Descrizione

Comune di pianura, di origine medievale, la cui economia si basa sulle tradizionali attività rurali. I valmacchesi, aventi un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, vivono, per la maggior parte, nel capoluogo comunale; il resto degli abitanti si divide tra la località Rivalba, gli aggregati urbani minori di Cascina Grangia e Cascina Pontetto, nonché poche case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. L’abitato ha un andamento plano-altimetrico tipico di pianura. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è costituito da bande rosse e argentate.

Comune di pianura, di origine medievale, la cui economia si basa sulle tradizionali attività rurali. I valmacchesi, aventi un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, vivono, per la maggior parte, nel capoluogo comunale; il resto degli abitanti si divide tra la località Rivalba, gli aggregati urbani minori di Cascina Grangia e Cascina Pontetto, nonché poche case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. L’abitato ha un andamento plano-altimetrico tipico di pianura. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è costituito da bande rosse e argentate.

Storia

La sua denominazione è di difficile interpretazione. Secondo alcuni studiosi è composta da VALLIS e di un probabile nome proprio o cognome, secondo altri, il suo significato risiede in MACULA, forte vegetazione del luogo. Le sue origini risalgono al periodo medievale, come dimostrato da un diploma imperiale, datato 1355, in cui si parla della cessione del suo castello e del suo abitato ai membri della famiglia dei conti di Cavaglià. Questi, dopo aver lottato contro i vescovi di Vercelli per i possedimenti locali, si trovarono a combattere contro i Paleologi che vedevano nei suoi territori un obiettivo militare irrinunciabile a causa della loro posizione di fronte la Lomellina e interposta tra Casale e Valenza. Durante la lotta tra Visconti e Monferrini, i Cavaglià decidono di cedere i propri castelli ai primi; nel frattempo, alla fine del XIV secolo, la casata locale tramontò e i territori locali passarono ai signori di Casale. Successivamente il governo locale venne esercitato da diverse signorie del posto, tra cui i Rota, i Montiglio, i Sannazaro, i Coppa di Casale. Tra le vestigia del passato sono degne di nota: l’antico castello, oggi sede del municipio, privo di torri e dalla forma rettangolare, restaurato dall’ingegnere Tornielli nel 1925 su commissione dei principi Guasco Gallarati di Bisio; la parrocchiale della Natività di Maria, consacrata nel 1605 dal cardinale Federico Borromeo, conservante tele delle figlie del Caccia e un pregevole pulpito barocco.

La sua denominazione è di difficile interpretazione. Secondo alcuni studiosi è composta da VALLIS e di un probabile nome proprio o cognome, secondo altri, il suo significato risiede in MACULA, forte vegetazione del luogo. Le sue origini risalgono al periodo medievale, come dimostrato da un diploma imperiale, datato 1355, in cui si parla della cessione del suo castello e del suo abitato ai membri della famiglia dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=CONTIDICAVAGLIA'>conti di Cavaglià</a>. Questi, dopo aver lottato contro i vescovi di Vercelli per i possedimenti locali, si trovarono a combattere contro i Paleologi che vedevano nei suoi territori un obiettivo militare irrinunciabile a causa della loro posizione di fronte la Lomellina e interposta tra Casale e Valenza. Durante la lotta tra <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a> e Monferrini, i Cavaglià decidono di cedere i propri castelli ai primi; nel frattempo, alla fine del XIV secolo, la casata locale tramontò e i territori locali passarono ai signori di Casale. Successivamente il governo locale venne esercitato da diverse signorie del posto, tra cui i Rota, i Montiglio, i Sannazaro, i Coppa di Casale. Tra le vestigia del passato sono degne di nota: l’antico castello, oggi sede del municipio, privo di torri e dalla forma rettangolare, restaurato dall’ingegnere Tornielli nel 1925 su commissione dei principi Guasco Gallarati di Bisio; la parrocchiale della Natività di Maria, consacrata nel 1605 dal cardinale Federico Borromeo, conservante tele delle figlie del Caccia e un pregevole pulpito barocco.

Economia

Dal punto di vista burocratico non si registrano particolari strutture: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dell’ufficio postale e del municipio. Va segnalata però la presenza della Pro Loco. L’agricoltura, che è alla base dell’economia valmacchese, è specializzata nella coltivazione di cereali, riso, granturco, frumento, barbabietole da zucchero e ortaggi (peperoni e asparagi); si allevano anche avicoli. Il settore economico secondario non è molto sviluppato: è costituito da piccole aziende che operano nei comparti edile, metallurgico, tessile, della gioielleria e oreficeria, delle confezioni e della lavorazione del legno. Il terziario si compone di una rete commerciale, di dimensioni non rilevanti ma sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità, ma mancano servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Nelle scuole del posto si impartisce solamente l’istruzione per le classi materne ed elementari; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario localmente è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Dal punto di vista burocratico non si registrano particolari strutture: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dell’ufficio postale e del municipio. Va segnalata però la presenza della Pro Loco. L’agricoltura, che è alla base dell’economia valmacchese, è specializzata nella coltivazione di cereali, riso, granturco, frumento, barbabietole da zucchero e ortaggi (peperoni e asparagi); si allevano anche avicoli. Il settore economico secondario non è molto sviluppato: è costituito da piccole aziende che operano nei comparti edile, metallurgico, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, della gioielleria e oreficeria, delle confezioni e della lavorazione del legno. Il terziario si compone di una rete commerciale, di dimensioni non rilevanti ma sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità, ma mancano servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Nelle scuole del posto si impartisce solamente l’istruzione per le classi materne ed elementari; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario localmente è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

La Riserva naturale di cui fa parte (con una superficie di 2.440 ettari è considerato il “cuore naturale” di tutta la fascia fluviale del Po dove si possono ammirare grandi varietà di fauna, quali: aironi, falchi e cormorani, quest’ultimi provenienti dall’Europa del nord) rappresenta un buon motivo di richiamo per il turismo. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Non vi si svolgono particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni, ad eccezione della sagra dell’asparago, a maggio. La festa patronale, in onore della Natività di Maria Vergine, si celebra l’8 settembre.

La Riserva naturale di cui fa parte (con una superficie di 2.440 ettari è considerato il “cuore naturale” di tutta la fascia fluviale del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=PO'>Po</a> dove si possono ammirare grandi varietà di fauna, quali: aironi, falchi e cormorani, quest’ultimi provenienti dall’Europa del nord) rappresenta un buon motivo di richiamo per il turismo. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Non vi si svolgono particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni, ad eccezione della sagra dell’asparago, a maggio. La festa patronale, in onore della Natività di Maria Vergine, si celebra l’8 settembre.

Località

Cascina Grangia, Cascina Pontetto, Rivalba

Cascina Grangia, Cascina Pontetto, Rivalba

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Valmacca rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.