Descrizione

Comune collinare, di origine antica, probabilmente romana, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole (si coltivano vigneti in collina e frumento in pianura) affiancate da una crescente industria. I tigliolesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, le località di Pratomorone e San Carlo, numerosissimi aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con differenze altimetriche non molto accentuate. L’abitato, che si trova su una dorsale, non presenta espansione edilizia. Il paesaggio si presenta vario, un’alternanza di pianure e colline.

Comune collinare, di origine antica, probabilmente romana, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole (si coltivano vigneti in collina e frumento in pianura) affiancate da una crescente industria. I tigliolesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, le località di Pratomorone e San Carlo, numerosissimi aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con differenze altimetriche non molto accentuate. L’abitato, che si trova su una dorsale, non presenta espansione edilizia. Il paesaggio si presenta vario, un’alternanza di pianure e colline.

Storia

L’etimologia del toponimo dovrebbe derivare dal diminutivo di “tilia”, ovvero ‘tiglio’, albero sacro e oggetto di culto fra i popoli germani; poiché il suo derivato TITULUS sta invece per ‘segno di confine’ che veniva inciso sugli ARBORES FINALES, è difficile distinguere con certezza se l’origine dell’etimo si riferisca al tiglio, molto diffuso nella zona, o ad albero di confine in generale. Originariamente costituita da due centri distinti fu ridotta a uno solo, quello attuale, intorno al XIV secolo. Fu ceduta intorno al Duecento dalla diocesi di Pavia ai nobili di Solaro che la infeudarono per perderla nel 1340 ed essere assegnata a Luchino Visconti e Giovanni II di Monferrato. Dopo un breve ritorno ai Solaro fu ceduta ad Antonio e Bernardino Montafia che ne mantennero il possesso fino al 1577 quando, morto Ludovico senza figli maschi, passò, per ordine di Papa Gregorio XIII, a monsignor Cervia che la tenne a nome della Santa Sede. Sorsero aspri conflitti tra questa e le eredi del conte che non accettavano di perdere le terre della loro famiglia; a mettere fine alle liti intervenne un compromesso redatto dal giurista Panciroli. Dopo un lunghissimo periodo sotto il governatorato retto dall’abate Luca dei Guglielmi e suoi successori, nel 1741 la località passò ai Savoia. Del castello medievale non rimane più nulla: dopo essere stato distrutto nel 1353 dagli uomini del conte De Brissac fu ricostruito, ma in forma più modesta, dai Montafia. Molte le famiglie che si avvicendarono nel suo possesso: i marchesi d’Ormea, il conte Salmour, i fratelli Vandero. Sui suoi resti attualmente si erge il Palazzo Comunale, datato intorno al 1850. La maestosa parrocchiale barocca, costruita in onore dei Santi Giovanni Battista e Lorenzo, risale circa alla metà del Seicento e ha tre navate. Merita una visita per il suo grande valore artistico e storico la chiesa di San Lorenzo: di epoca romanica (XII secolo) si innalza in un luogo altamente suggestivo, in mezzo a una folta vegetazione. A pianta rettangolare, ha un’abside semicircolare e all’esterno rivela archetti pensili in tufo e capitelli in pietra.

L’etimologia del toponimo dovrebbe derivare dal diminutivo di “tilia”, ovvero ‘tiglio’, albero sacro e oggetto di culto fra i popoli germani; poiché il suo derivato TITULUS sta invece per ‘segno di confine’ che veniva inciso sugli ARBORES FINALES, è difficile distinguere con certezza se l’origine dell’etimo si riferisca al tiglio, molto diffuso nella zona, o ad albero di confine in generale. Originariamente costituita da due centri distinti fu ridotta a uno solo, quello attuale, intorno al XIV secolo. Fu ceduta intorno al Duecento dalla diocesi di Pavia ai nobili di Solaro che la infeudarono per perderla nel 1340 ed essere assegnata a Luchino <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a> e Giovanni II di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MONFERRATO'>Monferrato</a>. Dopo un breve ritorno ai Solaro fu ceduta ad Antonio e Bernardino Montafia che ne mantennero il possesso fino al 1577 quando, morto Ludovico senza figli maschi, passò, per ordine di Papa Gregorio XIII, a monsignor Cervia che la tenne a nome della Santa Sede. Sorsero aspri conflitti tra questa e le eredi del conte che non accettavano di perdere le terre della loro famiglia; a mettere fine alle liti intervenne un compromesso redatto dal giurista Panciroli. Dopo un lunghissimo periodo sotto il governatorato retto dall’abate Luca dei Guglielmi e suoi successori, nel 1741 la località passò ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a>. Del castello medievale non rimane più nulla: dopo essere stato distrutto nel 1353 dagli uomini del conte De Brissac fu ricostruito, ma in forma più modesta, dai Montafia. Molte le famiglie che si avvicendarono nel suo possesso: i marchesi d’Ormea, il conte Salmour, i fratelli Vandero. Sui suoi resti attualmente si erge il Palazzo Comunale, datato intorno al 1850. La maestosa parrocchiale barocca, costruita in onore dei Santi Giovanni Battista e Lorenzo, risale circa alla metà del Seicento e ha tre navate. Merita una visita per il suo grande valore artistico e storico la chiesa di San Lorenzo: di epoca romanica (XII secolo) si innalza in un luogo altamente suggestivo, in mezzo a una folta vegetazione. A pianta rettangolare, ha un’abside semicircolare e all’esterno rivela archetti pensili in tufo e capitelli in pietra.

