Descrizione

Comune collinare, di epoca romana, ha un’economia agricola e industriale, affiancata da un crescente sviluppo del turismo. I valfeneresi, il cui indice di vecchiaia è elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate. Analogamente l’abitato, interessato da crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico di collina. Lo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è attraversato da un palo d’argento che lo suddivide in due sezioni raffiguranti un’aquila d’oro in volo spiegato e un leone dorato con la testa rivolta da un lato. Il tutto è abbassato sotto un capo azzurro recante tre gigli d’oro, ordinati in fascia.

Comune collinare, di epoca romana, ha un’economia agricola e industriale, affiancata da un crescente sviluppo del turismo. I valfeneresi, il cui indice di vecchiaia è elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate. Analogamente l’abitato, interessato da crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico di collina. Lo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è attraversato da un palo d’argento che lo suddivide in due sezioni raffiguranti un’aquila d’oro in volo spiegato e un leone dorato con la testa rivolta da un lato. Il tutto è abbassato sotto un capo azzurro recante tre gigli d’oro, ordinati in fascia.

Storia

Il toponimo “Valfeneria”, già documentato nell’anno 896, divenne “Valle Finaria”, “Valfenaira” e “Valfeneira”, intorno al Mille. L’etimo potrebbe derivare da FENUM, ‘fieno’, nel derivato FENARIUS applicato a VALLIS nel significato di ‘Valle del fieno’, oppure, secondo una citazione del 1092, dal latino FINIS, ‘confine’, nel significato di ‘Valle del confine’, con riferimento al limite del contado di Asti a ovest o a quello delle valli del territorio del capoluogo Asti. All’inizio del X secolo fu assegnata a Sigiberto, che ne divenne feudatario, per passare verso la fine del secolo stesso all’Abbazia di Nonantola; donata dall’imperatore Enrico III al vescovo di Asti nel 1041, fu poi ceduta ai Gorzano, e nel 1214 nuovamente ceduta dal comune di Asti a Manfredo II vescovo di Saluzzo che confermò feudatari i Gorzano. Prima i Cavazzoni nel 1280, poi gli Isnardi da Castello nel 1325, successivamente i Mazzetti nel 1437 e infine i Provana nel 1487 ne acquistarono una parte. I Nomis l’ottennero nel 1630 e nel 1775 i Morozzo, ultimi signori del feudo. Per oltre cinquecento anni, quindi, fino al 1783, restò sotto la giurisdizione dei marchesi di Saluzzo, il cui capostipite fu Bonifacio del Vasto, per passare poi ai conti Saluzzo di Monesiglio e di Valgrana. Nessuno dei vari feudatari succedutisi nel tempo, tuttavia, fu apprezzato dai cittadini che in varie circostanze dimostrarono –come è storicamente provato– di volersi liberare dalla loro pressante presenza. Nel XIII secolo fu costruito il castello in pianura per opera dei Gorzano e, all’inizio del XVI secolo fu eretta la nuova parrocchiale intitolata ai Santi Pietro e Bartolomeo, rimaneggiata nel corso dell’Ottocento. Altri edifici notevoli sono la confraternita dello Spirito Santo, la cui aula è ora adibita a sala parrocchiale, e, nei dintorni, la chiesa della Madonna e quella della Santissima Trinità, eretta nel 1820, la chiesa di San Pietro, di Sant’Antonio Abate, di San Sebastiano. Il santuario di Sant’Andrea, detto del “Miracolo”, oggi semplice cappella, sorto prima del Mille, aveva un tempo grande importanza perché meta di devoti pellegrinaggi che non trascuravano l’elargizione di generose offerte.

