testimonianza della devozione alla Madonna portata dagli emigranti veneziani nei secoli XVII e XVIII, e la parrocchiale di S. Sebastiano, del '400, che conserva pregevoli opere pittoriche, statue ed oggetti in argento.  

Il toponimo compare per la prima volta in una pergamena del X secolo. Nella zona, precisamente sulla rocca di Campedello, sorgeva anticamente una piccola fortezza, i cui resti si potevano ancora vedere all'inizio del '600. A partire dal X secolo i torrenti Lovero e Casnaggina delimitavano i possedimenti di due importanti vescovadi, quello di Como e quello di Coira, nel territorio che oggi si trova tra la Svizzera e l'Italia: si tratta dunque di uno tra i più antichi confini di stato non naturali. Nel '400 la duchessa Bona di Savoia, che ricopriva il ruolo di reggente per il figlio Gian Galeazzo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=SFORZA'>Sforza</a>, ordinò la fortificazione del ponte di confine. Nel '500 il borgo, che apparteneva al territorio di Piuro, si rese autonomo, continuando però a chiamarsi Villa di Piuro; solo nel 1861 assunse il nome che ha attualmente. Risale al XII secolo la chiesa di S. Martino dei Piuri, oggi nota come S. Barnaba, che conserva nell'interno una mirabile Ultima Cena del XV secolo, purtroppo mutila, ed è affiancata da un campaniletto di struttura romanica. Della stessa epoca era anche la chiesa di S. Eusebio, semidistrutta nel '700 e abbattuta verso la fine del secolo. Interessanti anche il santuario della Madonna della Salute, del '700, testimonianza della devozione alla Madonna portata dagli emigranti veneziani nei secoli XVII e XVIII, e la parrocchiale di S. Sebastiano, del '400, che conserva pregevoli opere pittoriche, statue ed oggetti in argento.  

Economia

Il comune ospita esclusivamente gli uffici pubblici municipali e postali. Data la posizione geografica, con assenza di sole nei mesi invernali, l'agricoltura è molto scarsa, e si riduce alla coltivazione di vigneti ed alberi da frutta, principalmente per il consumo familiare, soprattutto sul versante destro. Anche la zootecnia non è particolarmente sviluppata: si allevano in prevalenza ovini e caprini, mentre è in costante diminuzione l'allevamento dei bovini. L'artigianato è molto scarso, e anche l'industria non costituisce la principale fonte di reddito, essendo presente soltanto nel comparto dell'edilizia. Va segnalato un poco di turismo nel periodo estivo, che incrementa le attività ad esso collegate. Non si segnalano particolari servizi pubblici e sociali. Le istituzioni scolastiche impartiscono l'istruzione materna, quella elementare e secondaria di primo grado mentre dal punto di vista delle strutture culturali, non si segnalano biblioteche né musei. Non sono presenti particolari strutture per lo sport e per il tempo libero. La rete distributiva e commerciale è abbastanza buona ed è comunque commisurata alle esigenze della comunità. Discretamente sviluppata anche la rete dei pubblici esercizi e delle strutture ricettive. Per quanto riguarda le strutture sanitarie, manca il servizio ospedaliero ma è garantito quello farmaceutico.  

Il comune ospita esclusivamente gli uffici pubblici municipali e postali. Data la posizione geografica, con assenza di sole nei mesi invernali, l'agricoltura è molto scarsa, e si riduce alla coltivazione di vigneti ed alberi da frutta, principalmente per il consumo familiare, soprattutto sul versante destro. Anche la zootecnia non è particolarmente sviluppata: si allevano in prevalenza ovini e caprini, mentre è in costante diminuzione l'allevamento dei bovini. L'artigianato è molto scarso, e anche l'industria non costituisce la principale fonte di reddito, essendo presente soltanto nel comparto dell'edilizia. Va segnalato un poco di turismo nel periodo estivo, che incrementa le attività ad esso collegate. Non si segnalano particolari servizi pubblici e sociali. Le istituzioni scolastiche impartiscono l'istruzione materna, quella elementare e secondaria di primo grado mentre dal punto di vista delle strutture culturali, non si segnalano biblioteche né musei. Non sono presenti particolari strutture per lo sport e per il tempo libero. La rete distributiva e commerciale è abbastanza buona ed è comunque commisurata alle esigenze della comunità. Discretamente sviluppata anche la rete dei pubblici esercizi e delle strutture ricettive. Per quanto riguarda le strutture sanitarie, manca il servizio ospedaliero ma è garantito quello farmaceutico.  

Relazioni

La posizione geografica di via di passaggio tra l'Italia e la Svizzera fa in modo che i flussi turistici interessino, anche se non in modo consistente, il territorio comunale. I rapporti con i centri vicini, determinati dalla dipendenza economica e dalla necessità di accedere alle strutture e di usufruire dei servizi di località meglio dotate, non si presentano particolarmente intensi. La forza lavoro locale trova occupazione per la maggior parte nella vicina Svizzera, verso la quale si rivolgono numerosi pendolari di oltre frontiera. Il calendario delle manifestazioni e degli eventi speciali non prevede appuntamenti di rilievo, capaci di determinare consistenti flussi di visitatori. Il Patrono della comunità è S. Sebastiano, che si festeggia il 20 gennaio.  

La posizione geografica di via di passaggio tra l'Italia e la Svizzera fa in modo che i flussi turistici interessino, anche se non in modo consistente, il territorio comunale. I rapporti con i centri vicini, determinati dalla dipendenza economica e dalla necessità di accedere alle strutture e di usufruire dei servizi di località meglio dotate, non si presentano particolarmente intensi. La forza lavoro locale trova occupazione per la maggior parte nella vicina Svizzera, verso la quale si rivolgono numerosi pendolari di oltre frontiera. Il calendario delle manifestazioni e degli eventi speciali non prevede appuntamenti di rilievo, capaci di determinare consistenti flussi di visitatori. Il Patrono della comunità è S. Sebastiano, che si festeggia il 20 gennaio.  

Località

Chete, Dogana, Droso, Gallegione, Giavera, Pian della Ca', San Barnaba, Villa

Chete, Dogana, Droso, Gallegione, Giavera, Pian della Ca', San Barnaba, Villa

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Villa di Chiavenna rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.