Economia

L’economia si fonda essenzialmente sulla silvicoltura (che fornisce oltre a grandi quantità di legname, prodotti pregiati come il tartufo e il fungo) e l’agricoltura che, nonostante l’abbandono delle terre da parte dei giovani, vanta un numero discreto di aziende, impegnate nella coltivazione di cereali, frumento, ortaggi e uva (utilizzata per la produzione del vino Barbera); si pratica anche l’allevamento di bovini, caprini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da aziende che operano nei comparti alimentare, del legno e della carta, della chimica, della gomma e della plastica, della meccanica e dell’edilizia. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva e dell’insieme dei servizi, che comprendono quelli bancario e immobiliare. Non dispone di strutture di una certa rilevanza: sociali, sportive e per il tempo libero. Le scuole assicurano la frequenza delle sole classi materne ed elementari; per l’arricchimento culturale si può usufruire della biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico.

L’economia si fonda essenzialmente sulla silvicoltura (che fornisce oltre a grandi quantità di legname, prodotti pregiati come il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TARTUFO'>tartufo</a> e il fungo) e l’agricoltura che, nonostante l’abbandono delle terre da parte dei giovani, vanta un numero discreto di aziende, impegnate nella coltivazione di cereali, frumento, ortaggi e uva (utilizzata per la produzione del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VINOBARBERA'>vino Barbera</a>); si pratica anche l’allevamento di bovini, caprini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da aziende che operano nei comparti alimentare, del legno e della carta, della chimica, della gomma e della plastica, della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICA'>meccanica</a> e dell’edilizia. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva e dell’insieme dei servizi, che comprendono quelli bancario e immobiliare. Non dispone di strutture di una certa rilevanza: sociali, sportive e per il tempo libero. Le scuole assicurano la frequenza delle sole classi materne ed elementari; per l’arricchimento culturale si può usufruire della biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Il modesto livello economico, basato ancora sullo sfruttamento delle risorse agricole, ha scoraggiato lo sviluppo turistico. Se in passato vi si svolgevano numerose manifestazioni che richiamano per l’occasione altrettanti numerosi visitatori, oggi il calendario degli appuntamenti è inesistente. Pertanto, all’assenza quasi totale di afflussi turistici è subentrato un sempre più continuo deflusso dei tigliolesi verso l’esterno, giustificato soprattutto dalla necessità di trovare occupazione, ma anche per usufruire degli altri servizi non presenti sul posto. Il Patrono, San Lorenzo, si festeggia il 10 agosto con una mostra zootecnica.

Il modesto livello economico, basato ancora sullo sfruttamento delle risorse agricole, ha scoraggiato lo sviluppo turistico. Se in passato vi si svolgevano numerose manifestazioni che richiamano per l’occasione altrettanti numerosi visitatori, oggi il calendario degli appuntamenti è inesistente. Pertanto, all’assenza quasi totale di afflussi turistici è subentrato un sempre più continuo deflusso dei tigliolesi verso l’esterno, giustificato soprattutto dalla necessità di trovare occupazione, ma anche per usufruire degli altri servizi non presenti sul posto. Il Patrono, San Lorenzo, si festeggia il 10 agosto con una mostra zootecnica.

Località

Bertacone, Besusso, Bricco Gallo, Bussolini Maiolo, Casa Salute, Casabianca, Case Doglioni, Gherbino, Malaterra, Perosini, Pianetti, Poccola, Pratomorone, Remondini, San Carlo, Serra dei Nani, Stazione, Valperosa

Bertacone, Besusso, Bricco Gallo, Bussolini Maiolo, Casa Salute, Casabianca, Case Doglioni, Gherbino, Malaterra, Perosini, Pianetti, Poccola, Pratomorone, Remondini, San Carlo, Serra dei Nani, Stazione, Valperosa

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Tigliole rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.