Descrizione

"Comune sparso" con sede in località Ubiale; di probabili origini medievali, è un comune montano la cui economia si basa essenzialmente sull'agricoltura. Gli ubialesi, con un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati soprattutto nel capoluogo comunale e nelle località di Clanezzo e Cazzanino. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine accentuate: si raggiungono i 1.033 metri di quota. L'abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico vario. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del 1972, si raffigura, su fondo azzurro, un castagno con dodici frutti d'oro, attraversato sul tronco da un castello d'argento. L'insegna evoca il castello distrutto sul monte Ubione e la presenza, sul territorio comunale, di rigogliosi alberi di castagno.

"Comune sparso" con sede in località Ubiale; di probabili origini medievali, è un comune montano la cui economia si basa essenzialmente sull'agricoltura. Gli ubialesi, con un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati soprattutto nel capoluogo comunale e nelle località di Clanezzo e Cazzanino. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine accentuate: si raggiungono i 1.033 metri di quota. L'abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico vario. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del 1972, si raffigura, su fondo azzurro, un castagno con dodici frutti d'oro, attraversato sul tronco da un castello d'argento. L'insegna evoca il castello distrutto sul monte Ubione e la presenza, sul territorio comunale, di rigogliosi alberi di castagno.

Storia

Già Clanezzo, ha assunto la denominazione attuale con un regio decreto del 1927. L'assetto territoriale e amministrativo odierno risale alla fine del XIX secolo, quando le allora autonome località di Ubiale e Clanezzo furono riunite in un solo comune. Non si conosce molto sulle origini dei due nuclei; probabilmente Clanezzo è il più antico: sviluppatosi attorno al castello, fattovi costruire da Attone Leuco, conte di Almenno San Salvatore, svolse un ruolo strategico fondamentale per il controllo della zona tra la Valle Brembana e la Valle Imagna. Il toponimo Ubiale è collegato certamente al monte Ubione, che sovrasta l'abitato, anticamente noto come Brembilla Vecchia. Più incerta è l'etimologia di Clanezzo, forse derivante dal latino medievale CLUNETIUM. Dopo essere stato a lungo travagliato dalle lotte tra i guelfi e i ghibellini, il territorio passò sotto la Repubblica veneta, che attuò una dura repressione nei confronti di Ubiale, per punirla di aver parteggiato per i Visconti: affermato il suo dominio, verso la metà del XV secolo il governo veneziano convocò a Bergamo tutti capifamiglia di Brembilla Vecchia e, fattili imprigionare, ordinò al resto degli abitanti di abbandonare le loro case. Dai brembillesi, che si rifugiarono a Milano, deriva il gran numero di Brembilla presenti nel capoluogo lombardo. La storia successiva al declino della Serenissima, sul finire del Settecento, ha seguito quella del resto della provincia. L'edificio più interessante è certamente il castello di Clanezzo, con l'annessa chiesa, eretta a parrocchiale agli inizi del XVIII secolo. Degna di nota è anche la settecentesca chiesa parrocchiale di Ubiale, ampliata negli anni Venti.

Già Clanezzo, ha assunto la denominazione attuale con un regio decreto del 1927. L'assetto territoriale e amministrativo odierno risale alla fine del XIX secolo, quando le allora autonome località di Ubiale e Clanezzo furono riunite in un solo comune. Non si conosce molto sulle origini dei due nuclei; probabilmente Clanezzo è il più antico: sviluppatosi attorno al castello, fattovi costruire da Attone Leuco, conte di Almenno San Salvatore, svolse un ruolo strategico fondamentale per il controllo della zona tra la <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VALLEBREMBANA'>Valle Brembana</a> e la Valle Imagna. Il toponimo Ubiale è collegato certamente al monte Ubione, che sovrasta l'abitato, anticamente noto come Brembilla Vecchia. Più incerta è l'etimologia di Clanezzo, forse derivante dal latino medievale CLUNETIUM. Dopo essere stato a lungo travagliato dalle lotte tra i guelfi e i ghibellini, il territorio passò sotto la Repubblica veneta, che attuò una dura repressione nei confronti di Ubiale, per punirla di aver parteggiato per i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VISCONTI'>Visconti</a>: affermato il suo dominio, verso la metà del XV secolo il governo veneziano convocò a Bergamo tutti capifamiglia di Brembilla Vecchia e, fattili imprigionare, ordinò al resto degli abitanti di abbandonare le loro case. Dai brembillesi, che si rifugiarono a Milano, deriva il gran numero di Brembilla presenti nel capoluogo lombardo. La storia successiva al declino della Serenissima, sul finire del Settecento, ha seguito quella del resto della provincia. L'edificio più interessante è certamente il castello di Clanezzo, con l'annessa chiesa, eretta a parrocchiale agli inizi del XVIII secolo. Degna di nota è anche la settecentesca chiesa parrocchiale di Ubiale, ampliata negli anni Venti.