Il toponimo “Valfeneria”, già documentato nell’anno 896, divenne “Valle Finaria”, “Valfenaira” e “Valfeneira”, intorno al Mille. L’etimo potrebbe derivare da FENUM, ‘fieno’, nel derivato FENARIUS applicato a VALLIS nel significato di ‘Valle del fieno’, oppure, secondo una citazione del 1092, dal latino FINIS, ‘confine’, nel significato di ‘Valle del confine’, con riferimento al limite del contado di Asti a ovest o a quello delle valli del territorio del capoluogo Asti. All’inizio del X secolo fu assegnata a Sigiberto, che ne divenne feudatario, per passare verso la fine del secolo stesso all’Abbazia di Nonantola; donata dall’imperatore Enrico III al vescovo di Asti nel 1041, fu poi ceduta ai Gorzano, e nel 1214 nuovamente ceduta dal comune di Asti a Manfredo II vescovo di Saluzzo che confermò feudatari i Gorzano. Prima i Cavazzoni nel 1280, poi gli Isnardi da Castello nel 1325, successivamente i Mazzetti nel 1437 e infine i Provana nel 1487 ne acquistarono una parte. I Nomis l’ottennero nel 1630 e nel 1775 i Morozzo, ultimi signori del feudo. Per oltre cinquecento anni, quindi, fino al 1783, restò sotto la giurisdizione dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MARCHESIDISALUZZO'>marchesi di Saluzzo</a>, il cui capostipite fu Bonifacio del Vasto, per passare poi ai conti Saluzzo di Monesiglio e di Valgrana. Nessuno dei vari feudatari succedutisi nel tempo, tuttavia, fu apprezzato dai cittadini che in varie circostanze dimostrarono –come è storicamente provato– di volersi liberare dalla loro pressante presenza. Nel XIII secolo fu costruito il castello in pianura per opera dei Gorzano e, all’inizio del XVI secolo fu eretta la nuova parrocchiale intitolata ai Santi Pietro e Bartolomeo, rimaneggiata nel corso dell’Ottocento. Altri edifici notevoli sono la confraternita dello Spirito Santo, la cui aula è ora adibita a sala parrocchiale, e, nei dintorni, la chiesa della Madonna e quella della Santissima Trinità, eretta nel 1820, la chiesa di San Pietro, di Sant’Antonio Abate, di San Sebastiano. Il santuario di Sant’Andrea, detto del “Miracolo”, oggi semplice cappella, sorto prima del Mille, aveva un tempo grande importanza perché meta di devoti pellegrinaggi che non trascuravano l’elargizione di generose offerte.

Economia

È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva e altra frutta e con l’allevamento di bovini, suini, caprini e avicoli; nelle aree pianeggianti del terreno argilloso si realizzano anche le cosiddette peschiere (stagni artificiali). Il settore economico secondario è costituito da imprese operanti nei comparti alimentare (soprattutto nella lavorazione e conservazione dei prodotti agricoli), del legno, edile (con il maggior numero di addetti) dei materiali da costruzione, di accessori per autoveicoli e dell’industria meccanica. È presente il servizio bancario. Tra le strutture sociali figura una casa di riposo. Le scuole assicurano la frequenza delle classi materne ed elementari; per l’arricchimento culturale si può usufruire della biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario è garantito il servizio farmaceutico.

È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva e altra frutta e con l’allevamento di bovini, suini, caprini e avicoli; nelle aree pianeggianti del terreno argilloso si realizzano anche le cosiddette peschiere (stagni artificiali). Il settore economico secondario è costituito da imprese operanti nei comparti alimentare (soprattutto nella lavorazione e conservazione dei prodotti agricoli), del legno, edile (con il maggior numero di addetti) dei materiali da costruzione, di accessori per autoveicoli e dell’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=INDUSTRIAMECCANICA'>industria meccanica</a>. È presente il servizio bancario. Tra le strutture sociali figura una casa di riposo. Le scuole assicurano la frequenza delle classi materne ed elementari; per l’arricchimento culturale si può usufruire della biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario è garantito il servizio farmaceutico.

Relazioni

Oltre alla possibilità di visitare numerosi edifici religiosi sparsi sul territorio, offre a quanti vi si rechino, anche l’occasione di una passeggiata fino alla Filanda, uno stabilimento che, fino al 1952, era ancora funzionante, a testimonianza di una attività fiorente nel passato locale. È poco frequentata per lavoro, a causa del modesto livello dell’attività economica che, seppur in crescita, si basa ancora principalmente sull’agricoltura: questa, tuttavia, non rappresenta più una fonte primaria di reddito per i valfeneresi che, abituati ormai al pendolarismo, hanno trovato lavoro nelle industrie vicine. Non si segnalano manifestazioni di rilievo. Il Patrono, San Bartolomeo, si festeggia il 24 agosto.

Oltre alla possibilità di visitare numerosi edifici religiosi sparsi sul territorio, offre a quanti vi si rechino, anche l’occasione di una passeggiata fino alla Filanda, uno stabilimento che, fino al 1952, era ancora funzionante, a testimonianza di una attività fiorente nel passato locale. È poco frequentata per lavoro, a causa del modesto livello dell’attività economica che, seppur in crescita, si basa ancora principalmente sull’agricoltura: questa, tuttavia, non rappresenta più una fonte primaria di reddito per i valfeneresi che, abituati ormai al pendolarismo, hanno trovato lavoro nelle industrie vicine. Non si segnalano manifestazioni di rilievo. Il Patrono, San Bartolomeo, si festeggia il 24 agosto.

Località

Bricco Visconti, Quaronia, San Michele, San Sebastiano, Valmaggiore, Valsuolo, Villata

Bricco Visconti, Quaronia, San Michele, San Sebastiano, Valmaggiore, Valsuolo, Villata

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Valfenera rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.