Economia

Oltre gli uffici municipali e postali, non ve ne sono altri di rilievo. L'agricoltura, basata soprattutto sulla coltivazione di cereali e ortaggi, è integrata dall'allevamento di bovini, ovini, caprini e avicoli. Le attività industriali, limitate ad alcune piccole aziende che operano nei comparti edile, meccanico e del legno, non sono molto significative. Alquanto modesta è anche la presenza del terziario: mancano servizi qualificatiti, come quello bancario, e la rete commerciale è appena sufficiente al soddisfacimento dei bisogni essenziali della comunità. Non dispone di particolari strutture sociali, come asili nido o case di riposo. Nelle scuole locali si impartisce soltanto l'istruzione materna ed elementare; si può però usufruire di una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L'assenza di una farmacia rende necessario rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Oltre gli uffici municipali e postali, non ve ne sono altri di rilievo. L'agricoltura, basata soprattutto sulla coltivazione di cereali e ortaggi, è integrata dall'allevamento di bovini, ovini, caprini e avicoli. Le attività industriali, limitate ad alcune piccole aziende che operano nei comparti edile, meccanico e del legno, non sono molto significative. Alquanto modesta è anche la presenza del terziario: mancano servizi qualificatiti, come quello bancario, e la rete commerciale è appena sufficiente al soddisfacimento dei bisogni essenziali della comunità. Non dispone di particolari strutture sociali, come asili nido o case di riposo. Nelle scuole locali si impartisce soltanto l'istruzione materna ed elementare; si può però usufruire di una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L'assenza di una farmacia rende necessario rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Relazioni

Oltre a non figurare tra le mete turistiche più celebrate della zona, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di praticare la pesca e usare la canoa lungo il fiume Brembo, è poco frequentata anche per lavoro, in quanto le sue attività produttive non hanno ancora raggiunto livelli tali da consentire un maggiore assorbimento di manodopera; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate e in particolare verso Bergamo. I rapporti, piuttosto rilevanti, con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per frequentare le altre scuole dell'obbligo e gli istituti d'istruzione secondaria di secondo grado nonché per usufruire dei servizi non disponibili sul posto, si intensificano in occasione di un tradizionale appuntamento del folclore, quale la festa della montagna, che si svolge ad agosto. La festa del Patrono, San Bartolomeo, si celebra il 24 agosto.

Oltre a non figurare tra le mete turistiche più celebrate della zona, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di praticare la pesca e usare la canoa lungo il fiume Brembo, è poco frequentata anche per lavoro, in quanto le sue attività produttive non hanno ancora raggiunto livelli tali da consentire un maggiore assorbimento di manodopera; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate e in particolare verso Bergamo. I rapporti, piuttosto rilevanti, con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per frequentare le altre scuole dell'obbligo e gli istituti d'istruzione secondaria di secondo grado nonché per usufruire dei servizi non disponibili sul posto, si intensificano in occasione di un tradizionale appuntamento del folclore, quale la festa della montagna, che si svolge ad agosto. La festa del Patrono, San Bartolomeo, si celebra il 24 agosto.

Località

Bondo, Ca' Bonorè, Cazzanino, Clanezzo, Ubiale

Bondo, Ca' Bonorè, Cazzanino, Clanezzo, Ubiale

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Ubiale Clanezzo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.